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Il 4 ottobre scorso un Sindaco di un piccolissimo Comune viene nominato all’unanimità Presidente regionale dell’ANCI. Una nomina che rappresenta una vera e propria rivoluzione copernicana dell’ANCI Basilicata e che segue quella di Andrea Bernardo, Sindaco di Colobraro (sfatati pregiudizi e tabù) che, nel frattempo, grazie alla vivacità culturale della sua comunità è diventata una delle capitali “antropologiche” lucane. L’Anci/Basilicata che aveva sempre puntato negli ultimi decenni ai Sindaci delle Città Capoluogo omaggia, finalmente, le nostre modeste Comunità Marginali e i nostri piccoli Borghi, quasi a voler legittimare e riconoscere l’intelligente dinamismo di tanti sindaci lucani, dalla Felicetta Lorenzo, Sindaco di Rapone, il paese delle Fiabe, allo “sfortunato” Luigi De Lorenzo, Sindaco di Aliano, che ostinatamente e caparbiamente ha candidato invano per due volte il suo Comune “leviano”a “Capitale Italiana della Cultura”. Tutto ciò ripropone quella voglia di protagonismo, mai sopita, mai doma, dei piccoli centri della Basilicata. Ma c’è in giro un progetto per la effetrtiva riqualificazione dei piccoli Comuni oppure ci stiamo limitando ad una solidarietà verbale verso queste essenziali Istituzioni?Che fine hanno fatto quei progetti fattibili candidati al PNRR, tesi a riprendere il “mai” dimenticato Progetto dei “Cento Comuni” o la mai tralasciata “Unione dei Comuni”, ai sensi e per gli effetti della L. 142/90. ? O tutto ciò, caro Gerardo Larocca, resta come sempre un semplice e demagogico slogan politico/pubblicitario, una sorta di libro dei sogni, buono per tutte le stagioni e per tutti gli amministratori comunali e regionali che si sono da sempre destreggiati in questi ultimi anni tra presunte “immersioni” popolari e terrificanti smemoratezze. Smemoratezze del giorno dopo che hanno contraddistinto generazioni di politici lucani senza pudore, rampanti e spregiudicati. La Regione Basilicata che avrebbe dovuto accorciare le distanze tra cittadino e P. A., tra utente e sanità pubblica, non c’è mai riuscita. Il più delle volte il suo apparato gerarchico-funzionale-amministrativo pur in presenza di tante “oasi” e di tante “buone pratiche” ha creato un distacco terrificante con la società e con le sue migliori energie…giovani laureati e iperprofessionalizzati,fuori tribù, in primis. Massimo Severo Giannini ex Ministro della Funzione Pubblica, in un suo onesto e crudele “Rapporto sulla Pubblica Amministrazione” ci informava che che la burocrazia dello Stato e delle Regioni (transeat sulla burocrazia UE) non sono amici sicuri e autorevoli ma creature ambigue, irragionevoli, lontani dalla nuda e cruda realtà quotidiana. Tale espressione calza a “fagiuolo” per le strutture burocratiche e sanitarie della Regione Basilicata. Dov’è finita, per esempio, la progettualità degli anni settanta mutuata sulla Partecipazione, riconosciuta e applicata nei vecchi Piani Sanitari Regionali. Partecipazione, oggi bandita e sconosciuta. I Comitati di Partecipazione consolidati alla fine degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta nei Consultori Familiari e nei Distretti socio-sanitari sono un flebile e mero ricordo, caro Gerardo. La fiducia dei cittadini lucani si è sempre più affievolita con distanze siderali fino all’ultimo sondaggio del Sole 24 Ore che colloca il Governatore Bardi e l’ultimo Sindaco di Potenza agli ultimi posti nella Graduatoria di “gradimento”. Siamo stanchi dei tanti “surrogati” di democrazia e di tanta bieca “oligarchia” lo diciamo a Larocca e ai Sindaci dell’ANCI. Abbiamo bisogno di veri e concreti cambiamenti volti a riformare questi obsoleti modelli organizzativi con l’avvio di un ampio processo di ammodernamento, a