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(AGENPARL) – Roma, 12 Marzo 2025
Le elezioni in Groenlandia hanno prodotto un risultato sorprendente e storico, con i partiti tradizionali di sinistra e centro-sinistra, che hanno governato per decenni, drasticamente ridimensionati. Per la prima volta, il parlamento groenlandese potrebbe essere dominato da forze politiche di centro-destra e filoamericane, aprendo la porta a una nuova fase nei rapporti con gli Stati Uniti e l’amministrazione di Donald Trump.
Un risultato storico e inaspettato
Le elezioni si sono svolte in un contesto di crescente dibattito sull’indipendenza della Groenlandia e sull’attenzione internazionale ricevuta, in particolare dagli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump, in passato, aveva espresso interesse per l’isola e per le sue risorse strategiche, scatenando forti reazioni politiche a livello locale e internazionale.
I risultati preliminari mostrano un drastico ridimensionamento dei partiti che hanno dominato la politica groenlandese dagli anni ’70. L’Inuit Ataqatigiit (IA) di sinistra e il Siumut di centro-sinistra, entrambi favorevoli all’indipendenza ma poco inclini a collaborare con Washington, hanno subito pesanti sconfitte. IA è sceso da 12 a 5 seggi, mentre Siumut è crollato da 10 a 4 seggi.
Se dovessero lasciare il potere, come appare ormai certo, sarebbe la prima volta nella storia moderna della Groenlandia che il governo non è guidato da uno di questi due partiti.
Chi ha vinto e cosa cambierà?
A emergere come forza dominante è stato il partito di centro-destra Democratici, che ha guadagnato 21 punti percentuali e aumentato i seggi da 3 a 10. Al secondo posto si è classificato Naleraq, un partito centrista fortemente indipendentista, che ha raddoppiato la sua rappresentanza parlamentare da 4 a 8 seggi.
Questi due partiti, insieme, hanno i numeri per formare un nuovo governo e le trattative per una coalizione sono già in corso.
Un Governo più vicino a Trump?
Naleraq si è distinto come il partito più filoamericano della Groenlandia. Sebbene non esista un partito esplicitamente pro-Trump, Naleraq ha chiarito che, se al governo, intende collaborare attivamente con gli Stati Uniti in vista dell’indipendenza del Paese.
Il leader del partito, Pele Broberg, ha espresso apertamente queste posizioni in un articolo pubblicato su USNEWS alla vigilia del voto. Broberg ha affermato che la Groenlandia potrebbe crescere più rapidamente e garantire maggiori benefici ai suoi cittadini separandosi dall’Europa, sostenendo che il presidente Trump abbia dimostrato maggiore interesse e supporto per l’indipendenza groenlandese rispetto alla Danimarca o all’Unione Europea.
Nel suo intervento, Broberg ha dichiarato:
“Il presidente degli Stati Uniti ci ha offerto garanzie di sicurezza, sostegno finanziario e, se lo desideriamo, la cittadinanza statunitense nel caso in cui decidessimo di recidere i legami con la Danimarca. Nessun altro leader in Danimarca o nell’UE ha espresso un sostegno così forte all’indipendenza della Groenlandia.”
Quale futuro per la Groenlandia?
Secondo Broberg, la Groenlandia non vuole semplicemente passare sotto il controllo di un’altra potenza, ma cerca un modello di stretta alleanza con gli Stati Uniti simile a quello di Micronesia, Isole Marshall e Palau, che godono di uno “status di libera associazione” con Washington.
La proposta di Naleraq è chiara:
“Otterremmo il sostegno e la protezione degli Stati Uniti in cambio di diritti militari, senza diventare un territorio degli Stati Uniti.”
Se questa visione dovesse concretizzarsi, la Groenlandia potrebbe trasformarsi in un partner strategico di Washington nel Nord Atlantico, con implicazioni geopolitiche significative.
L’esito delle elezioni in Groenlandia rappresenta una svolta storica e potrebbe portare alla nascita di un governo più favorevole agli Stati Uniti e al presidente Trump. Se Naleraq e i Democratici riusciranno a formare una coalizione stabile, la Groenlandia potrebbe accelerare il suo percorso verso l’indipendenza e rafforzare i legami con Washington, ridefinendo il suo ruolo sulla scena internazionale.
Resta ora da vedere come reagirà la Danimarca a questi sviluppi e se il nuovo governo groenlandese sarà in grado di trasformare la sua visione in realtà.
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