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Il percorso verso la neutralità climatica delle regioni italiane è ancora in fase di evoluzione, caratterizzato da numerosi esempi positivi, ma la strada da percorrere rimane lunga. Infatti, “nessuna regione può dirsi completamente in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione” fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) in tutti i settori.
Questa è la conclusione del rapporto CIRO 2025 (Climate Indicators for Italian RegiOns), redatto da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA. Il documento fornisce una mappatura approfondita delle prestazioni regionali in tutte le aree coinvolte nel processo di decarbonizzazione del nostro Paese, che punta a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e a ridurre del 43,7% le emissioni nei settori non ETS (target ESR).
La Campania si conferma leader nazionale con un’emissione di 3,2 tonnellate di CO2 equivalente pro capite (tCO2eq/ab) nel 2022, il dato più basso in Italia. Seguono Lazio (5 tCO2eq/ab) e Marche (5,5 tCO2eq/ab), mentre la Liguria si distingue per aver ridotto le sue emissioni del 65% dal 1990, superando in anticipo gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Questo successo ligure è principalmente attribuibile alla trasformazione del sistema energetico regionale, con la graduale eliminazione del carbone e un forte impegno verso infrastrutture a basse emissioni. Veneto (-35%) e Puglia (-34%) completano il podio delle regioni che hanno registrato le riduzioni più significative delle proprie emissioni storiche, dimostrando come politiche integrate in ambito energetico e dei trasporti possano produrre cambiamenti rilevanti. Tuttavia, le regioni industriali restano più vulnerabili, e l’allineamento agli obiettivi ESR (Effort Sharing Regulation) richiederà misure strutturali e mirate.
In merito all’utilizzo di energie consumate provenienti da fonti rinnovabili, con il 96% , la Valle d’Aosta si distingue come la regione più virtuosa a livello nazionale. Questo risultato è il frutto di un mix energetico che vede dominare l’idroelettrico (83% della produzione), con il restante 17% derivante da un piano di espansione eolico e fotovoltaico. La Lombardia si posiziona invece al vertice per quanto riguarda le nuove installazioni nel 2023, grazie a politiche di incentivo efficaci e a una gestione rapida delle autorizzazioni per gli impianti.
Tuttavia, il rapporto sulla transizione verso la neutralità climatica evidenzia come il Sud Italia, nonostante il suo alto potenziale solare non ancora sfruttato, continui a registrare livelli di penetrazione delle rinnovabili al di sotto della media nazionale. Queste disuguaglianze potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC.
Il Centro-Sud però si fa notare per performance superiori alla media nazionale nell’ambito dell’efficienza energetica, con la Campania che si posiziona al vertice per i consumi più contenuti. Tuttavia, è la Valle d’Aosta a registrare l’incremento più significativo, con una riduzione del 13% dei consumi tra il 2017 e il 2022. Questi risultati sono il riflesso di fattori climatici favorevoli, uniti a politiche attive di riqualificazione edilizia e promozione della mobilità sostenibile. Il rapporto evidenzia anche i progressi della Sardegna, che ha compiuto notevoli passi avanti nell’elettrificazione dei processi industriali, con un incremento del 22% rispetto al 2020, dimostrando che la transizione verso soluzioni più ecologiche è realizzabile anche in settori storicamente ad alto consumo energetico.
Per quanto concerne le emissioni per settori economici la Liguria si distingue come la regione con le emissioni più basse nel settore agricolo, con un rapporto di solo 0,3 bovini ogni 100 abitanti e una vasta area destinata all’agricoltura biologica. Toscana, Calabria e Sicilia, invece, occupano i primi posti per quanto riguarda la superficie agricola biologica, coprendo insieme il 35% della superficie totale nazionale. Questi risultati sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi LULUCF (Uso del Suolo, Cambiamento di Uso del Suolo e Foreste), che per l’Italia prevedono un assorbimento netto di -35,8 MtCO2eq entro il 2030. Il Trentino-Alto Adige si colloca al primo posto per l’efficienza delle emissioni nel settore industriale, con 2,1 tCO2eq per mille euro di valore aggiunto, seguito dalla Campania (2,3) e dalla Lombardia (2,5). La Sardegna, invece, vanta il più alto tasso di elettrificazione dei processi industriali (47%), un modello che può essere adottato anche in altre regioni ad alta intensità energetica.
Il Lazio guida la classifica delle immatricolazioni di veicoli elettrici (23% del totale nazionale nel 2024), grazie a un sistema di incentivi e infrastrutture di ricarica ben integrato. Calabria, Valle d’Aosta e Basilicata, inoltre, hanno ridotto le emissioni del settore dei trasporti del 28% rispetto al 2015, puntando su soluzioni di mobilità condivisa e sull’ampliamento del trasporto pubblico.
Nonostante i progressi compiuti nella riduzione delle emissioni e in altre aree della neutralità climatica, il rapporto CIRO 2025 lancia un monito per il Nord Italia, dove Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto rappresentano il 63% degli eventi estremi legati al clima a livello nazionale. I dati climatici di gennaio 2025 confermano tale tendenza, con anomalie di +1,83°C al Nord rispetto alla media del periodo 1991-2020. Questi eventi richiedono un rafforzamento delle politiche di adattamento, particolarmente urgenti nelle regioni del bacino padano, dove l’aumento medio delle temperature supera di 0,3°C la media nazionale.
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