Le albicocche del Vesuvio verso l’IGP

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Promuovere azioni sostanziali per la coltivazione dell’albicocca del Vesuvio, per la salvaguardia e rigenerazione dei suoli e non solo.

L’advocacy di un Presidio Slow Food

Advocacy (difesa) riassume bene l’eredità della complessa ed entusiasmante esperienza del Presidio Slow Food Pomodorino del piennolo creato nel 2001 con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità varietale che popolava il territorio vesuviano.

Oggi il pomodorino è riconosciuto sul mercato grazie anche all’ottenimento di una DOP a cui innegabilmente il Presidio Slow Food diede la spinta di partenza e che forse , proprio perché nato da un’esperienza pregressa di Presidio , è riuscita a non portarsi dietro le problematiche che negli anni Slow food ha evidenziato in certi disciplinari di produzioni legati ai marchi di qualità europei. Era il 23 maggio 2016 e il nostro Presidente nazionale di allora ritenne non più necessario il Presidio del pomodorino ma si auspicava di voler utilizzare la proficua esperienza del pomodorino per altre future e possibili progettualità nella nostra aerea, a partire dall’albicocca vesuviana.

Dopo un anno da quella lettera, l’11 luglio 2017, a San Sebastiano, durante l’estate del grande incendio!, presentammo il nuovo Presidio Slow Food delle Albicocche del Vesuvio: il Presidio fu finanziato interamente da nostre risorse attinte dal Progetto IPark della Fondazione con il Sud e che destinammo esclusivamente alla nascita di due nuovi Presidi Slow Food (Albicocche del Vesuvio e Pisello Centogiorni del Vesuvio) e al progetto del Paniere Vesuviano.

Sono trascorsi 9 anni e, come per il pomodorino, riteniamo che i due Presidi siano andati molto al di là delle nostre aspettative. Sono due storie diverse ma, per molti aspetti, entrambe hanno raccolto successi ed interesse, sia nazionali che internazionali.

Tuttavia siamo consapevoli

  • che per stare dietro al successo del brand delle albicocche del Vesuvio ora sia necessario ed un urgente lavoro normativo più puntuale e vincolante
  • che in questi 9 anni sono peggiorate le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’agricoltura vesuviana
  • che sia ormai fuori controllo la lotta alle patologie delle nostre piante
  • che la motivazione degli agricoltori a continuare ad investire nell’agricoltura e in special modo sulle Albicocche del Vesuvio sia messa a dura prova
  • che l’exploit di etichette bugiarde di prodotti che riportano la dicitura “ albicocche del Vesuvio “ sia una grave offesa e un furto alla storia locale del nostro prodotto.

Slow Food Vesuvio intende seguire, accompagnare e sostenere il percorso di riconoscimento dell’IGP, di cui ci hanno raccontato le nostre aziende associate che, da protagoniste, stanno partecipando alla costituzione del gruppo promotore.

Siamo accanto a loro e alle Istituzioni e per questi motivi intendiamo aprire un confronto che porteremo avanti nei prossimi mesi affinchè si arrivi ad un buon disciplinare IGP, nell’interesse dell’agricoltura, degli agricoltori, dell’ambiente e del Vesuvio.

Le albicocche del Vesuvio verso l’IGP

Slow Food Vesuvio

Obiettivo della proposta: promuovere azioni sostanziali per la coltivazione dell’albicocca del Vesuvio, per la salvaguardia e rigenerazione dei suoli e per contrastare i danni prodotti dai cambiamenti climatici in atto.

I punti

  1. Proporre la seguente denominazione dell’IGP: “Albicocche del Vesuvio”; con questa denominazione sarà più evidente il patrimonio di agro biodiversità presente (circa 60 varietà tradizionali locali in via d’estinzione) per questo prodotto.
  2. Il numero delle varietà tradizionali di albicocche del Vesuvio da inserire nel disciplinare di produzione dell’IGP deve essere ampio, proponiamo di includere tutte le varietà di albicocche del Vesuvio che sono state caratterizzate e conservate dalla Banca Regionale del germoplasma frutticolo campano.
  3. Predisporre un disciplinare di produzione e/o di coltivazione dell’albicocca del Vesuvio a basso impatto ambientale, es. divieto di usare fertilizzanti contenenti azoto in forma nitrica e diserbanti chimici, ecc..
  4. Favorire l’attivazione di programmi di ricerca, a medio termine, per ottenere nuove cultivar di albicocche e/o nuovi portinnesti tolleranti agli stress abiotici (caldo intenso) e biotici (insetti es. mosca frutta e mosca asiatica); Slow Food Vesuvio potrebbe svolgere il ruolo di monitoraggio dello stato di avanzamento del progetto e della sua applicazione presso le aziende agricole che aderiscono all’IGP.
  5. Salvaguardare il paesaggio tipico vesuviano attraverso il mantenimento della biodiversità locale e/o con l’introduzione di almeno il 10% di altre colture tradizionali nelle aziende agricole aderenti all’IGP.
  6. Individuare l’areale di coltivazione delle albicocche del Vesuvio secondo principi definiti di territorialità e tradizionalità.
  7. Promuovere l’introduzione di imballaggi a basso impatto ambientale, di materiale organico e/o riciclabile.
  8. Promuovere campagne di sensibilizzazione e comunicazione del prodotto IGP, la conoscenza del prodotto da parte dei cittadini è fondamentale per una sua valorizzazione commerciale.
  9. Organizzare e realizzare corsi di formazione rivolti ai produttori di albicocca per il trasferimento di innovazioni su tematiche riguardanti le tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, es. nuovi metodi di lotta biologica su insetti dannosi quali mosca della frutta e mosca asiatica.
  10. Promuovere e valorizzare le filiere locali per la commercializzazione e la trasformazione del prodotto.



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