Serra sulla manifestazione per l’Europa: “Piazza bizzarra con Calenda e Fratoianni. Rispetto M5s, Emergency e altri pacifisti che non aderiscono”

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“Quella del 15 marzo sarà una piazza decisamente anomala: una piazza dove ci sono Calenda e Fratoianni è perlomeno bizzarra“. Così, ai microfoni di 24 Mattino (Radio24), il giornalista Michele Serra, promotore della manifestazione “Una piazza per l’Europa” prevista a Roma per il 15 marzo, ironizza sul patchwork politico che parteciperà all’evento, sottolineando: “Il mio appello era comunque rivolto ai cittadini e questo vorrei che fosse chiaro. Dopodiché i partiti e i sindacati sono benvenuti, le associazioni per carità, ma, insomma, è un cittadino che ha detto ad altri cittadini: io vorrei che ci trovassimo tutti insieme per mettere in comune la nostra solitudine e tutte le domande che abbiamo da farci sull’Europa. Naturalmente – continua – mi stupirebbe vedere alla manifestazione i sostenitori di Trump e di Putin, i nazionalisti e i sovranisti, perché si tratta di una piazza europeista e quindi transnazionale nelle intenzioni e nei sogni. Il 15 marzo sul palco non parlerà nessun politico, e non perché sia una manifestazione antipolitica (al contrario), ma perché voglio e spero che sia una manifestazione di cittadini, di intellettuali, di artisti, di volontari, di aspiranti europei che dicono come sarebbe bello che l’Europa fosse e non è ancora”.

Serra aggiunge: “Questa è la piazza della gente che ha paura, che si sente stretta tra Putin e Trump, che non sa esattamente cosa fare. Vedo, peraltro, che la scena politica nazionale è incerta su che cosa voglia dire difesa europea e su cosa sia necessario votare. Ecco, in questo momento preciso devo dire che la politica è lo specchio effettivo della piazza. Spero di vedere una bandiera che non sventola praticamente mai e che se ne sta appesa davanti ai palazzi e negli uffici, rappresentando per adesso un insieme istituzionale e burocratico e stentando a rappresentare persino quei valori che hanno portato a fondare l’Unione Europea: pace, giustizia, libertà“.

Stoccata del giornalista alla politica italiana: “Trovo paradossale che uno qualunque come me, e pure del tutto casualmente, si ritrovi a cercare di riempire almeno di persone un vuoto che dovrebbe essere riempito dai partiti e dalla politica. Allo stato attuale, le adesioni dei singoli cittadini sono veramente in un numero impressionante. C’è un bisogno di riconoscersi in qualche cosa che tenga assieme appunto pace e libertà. Che l’Europa debba difendersi – continua – penso che ogni cittadino europeo in questo momento lo capisca, tanto più nel momento in cui è cambiato il mondo con Trump alla Casa Bianca e quindi è cambiato lo stesso concetto di Occidente. Tutti sono d’accordo sull’esigenza di proteggersi e di difendere noi stessi: difendere cioè non dei territori, ma dei valori, come la libertà e la democrazia“.

Circa il niet di Giuseppe Conte ad aderire all’iniziativa, Serra precisa: “Ringrazio chi verrà e rispetto profondamente chi non verrà, ma ci sono anche altre associazioni che hanno avuto un dibattito interno. Si tratta di associazioni pacifiste che hanno deciso di non venire. Mi sarebbe molto piaciuto che ci fosse Emergency, ma preferisce non esserci perché pensa: ma se poi in piazza incontro quello, cosa ci diciamo, visto che non siamo d’accordo su nulla?“.

E conclude: “La mia illusione è che prima o poi la bandiera europea finalmente riesca a rappresentare qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti complicati, cosa che non è accaduto negli ultimi anni. Sono abbastanza vecchio per ricordarmi la carneficina nella ex Jugoslavia e la totale drammatica inesistenza di una presenza europea che potesse cercare almeno di salvare gli inermi. Sono passati trent’anni, accidenti, e quello fu un momento nel quale un sacco di persone, cittadini, volontari, intellettuali, si sono chiesti già allora dove fosse l’Europa. Ecco – chiosa – per non dovercelo chiedere in eterno, cominciamo a chiedercelo da subito e proviamo a dire che l’Europa siamo intanto noi cittadini europei, cioè noi che ci riconosciamo in un pacchetto di valori fondativi: pace, giustizia, libertà, Stato sociale, solidarietà, tolleranza. Vorrei mettere l’accento su questa parola stranissima, tolleranza: quasi tutti prendono la parola per sgridare gli altri e per dirgli non hanno capito niente, anche in politica. Forse bisognerebbe cominciare ad ascoltarsi un po’ di più”.



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