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La vicenda di Flavio Olita, invitato ad un incontro a Potenza per parlare di handicap e ostacoli, bloccato da una barriera architettonica; la dura sfida delle persone con disabilità
La vicenda che ha affrontato Flavio Olita – andato a parlare di barriere architettoniche a un incontro, si è trovato bloccato proprio dalla più classica delle barriere architettoniche – ricorda in qualche maniera ciò che affrontavano un tempo i vegetariani al ristorante.
«E lei, signora, cosa prende? Bistecca, fettina, polpette, braciola?».
«No, guardi, io non mangio carne».
Momento di silenzio meditabondo.
«Beh, allora posso portarle degli affettati».
Ecco, la stessa inconsapevolezza anche da parte di chi lavora nel settore e quindi dovrebbe essere attento.
Non è mancanza di sensibilità tout court, ma qualcosa di più sottile. O di più semplice, forse, e cioè degli automatismi mentali che eliminerebbero il rischio di trovarsi nelle situazioni in cui si è trovato il 22enne Olita. Il quale racconta al telefono l’episodio, che s’inserisce in una manifestazione dal titolo “Cuori in azione: il volontariato per fare la differenza”, svoltasi nella sede di ScambioLogico, struttura che si trova vicino alla Stazione Superiore delle Fs nel capoluogo: «Fra tante associazioni – dice – hanno invitato anche il Forum dei Giovani. Il suo presidente Fabrizio Manna mi ha chiesto un paio di settimane prima se volessi farne parte. Ho accettato.
L’organizzatore aveva contattato il Forum chiedendo di parlare di abbattimento delle barriere architettoniche, Fabrizio lo ha informato che ci sarei stato io a intervenire sul tema. Purtroppo però, arrivato lì da ScambioLogico, ho appreso che la sala era al piano di sopra. E per accedere c’era solo una scalinata, nessun altro modo».
«Già normalmente – prosegue – eventi del genere dovrebbero essere organizzati in luoghi accessibili: se vuole venire un disabile a seguirli deve poter partecipare. Non trovo tanta logica in quello che è accaduto. Se il Forum viene chiamato a parlare di barriere architettoniche, non possono essercene. Si poteva rimandare l’evento e farlo in un’altra data e in luogo accessibile. Invece si è fatto tranquillamente».
In un post su Facebook Olita ha parlato anche di un altro episodio, avvenuto questa volta però non in una struttura privata ma pubblica, il Palazzo della Cultura del Comune di Potenza. La ricostruisce al telefono: «E’ accaduto un anno fa, a marzo del 2024. Lì non ero stato invitato a parlare ma ad assistere. Arrivato, ho scoperto che l’ascensore non funzionava. Era già guasto da un mese e sarebbe stato aggiustato un mese e mezzo dopo l’avvenimento: mancava il contratto con la ditta».
L’organizzatore dell’incontro sul volontariato, chiamato in causa da Olita, è Vito Verrastro. Giornalista, noto a Potenza come ottimo professionista del settore comunicazione, dalle riconosciute qualità morali.
Al telefono, chiede ancora una volta scusa per l’accaduto – lo ha già fatto nei giorni scorsi – e riporta la propria versione: «Non immaginavo che all’iniziativa venisse qualcuno sulla sedia a rotelle. Mi sono scusato ma ero incastrato con le date e non si poteva spostare o rimandare l’incontro. Però se gli errori li si fa è per apprendere. La lezione appresa è che in qualsiasi altro evento il primo requisito sarà quello dell’accessibilità. Sono ovviamente a totale e costante disposizione per eventi futuri».
Olita da diverso tempo sta seguendo un’iniziativa con la quale intende sensibilizzare i commercianti di Potenza a eliminare le barriere architettoniche e consentire a tutti i disabili di poter accedere liberamente agli esercizi commerciali.
«Per questo mio progetto la risposta finora è stata davvero bassa – sottolinea – La maggior parte degli adesivi distribuiti con la scritta “Barriere Zero Potenza per Tutti” è stata affissa su esercizi già accessibili, date le leggi che li obbligano a farlo. Ma fra chi ancora non lo è, a parte 5 attività che hanno fatto realizzare la pedana, siamo ancora a zero. Sono andato anche di persona, ma nulla è stato fatto».
Sotto ai post di Olita su Facebook c’è una sfilza di commenti su ciò che è avvenuto a ScambioLogico.
Chiara Vigna spera che «possa essere l’ultimo episodio di una serie di irrispettose manifestazioni di attacco alla dignità umana».
Emanuela Larocca si astiene dal «lanciare accuse» però rimarca: «La prima barriera architettonica su cui dobbiamo urgentissimamente lavorare è quella nella nostra mentalità, nella nostra testa».
Ecco, tornando all’inizio: le barriere mentali.
«Nonostante gli sforzi e le campagne in corso – si legge in una nota diffusa ieri dal Forum dei Giovani – persistono ancora ostacoli inaccettabili. Ogni evento deve essere concepito per essere fruibile da tutti, senza eccezioni. Il Forum dei Giovani di Potenza auspica che questo episodio serva da monito per tutti gli organizzatori di eventi e i gestori di strutture, affinché in futuro vengano adottati i necessari accorgimenti per rendere ogni iniziativa inclusiva… non solo sulla carta».
«Purtroppo, fin quando non vengono abbattute le barriere mentali non si può passare ad abbattere quelle fisiche», conclude Olita
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