cominciare dai Consorzi intercomunali dei Servizi, dai rifiuti ai trasporti, dalla scuola alla sanità territoriale, per non parlare delle semplificazioni delle procedure. Semplificazioni necessarie ed estremamente utili per le piccole comunità marginali che devono, a loro volta, guardare a buon diritto allo sviluppo della ricerca, all’offerta dei servizi, all’Alta Formazione, alla formazione continua, agli Sportelli bancari e previdenziali per “accorciare”concretamente il Gap con i “Comuni Capofila”e le Città capoluogo. Molte volte ci siamo chiesti perché i nostri Borghi sono da sempre considerati SATELLITI, figli di un Dio minore? Non abbiamo mai dimenticato il lavoro certosino delle Commissioni intercomunali del Vulture-Alto Bradano sui “Bacini Industriali FIAT” degli anni novanta, finalizzati a creare una seria conurbazione (il contrario dell’agglomerazione). Non abbiamo mai amato ,caro Gerardo Larocca. l’agglomerazione basata su un forte nucleo centrale(Comuni Capofila e Comuni Satelliti). Agglomerazione che inglobava ingiustamente i centri minori quasi sempre ridotti ad Area di Riserva Indiana, il più delle volte, “succubi”, “assoggettati” e “sottomessi” ai Centri cosiddetti “Capofila”. La Conurbazione da sempre agognata dai piccoli Comuni del Vulture era stata parzialmente realizzata e consisteva nel creare una proposta concreta di fruizione del loro esorbitante patrimonio immobiliare grazie a una vera saldatura dell’area urbana Vitalba/Vulture/Melfese –Aree interne, grazie alle mutate interazioni sociali, grazie alle meghe infrastrutture viarie (Ofantina-Vitalba) e grazie, soprattutto, alla presenza di importanti Gruppi industriali,dalla Barilla alla Fiat.(oggi tutto maledettamente evaporato) A seguito delle ristrutturazioni abitative, post sisma, i nostri piccoli Comuni avrebbero potuto offrire e offrono, ancora oggi, a centinaia di “coppie giovani” occupate nelle aree industriali del Melfese, appartamenti di ultima generazione e “gioiellini” di abitazioni con prezzi non proibitivi. C’è ancora questa onestà politica di far leva sui Comuni dell’hinterland vulturino collegati brillantemente alle aree industriali o dobbiamo prendere atto che i piccoli Borghi sono esclusi dai veri processi economici ?. Oggi non vi sono più giustificazioni di sorta perché la presenza di tutti i servizi primari, infrastrutturali e socio-economici deve attivare un nuovo percorso. Un percorso di modernità che vede nella “delocalizzazione abitativa” una delle scommesse vincenti per i nostri Borghi. Tutto ciò significa avere a cuore le realtà marginali e minori, ormai dissanguate e soccombenti. Caro Gerardo Larocca, sconfessiamo José Feliciano e i Ricchi e Poveri con il loro successo mondiale: ”Paese mio che stai sulla collina disteso come un vecchio addormentato, la noia e l’abbandono, niente, sono e ”restano”(aggiungo io) la tua malattia”. Sarebbe bello dare sorrisi, dinamismo giovanile, giovialità, entusiasmo e occasioni di lavoro alle nostre piccole “bomboniere” comunali caratterizzate dai paesaggi naturali di estrema bellezza (Cascate di San Fele) dalle meghe manifestazioni culturali, Grancia, in primis, dalle grandi scoperte archeologiche, dai meravigliosi Monumenti Federiciani ed Angioini, dai siti industriali di spessore e qualità, veri player europei, dall’enogastronomia di successo riconosciuta da Slow Food, e, soprattutto, dalla immensa umanità, dalla genuinità, dalla semplicità e dall’umiltà della “gens” di montagna. La presenza di Gerardo Larocca ,Presidente ANCI Basilicata, può essere prodromica per questa Voglia di protagonismo dei piccoli Comuni lucani. Una Voglia che sia foriera di vera passione politica e di un nuovo spirito pubblico.
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