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Ogni anno ad Agrigento si svolge uno degli eventi più attesi e affascinanti dell’isola: il Festival “Mandorlo in Fiore”. Un evento di grande impatto turistico, profondamente legato a ricette di alcuni dei dolci siciliani più famosi al mondo.
Il Festival del “Mandorlo in Fiore” ha radici profonde nella storia, una consuetudine oggi arrivata fino a noi di festeggiare la fioritura dei mandorli come simbolo di rinascita della natura dopo il rigido inverno. Questo festival è diventato ormai un’icona della primavera siciliana, attirando visitatori da ogni angolo del mondo. Una tradizione che risale al 1934 quando, nella sala d’elite dell’Hôtel des temples, alcuni nobili con spiccata creatività cominciarono a fantasticare su come festeggiare l’arrivo anticipato della primavera. L’idea avanzata dal dott. Alfonso Gaetani, Conte d’Osero di Naro, e l’ambasciatore di Francia, il conte Charles De Chambrun era quella di realizzare una festa all’insegna del divertimento, sfruttando l’occasione per promuovere i prodotti agricoli locali. Nacque così il 7 febbraio del 1934 la Sagra del Mandorlo fiorito che per motivi logistici fu spostata ad Agrigento, essendo una città più grande rispetto a Nora.
Un Festival di grande successo arrivato fino ai giorni nostri, programmato con cura per consentire ai visitatori di cogliere appieno la magnifica fioritura dei mandorli. Quest’anno, la 77esima edizione è organizzata nell’ambito delle celebrazioni per Agrigento 2025, capitale italiana della cultura, dall’8 al 16 marzo 2025, trasformando Agrigento in un paradiso di petali e offrendo agli ospiti un’esperienza unica nel suo genere: cogliere appieno la magnifica fioritura dei mandorli. Saranno presenti artisti locali e internazionali, musicisti, gruppi folcloristici, chef e produttori locali per rendere il festival un vero spettacolo di talento e creatività.
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Un interessante evento che vuole essere celebrativo anche nei confronti di uno dei prodotti per eccellenza dell’Isola, presente in gran parte delle ricette dolci e salate: la mandorla. Il ruolo della mandorla nella cucina siciliana è di primaria importanza: oggi, nell’isola, vengono prodotte ogni anno 50-60mila tonnellate di mandorle, anche se il suo ruolo negli ultimi anni è sempre più insidiato dalla Puglia. Ad Agrigento in particolare, fino agli anni sessanta era la prima zona produttrice, in termini di quantità e qualità, grazie a una cospicua estensione di terreni in cui la mandorlicoltura era condotta con metodi tradizionali e varietà autoctone.
Sono tante le ricette che avvalorano l’importanza della mandorla siciliana, basti pensare alla pasta di mandorle o pasta reale, l’ingrediente della frutta di Martorana un trionfo di colori e di sapori: un dolce che prende il nome da Eloisa da Martorana, la quale fondò il convento palermitano “della Martorana” in suo onore, e allo stesso modo furono anche chiamati i dolcetti preparati dalle suore alcuni secoli dopo. Un complesso con uno dei giardini più belli di tutta Palermo ricco di aranci, cedri e limoni da qui la nascita della frutta martorana. La leggenda vuole che il Vescovo dell’epoca desiderasse vedere questo giardino ricco di frutta ma quando le monache si resero conto però che gli alberi erano spogli a causa del raccolto diedero vita alla creazione della frutta finta con una pasta di miele e mandorle per replicare quella vera. Il risultato è stato esilarante: pesche, fichi, fragole, pere, castagne numerosi sono i variopinti dolcetti fatti di acqua, zucchero e mandorle, poi modellati e dipinti per replicare la forma della frutta.
Succulento poi il cuscus dolce agrigentino, un’invenzione delle suore cistercensi della Badia Grande del Monastero dello Spirito Santo di Agrigento per le feste natalizie. Il cuscus viene bollito in acqua e succo d’arancia e poi condito con burro, zucchero a velo, gocce di cioccolato fondente, mandorle tostate pelate, pistacchi, zucca candita e cannella.
Non può mancare tra le ricette tradizionali a base di mandorle il pesto alla trapanese con basilico, aglio, sale, pepe, pomodorini o pomodori maturi e olio extravergine d’oliva, con l’eventuale aggiunta dell’origano e, in qualche caso, del pecorino. E per concludere in dolcezza la famosa granita alle mandorle. Secondo alcune fonti storiche le origini della granita siciliana risalirebbero al periodo in cui gli arabi dominarono la Sicilia; questi ultimi diffusero la ricetta di un tipo particolare di sorbetto, che non era altro che una bevanda ghiacciata aromatizzata con essenze di frutta o acqua di rose. Il primo gusto è stato quello limone, per poi giungere alla più amata granita alle mandorle da accompagnare rigorosamente con la brioche col tuppo.
Infine, tipico dolce dello street food siciliano che ha origini arabe è la cubbaita di mandorle infatti il suo nome deriva dall’arabo “quibbiat” e significa mandorlato. Questo dolce croccante è composto da mandorle tostate, semi di sesamo e miele, aromatizzato con scorza di arancia gustato per Natale e non solo, anche durante le sagre siciliane.
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