Pordenone è la Capitale italiana della Cultura 2027

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Non è stato certo un buon inizio d’anno per la Capitale italiana della Cultura in carica, Agrigento, che tra ritardi e polemiche sta ora cercando di correggere il tiro in corsa, prima di passare a L’Aquila il testimone per il 2026 (quando esordirà anche l’iniziativa per la Capitale italiana dell’Arte Contemporanea, individuata per la prima edizione in Gibellina).

La proclamazione della Capitale italiana della Cultura 2027

Nel frattempo, però, al Ministero della Cultura si decidono i giochi per il 2027, che attribuiscono alla città vincitrice un milione di euro per attuare il programma culturale contenuto nel dossier di candidatura giudicato più idoneo dalla Giuria incaricata di consigliare il Ministro, presieduta da Davide Maria Desario. A contendersi il titolo – istituito nel 2014 dall’allora ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, a seguito della nomina di Matera a Capitale europea della Cultura 2019 – erano rimaste in dieci: Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Pordenone (Friuli Venezia Giulia), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania), Savona (Liguria). E al cospetto dei sindaci finalisti riuniti presso la Sala Spadolini del MiC per la cerimonia di proclamazione ufficiale, Alessandro Giuli ha decretato la vittoria di Pordenone, eletta Capitale italiana della Cultura “all’unanimità della Giuria, con giudizio eccellente”. L’assegnazione conduce verso il quadrante Nord-Est dell’Italia – attualmente illuminato dalla presenza della Capitale europea della Cultura in carica, Gorizia – nonostante l’ampia rappresentanza del Sud nella rosa dei finalisti.

Pordenone, centro città

Pordenone è la Capitale italiana della Cultura 2027

E proprio il dossier presentato dal Comune del Friuli Venezia Giulia, dal titolo esplicativo Pordenone 2027. Città che sorprende, esplicita la volontà di riabilitare una porzione di territorio nazionale troppo raramente associato all’immaginario culturale e turistico. “Ha vinto una città, un territorio intero. Pordenone solitamente è fuori dall’immaginario collettivo italiano, o se presente è segnalata per la caserme, perché ci sono le fabbriche o perché siamo vicino a Venezia”, spiega il sindaco Alberto Parigi, ringraziando la giuria e invitando alla collaborazione le altre città finaliste “Oggi la commissione ci ha ricollocato in modo corretto in questa mappa dell’immaginario collettivo: avete acceso un faro su un pezzo d’Italia, che estendo a tutta la provincia del Nord-Est profondo, consentendoci di svelare tutta la nostra identità. Non siamo una comunità che pensa solo a ‘fare schei’, c’è un territorio che combina cultura e impresa, cultura e lavoro, che ricuce il dualismo tra città a vocazione culturale e città imprenditoriale. Oggi Pordenone e il suo territorio diventano grandi: ci consentite di diventare adulti, esprimendo a pieno quel potenziale culturale che rischiava di restare inespresso o misconosciuto. Siamo pronti a sorprendere l’Italia”.

PAFF! International Museum of Comic Art, Pordenone © 2024
PAFF! International Museum of Comic Art, Pordenone © 2024

Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027. La motivazione

Questa la motivazione che riassume la scelta della giuria: “Il dossier propone un modello di valorizzazione culturale innovativo e inclusivo capace di coniugare tradizione e contemporaneità. L’approccio strategico mira a rafforzare l’identità del territorio attraverso progetti che intrecciano il patrimonio storico, arti visive cinema e partecipazione attiva della comunità. Particolarmente apprezzata la capacità di attivare un processo di coinvolgimento diffuso che reinterpreta il legame tra memoria, territorio e creatività. Il progetto si distingue per la volontà di rendere la cultura un motore di sviluppo sostenibile, con un programma articolato ampio e diversificato. La strategia di investimento è solida e coerente con gli obiettivi, con un impatto atteso significativo sul tessuto socio economico. Apprezzata, inoltre, l’integrazione tra istituzioni culturali e sistema museale, università, realtà associative che garantisce una rete solida e partecipativa. La particolare attenzione rivolta ai giovani non soltanto come fruitori ma come protagonisti del processo creativo conferma la visione dinamica e inclusiva del progetto. Il dossier soddisfa gli indicatori del bando ponendosi come modello di progettazione culturale innovativa e condivisa“.

Un quadro d’insieme sulla crescita dell’iniziativa Capitale italiana della cultura

Spetta però a Desario sottolineare come tutte le dieci città finaliste, abbiamo dimostrato, con i loro progetti, “visione e capacità manageriali e di valorizzazione del patrimonio del territorio, realizzando un programma ricco e trasversale. Abbiamo visto professionalità, passione, un grande senso di squadra. La qualità complessiva dei progetti è stata ottima, a riprova che l’iniziativa di Capitale della Cultura sta crescendo sempre di più”. Per questo la giuria torna a ribadire l’appello al Ministero perché compensi con un riconoscimento economico (oltre che morale) anche le altre città finaliste, ricevendo una risposta possibilista dal Ministro Giuli: “Faremo il massimo perché tutto ciò avvenga con maggiore impegno di risorse. Il lavoro svolto dalle città candidate è di altissimo livello: la trasversalità e la totale indifferenza ai condizionamenti ideologici rappresentano un punto di forza di questa manifestazione, indicando un modello possibile di dialogo tra le istituzioni e la città”. Tutte le finaliste potranno intanto accedere al progetto Cantiere Città (da quest’anno ampliato con una Junior Edition), nato con l’intento di non far disperdere le progettualità presentate.

Livia Montagnoli

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