Da Senigallia il sostegno alla manifestazione per la pace e per l’Europa

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SENIGALLIA – Si allarga il consenso e aumentano le adesioni alla manifestazione per la pace e per l’Europa che si terrà sabato 15 marzo. Un’iniziativa partita dalle colonne di un giornale – l’intervento di Michele Serra su Repubblica – e divenuto in poco tempo un appello per dare corso a quell’Europa descritta negli atti costitutivi. A quella manifestazione parteciperanno anche le realtà che compongono la “Rete per la pace subito” di Senigallia. Che rilanciano.

Da un lato ci sono le spinte, che arrivano da più parti, al riarmo, al conflitto, a una modalità di gestione delle relazioni internazionali fondata sulla prepotenza e sui giochi di potere, persino sull’umiliazione del proprio interlocutore; dall’altro ci sono invece le vittime di quei conflitti e altri milioni di persone che auspicano la pace e cercano di praticarla ogni giorno, nel concreto delle loro vite. L’Europa è oggi un po’ nel mezzo di queste spinte, tra presidenti bellicisti e base popolare pacifista.

«È vero: l’Europa così come l’abbiamo conosciuta è in pericolo – sostengono dalla “Rete per la pace subito” di Senigallia -. L’Europa che, con tutti i suoi limiti, si ispira a libertà, democrazia e separazione dei poteri, a diritti e doveri uguali per tutti, allo stato sociale basato su solidarietà e inclusione, alla libertà religiosa ed alla laicità dello Stato … Questa Europa oggi non attraversa una crisi come altre, ma sembra procedere verso il precipizio sotto i colpi del nazionalismo e della guerra. Gli attuali governanti non prendono in considerazione la sua storia: l’Europa è nata proprio contro la guerra, in quanto dal 1950 in poi si sono uniti tra loro quegli stessi stati che appena pochi decenni prima avevano causato ben due guerre mondiali, dopo secoli in cui non avevano mai smesso di massacrarsi l’un l’altro, combattendosi in ogni continente per il possesso di nuove terre. Eppure questa Europa, dopo la sconfitta del nazifascismo nel 1945, imboccò una strada diversa: contribuì direttamente alla costituzione delle Nazioni Unite, si diede un Parlamento, un governo comunitario con una legislazione e organi di giustizia internazionali, cui si aggiunsero altri istituti destinati alla cooperazione tra gli stati in tema di economia, salute, ricerca scientifica, arte, istruzione e così via. Realtà imperfette, senza dubbio, tuttavia progressive».

Ora però si intravede il precipizio. Ogni scelta verso il riarmo è un passo in avanti decisivo per la catastrofe. «In questi ultimi anni di guerra – continuano gli attivisti senigalliesi – la UE e i singoli stati hanno scelto in Ucraina di seguire la sola via del riarmo e della impossibile «vittoria», e a Gaza di sostenere la presunta democrazia occidentale israeliana, rinunciando in entrambi i casi ad una politica autonoma, non appiattita sugli USA, invece di promuovere una azione diplomatica finalizzata al cessate il fuoco e all’avvio di negoziati. Così guerra e riarmo hanno alimentato il proliferare di nazionalismi e autoritarismo, che oggi mettono seriamente a rischio il futuro della UE e l’assetto democratico di molti singoli paesi». 

Da qui l’appello: «Siamo convinti che non basti manifestare con la sola bandiera dell’Europa e che occorra innalzare anche la bandiera della pace: il futuro e la sicurezza dell’Unione non possono essere affidati alle scelte dissennate di governanti che sostengono una nuova spaventosa corsa al riarmo (ottocento miliardi di euro!) o che sopravvalutano le minacce straniere per fini di consenso. L’Europa che vogliamo ripudia la guerra, è fondata sulla pace e i diritti umani, sulla dignità della persona, sui valori indivisibili e universali della libertà, della democrazia, dell’eguaglianza, della giustizia e della solidarietà. L’Europa che vogliamo è aperta, democratica, solidale e nonviolenta. È l’Europa dell’accoglienza di popoli, di lingue, di identità e di storie diverse; un’Europa che rifiuta i ricatti e il furto di risorse naturali spacciati come pace, che riconosce e rispetta i diritti dei migranti, il diritto d’asilo ai profughi ed ai rifugiati in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle conseguenze del cambiamento climatico». 

Queste le motivazioni che hanno portato la “Rete per la pace subito” di Senigallia non solo ad aderire alla manifestazione del 15 marzo prossimo, ma anche a rilanciarne l’appello: «Ci rivolgiamo a tutte le persone che a Senigallia e nel Paese riconoscono l’importanza dei valori del Manifesto di Ventotene, dell’unità politica europea e della centralità irrinunciabile della politica di pace. Inviamo questa proposta anche alle associazioni nazionali pacifiste perché, sebbene abbiano espresso critiche e rilievi alla proposta di manifestazione nazionale (che noi condividiamo), scelgano un atteggiamento costruttivo e unitario. Se davvero vogliamo rilanciare la politica europea e innalzare la sua bandiera, non possiamo fare a meno di issare al suo fianco il vessillo che rappresenta la politica di pace».





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