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La grande acquisizione di Conad da 700 milioni di euro dei punti vendita Auchan del 2019 è finita al centro delle indagini della procura e della Gdf di Bologna, iniziate anche sulla base di un articolo di MF-Milano Finanza pubblicato nel 2022.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna ha dato esecuzione giovedì 13 marzo a un decreto di sequestro preventivo su diversi soggetti risultati coinvolti, a vario titolo, in un’ipotesi di corruzione tra privati. Coinvolti, spiega la Gdf, «nella veste di corrotti, l’ex amministratore delegato e l’ex direttore finanziario della più importante catena della grande distribuzione operante in Italia e, nella veste di corruttori, un affermato imprenditore operante nel settore del trasporto su strada e un finanziere italiano, residente all’estero e già noto alle cronache giudiziarie».
L’operazione Conad-Auchan da 700 milioni e il ruolo di Mincione
Secondo quanto risulta a milanofinanza.it sono sotto la lente degli inquirenti si sono, fra gli altri, l’ex amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese, il responsabile finanziario della società Mauro Bosio e Raffaele Mincione, finanziere a capo del gruppo Wrm finito nell’inchiesta del Vaticano sul Palazzo di Londra di Sloane Avenue e condannato per peculato in primo grado dal tribunale della Santa Sede a 5 anni e sei mesi di reclusione (sentenza che Mincione ha appellato).
Nel 2019 Conad, guidata allora da Pugliese, aveva rilevato i punti vendita in Italia dei supermercati francesi diventando il primo retailer del mercato nel settore della gdo. E in questo modo ha scalzato la grande rivale di sempre, Coop Italia e facendo un salto dimensionale notevole al Nord, in particolare nel Nord Est.
Nove persone indagate per corruzione tra privati e autoriciclaggio
Complessivamente sono indagate dalla Procura della Repubblica di Bologna 9 persone per corruzione tra privati e autoriciclaggio e, «di conseguenza, è stato disposto ed eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente» per oltre 36,5 milioni di euro, di cui 28,64 milioni «quale profitto del reato corruttivo e, la parte restante (8 milioni) per autoriciclaggio.
Le attività di indagine, coordinate dal procuratore Francesco Caleca e dal sostituto procuratore Michela Guidi, sono partite da un esposto presentato alla Procura della Repubblica dai rappresentanti di due cooperative «socie di un noto consorzio». Le investigazioni, eseguite dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Bologna, avrebbero fatto emergere «plurime condotte corruttive finalizzate a ottenere indebiti vantaggi economici» in diversi ambiti.
Più in dettaglio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’ex amministratore delegato e l’ex direttore finanziario del consorzio hanno «dapprima costituito, con la complicità di propri familiari e con l’interposizione di una fiduciaria, una società di consulenza con sede a Milano». Successivamente avrebbero ottenuto somme per oltre 3 milioni da società di trasporto e di deposito in occasione della sottoscrizione di contratti di trasposto «e per 11,3 milioni da un noto imprenditore romano residente all’estero formalmente giustificati da fittizie prestazioni di consulenza».
La nota della Gdf sottolinea che Mincione – non citato dal comunicato stampa ma presente nell’ordinanza tra gli indagati – tramite un proprio gruppo societario con sede in Lussemburgo è divenuto «partner finanziario del consorzio nell’affare con cui, mediante una società “veicolo”, è stata rilevata la sub-holding italiana del gruppo Gdo francese titolare di svariati punti vendita (supermercati) e dei relativi immobili commerciali».
Ai fondi immobiliari gli edifici Auchan per 1 euro
Con questa operazione, gli immobili sono stati ceduti a fondi immobiliari gestiti dall’imprenditore e il consorzio si è «impegnato a cedere a quest’ultimo al prezzo simbolico di 1 euro una parte consistente della quota di partecipazione detenuta nella società “veicolo”».
L’analisi dei flussi finanziari collegati ai «pagamenti corruttivi ha consentito di ricostruire come questi siano stati impiegati, in larga parte, in attività di investimento effettuate con modalità tali da ostacolare la ricostruzione della provenienza delittuosa delle somme, e in parte in spese significative per attività ludiche, tra le quali, la sistematica partecipazione alla nota manifestazione automobilistica Mille Miglia con un’autovettura
storica acquistata proprio utilizzando i profitti illeciti». (riproduzione riservata)
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