Le violenze ai Veterinari nei dati dell’Osservatorio – Anmvi Oggi

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Sono 70 i Medici Veterinari che hanno subito almeno un’aggressione negli ultimi 12 mesi. Il dato è nel rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza dei professionisti sanitari, pubblicato nella Giornata nazionale dedicata alla prevenzione del fenomeno. Le violenze dichiarate riguardano soprattutto il contesto libero-professionale. COMUNICATO ANMVI.

I Veterinari mettono in luce un rischio maggiore nell’ambito privato: nel 70% dei casi. Il dato è rilevato dal Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie pubblicato oggi dal Ministero della Salute e che verrà inviato al Parlamento. La raccolta dei dati resta un aspetto critico, nonostante il miglioramento della metodologia di rilevazione, soprattutto per la scarsa partecipazione dei Veterinari. “Un limite di rilevazione che interessa tutte le professioni – fa notare l’ANMVI nel suo comunicato- e che porta a sottostimare il fenomeno”.

Fonte dei dati– Il Rapporto si riferisce al 2024 e raccoglie le segnalazioni inviate alla FNOVI attraverso un questionario somministrato agli iscritti lo scorso mese di ottobre. Hanno aderito 137 medici veterinari. Sulla base delle risposte fornite, gli episodi di violenza commessi ai danni dei Veterinari nell’esercizio delle loro funzioni, nei 12 mesi precedenti la rilevazione sono stati 70. Complessivamente, il numero delle aggressioni dichiarate è di 178.

Analisi delle segnalazioni dichiarate-L’ambito libero-professionale risulta quello più colpito dagli episodi di aggressione deriva che i luoghi dove maggiormente il fenomeno si manifesta sono le strutture veterinarie private (Studio/Ambulatorio/Laboratorio privato), i locali dedicati agli interventi di ‘pronto soccorso’. I medici veterinari impegnati nel comparto pubblico hanno, invece, denunciato di aver ricevuto atti intimidatori in occasione dello svolgimento di servizi ispettivi. Dalle risposte fornite al questionario è emerso che le aggressioni subite sono principalmente di natura verbale (segnalati 154 episodi) mentre restano più marginali i casi di aggressione fisica (segnalati 11 episodi) o quelli diretti contro la proprietà (segnalati 13 episodi).
I soggetti che si rendono protagonisti di aggressione sono principalmente i proprietari degli animali (122) e/o i loro accompagnatori (44) e solo in pochi casi la responsabilità è attribuibile ad altri soggetti (utenti).

Provenienza territoriale delle segnalazioni- La Regione più interessata dai fenomeni di aggressione ai medici veterinari è risultata essere la Lombardia (17 episodi che incidono per il 24,29% sul totale), seguita dalla Emilia-Romagna (8 episodi che incidono per l’11,43%), dalla Puglia (6 episodi che incidono per l’8,57%), dalla Campania (5 episodi che incidono per il 7,14%) e dall’Umbria (5 episodi che incidono per il 7,14%), dall’Abruzzo (4 episodi che incidono per il 5,71%) e dal Veneto (4 episodi che incidono per il 5,71%), dalla Calabria, Sardegna, Sicilia e Toscana che hanno
registrato – ciascuna – 3 episodi che incidono per il 4,29%.
A seguire, le Regioni Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Piemonte che hanno registrato – ciascuna – 2  episodi che incidono per il 4,86% ed infine la Liguria (1 episodio che incide per l’1,43%). Nessun episodio si è verificato in Basilicata, Molise, Valle d’Aosta nonché nelle Province Autonome di Bolzano e Trento.

Confronto con l’universo professionale- Considerate tutte le professioni, sono 7.230 i professionisti aggrediti e sono 18.700 le aggressioni subite.
Un elemento trasversale a tutte le categorie è rappresentato dalla prevalenza delle aggressioni di tipo verbale (circa 12.500), seguite in misura minore da episodi fisici e contro la proprietà. Gli aggressori principali sono quasi sempre pazienti, familiari o caregiver (oltre 10mila aggressioni), con poche eccezioni legate a estranei.
Tuttavia, la distribuzione geografica e la tipologia di aggressioni variano in funzione delle specificità professionali. Ad esempio, i farmacisti segnalano spesso aggressioni originate dalla mancata disponibilità di farmaci, mentre i veterinari subiscono violenze prevalentemente nel contesto libero-professionale. Per i fisioterapisti, invece, le aggressioni si verificano in modo uniforme tra setting sanitari e domiciliari, evidenziando un contesto lavorativo particolarmente esposto.

Entro il 31 marzo di ogni anno, il Ministro della Salute deve inviare al Parlamento una relazione sull’attività svolta dall’Osservatorio.

Relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie
(Anno 2024)
ESTRATTO_DATI_FNOVI.pdf257.86 KB



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