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L’Aula di Strasburgo lo ha ribadito di nuovo: la questione ucraina può essere risolta solo con la guerra. Non ci sono state grandi proteste per la decisione di Ursula von der Leyen di scavalcare il Parlamento sull’approvazione del piano di riarmo europeo ReArm Europe e nemmeno un esame di coscienza, un cambio di strategia alla luce della nuova posizione americana sul conflitto tra Mosca e Kiev. L’Europa tira dritto, anche a rischio di rimanere sola, e approva a larga maggioranza due risoluzioni, una sul rinnovato sostegno a Zelensky e l’altra sul Libro Bianco della Difesa Ue, che al loro interno promuovono anche il progetto di riarmo dell’intero continente. Un progetto da almeno 800 miliardi di euro.
Ursula ordina, il Parlamento esegue: sì a ReArmEu
Quello a Strasburgo non era tecnicamente un voto sul piano da 800 miliardi presentato dalla Commissione Ue, dato che Ursula von der Leyen ha deciso di ricorrere all’articolo 122 che permette di scavalcare il voto del Parlamento motivando la sua decisione con l’urgenza e le tempistiche strette con le quali l’Europa deve fare i conti. Così nella mattinata di mercoledì gli europarlamentari sono stati chiamati a votare due risoluzioni diverse: una sul rinnovato sostegno all’Ucraina e una sul Libro Bianco della Difesa Ue. Entrambe contenevano riferimenti al piano di riarmo di von der Leyen ed entrambe sono state approvate a larga maggioranza.
Il voto sulla Difesa europea è quello che conteneva più riferimenti al piano di riarmo promosso da von der Leyen e rende l’idea di come l’Eurocamera si posizioni rispetto alla proposta della Commissione. E anche su quanta opposizione gli eurodeputati hanno deciso di fare alla decisione di scavalcare l’aula. Spoiler: molto poca. Al paragrafo 68 della risoluzione, ad esempio, si legge: il Parlamento “accoglie con favore il piano ‘ReArm Europe‘ in cinque punti proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione”. Su 677 votanti, il punto ha trovato l’approvazione di 480 eurodeputati, con 130 contrari e 67 astenuti. Pieno consenso da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia, la Lega ha dato parere contrario, mentre nelle opposizioni il Pd si è spaccato praticamente a metà tra favorevoli e contrari. Il Movimento 5 Stelle si è opposto.
Al paragrafo 73, invece, si discuteva in due parti separate la possibilità di esplorare un sistema di obbligazioni europee per la Difesa (noti come Eurobond per la Difesa) e, nella seconda metà, sull’uso sempre per finanziare l’acquisto di armi dei cosiddetti “coronabond” inutilizzati dagli Stati nell’ambito del Next Generation Eu. Entrambe le parti sono state approvate e, per quanto riguarda la creazione di nuovi Eurobond per la Difesa, si registra il via libera di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Pd, l’opposizione della Lega e del Movimento 5 Stelle.
Infine, al paragrafo 74 è stato richiesto un voto separato proprio per evidenziare chi nella Plenaria ha deciso di accogliere o meno esplicitamente il piano di riarmo marchiato von der Leyen. Il testo chiede di votare sul punto in cui si dice che il Parlamento “ribadisce, in linea con il piano ‘ReArm Europe‘ della Commissione, l’invito alla Banca europea per gli investimenti (BEI) e ad altre istituzioni finanziarie internazionali e banche private in Europa a investire più attivamente nell’industria europea della difesa; chiede, in particolare, una revisione urgente della politica della BEI in materia di prestiti e un’immediata flessibilità che permetta di abolire le attuali restrizioni al finanziamento della Difesa, nonché la possibilità di valutare l’emissione di debito a destinazione vincolata per finanziare progetti nel settore della sicurezza e della Difesa”. Nella prima parte del voto si chiede di esprimersi sulla formula senza che sia inclusa la dicitura “in linea con il piano ‘ReArm Europe‘ della Commissione”, la seconda invece è completa. Nessun problema: in entrambi i casi l’aula ha dato il suo assenso.
Avanti tutta al fianco dell’Ucraina
L’altro grande dossier di giornata che affrontava la questione del riarmo europeo e della guerra è quello sul rinnovato sostegno all’Ucraina. Un voto che i Conservatori, per bocca di Nicola Procaccini (FdI), hanno cercato di rimandare sfruttando le novità della serata di martedì, quando è circolata la notizia di un punto d’incontro a Gedda tra l’Ucraina e gli Stati Uniti per una tregua di 30 giorni e l’avvio di colloqui con Mosca: “A nome del gruppo Ecr propongo di rinviare la risoluzione sull’Ucraina che non tiene conto degli sviluppi che abbiamo visto ieri sera – ha dichiarato in aula prima dell’esame del testo – Il cessate il fuoco è quello che vuole l’Ucraina. Una risoluzione non aggiornata finirebbe per scatenare l’odio verso gli Usa invece che aiutare l’Ucraina”. Il Parlamento, però, ha deciso di andare avanti e il testo della risoluzione è stato comunque approvato con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astenuti. Tra quest’ultimi figurano anche gli eurodeputati di FdI, mentre Forza Italia e Pd (con l’eccezione di Zingaretti che ha votato contro e Strada e Tarquinio che si sono astenuti) si sono detti favorevoli. Contrari Lega e M5s.
Entrando nel merito del testo, il Parlamento ha riservato critiche nei confronti dell’amministrazione americana, colpevole di aver attuato un “apparente cambio di posizione” sulla guerra e di essersi “riappacificata con la Russia“, chiedendo così di “aumentare in modo significativo il sostegno militare a Kiev”. La risoluzione chiede inoltre che l’Ucraina possa accedere alle immagini satellitari dell’Ue e che Kiev sia nella posizione di rifiutare accordi affrettati che ne compromettano la sicurezza nel medio-lungo termine e la espongano a nuove aggressioni russe. L’Aula si oppone fermamente a qualsiasi tentativo di costringere la leadership ucraina alla resa con il solo obiettivo di agevolare un cosiddetto “accordo di pace”. “L’Ucraina ha un futuro come Stato membro dell’Ue“, afferma infine il testo licenziato dall’aula che chiede inoltre di accelerare i negoziati di adesione e l’introduzione di sanzioni più efficaci contro la Russia.
Anche nel testo della risoluzione sull’Ucraina si cita, infine, il piano di riarmo di von der Leyen accogliendo anche la nuova formula della presidente della Commissione sul “raggiungere la pace attraverso la forza“: il Parlamento, si legge, “accoglie con favore le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2025 e il relativo sostegno a un rapido rafforzamento della Difesa europea attraverso il piano ‘ReArm Europe‘, come pure il ribadito sostegno all’Ucraina secondo l’approccio di conseguire ‘la pace attraverso la forza’, sottolineando in particolare che la sicurezza dell’Ucraina e quella dell’Europa, quella transatlantica e quella del mondo sono interconnesse”. Passaggio che ha ottenuto ben 480 voti a favore, con 137 contrari e 52 astenuti. Ok da FdI e Forza Italia, contrari Lega e M5s. Il Pd, di nuovo, si è spaccato a metà.
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