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Bandiera abkhaza e urna elettorale © zmotions/Shutterstock


Le elezioni anticipate abkhaze si sono tenute il 15 febbraio e il secondo turno lo scorso 1 marzo. L’influenza russa è stata piuttosto consistente, a favore del presidente ad interim Badra Gunba che ha vinto il ballottaggio col 55% di preferenze

Alle elezioni anticipate in Abkhazia si è giunti a causa della crisi politica – l’ennesima di questo tipo – che ha portato alle dimissioni del Presidente Aslan Bzhania. La causa della crisi è stata un accordo con la Russia che consente ai russi, che hanno un potere di acquisto molto più elevato degli abkhazi, di poter acquistare proprietà nella piccola regione secessionista georgiana. In attesa del voto, Bzhania è stato sostituito ad interim dal suo vicepresidente, Badra Gunba, cosa che ha causato non pochi problemi.

A gennaio la Commissione Elettorale Centrale ha registrato come candidati alle elezioni presidenziali anticipate proprio il vicepresidente Badra Gunba, il capo dell’opposizione Movimento popolare abkhazo ed ex ministro dell’Economia (2015-2020) Adgur Ardzinba, l’ex presidente della Corte dei Conti dell’Abkhazia Robert Arshba, l’ex rappresentante commerciale dell’Abkhazia presso la Federazione Russa Oleg Bartsits e il presidente della Banca per lo sviluppo del Mar Nero Adgur Khurkhumal.

Per tutta la campagna elettorale Gunba ha continuato a svolgere il ruolo di presidente de facto e di candidato, il che lo ha favorito notevolmente in termini di visibilità e di contatti, nonostante questo sia in netta violazione del codice elettorale abkhazo.

Il quadro della campagna si è delineato quindi con un candidato che si è comportato per tutto il tempo come se fosse già il presidente eletto: rappresentando il paese, prendendo decisioni relative a incarichi e dimissioni e interloquendo attivamente con il suo sponsor diretto, la Federazione russa. Mosca ha contribuito notevolmente a rafforzare la posizione elettorale di Gunba, che è chiaramente il suo prediletto fra i candidati, creando un’inedita forma di voto di scambio: improvvisamente le spigolosità dei mesi precedenti si sono appianate e intorno a Gunba si è creata tutta una serie di interventi russi pro-Abkhazia.

Lo sponsor moscovita

L’1 febbraio Gunba ha incontrato lo staff dell’amministrazione presidenziale russa per la riapertura dell’aeroporto. L’aeroporto di Sukhumi è chiuso dalla prima guerra abkhaza, ma la Russia ora vi ha investito facendone uno scalo a duplice uso (civile e militare). Per il momento i voli saranno solo fra Russia e Abkazia, e da maggio saranno frequenti. Ci sarà poi un importante investimento sul valico di frontiera e sul potenziamento della linea ferroviaria Abkhazia-Sukhumi. Tutte infrastrutture che legheranno a doppio filo l’Abkhazia e la Russia.

Il primo volo c’è già stato, il Sukhumi-Mosca, e ovviamente a bordo c’era Gunba che ha fatto il suo ingresso trionfale in aeroporto per il primo volo dopo tre decenni, insieme a 200 studenti abkhazi che studiano in università russe. Dopo pochi giorni, sempre prima del primo turno, Gunba era a Mosca dove è stato ricevuto dai ministri delle Finanze, dei Trasporti, della Sanità, dell’Energia e degli Esteri. Durante questo viaggio si sono sbloccati 344 milioni di rubli russi per l’Abkhazia, cioè 3 milioni e mezzo di euro per lo sviluppo economico e sociale. Il giorno dopo, all’Abkhazia è tornata l’elettricità dopo un inverno passato al buio, fra ricatti e minacce.

Il 15 febbraio 152 seggi elettorali in Abkhazia e due ulteriori in Russia per la circoscrizione estero a Mosca e Cherkessk si sono aperti per accogliere i 135.000 aventi diritto. Il numero dei votanti è stato di 98.600, e nessuno dei candidati ha superato la soglia del 50% +1 dei voti necessari per essere eletto presidente. Gunba ha avuto il 46% delle preferenze e Ardzinba il 36%.

Appena usciti i risultati, l’ex ministro degli Esteri de facto Sergey Shamba si è affrettato a ricordare che Gunba ha riportato le buone relazioni fra Abkhazia e Russia. Il 18 febbraio il ministero delle Finanze di Sukhumi ha reso noto che la Russia aveva trasferito la seconda tranche di assistenza finanziaria per il pagamento degli stipendi ai dipendenti del settore pubblico in Abkhazia, rimasti a secco dopo le turbolenze dell’ultimo periodo di Bzhania e del locale parlamento, riottoso ad accettare i diktat russi.

Fra le due tornate elettorali dalla Russia è arrivata qualche decina di autobus per portare gli studenti abkhazi a scuola, parte di un accordo raggiunto da Gunba a inizio anno fra lui e il primo vice-capo dell’amministrazione presidenziale russa Sergey Kiriyenko. Poi, il 23 febbraio Gunba ha ricevuto la visita del ministro russo della Sanità Mikhail Murashko e insieme hanno visitato la costruzione dell’ospedale pediatrico di Sukhumi.

I risultati

Questa campagna e il ruolo della Russia non sono piaciute a molti, dentro e fuori la repubblica de facto.

L’opposizione georgiana è insorta contro la riapertura dell’aeroporto, azzardo contro la sovranità georgiana che mai Mosca aveva osato fare. L’auto-proclamatosi governo georgiano invece non ha commentato, per quanto lo status di questo aeroporto riguardi direttamente il paese visto che riguarda quella che de jure è la sua territorialità.

All’interno del paese questa campagna così fortemente condizionata dal protagonismo di Gunba spalleggiato da Mosca ha suscitato tensioni anche interetniche. All’esito del primo turno si sono registrate criticità verso la comunità armena, accusata di votare in blocco per Gunba.

Anche in questo caso è intervenuta Mosca: il comitato investigativo ha dichiarato di aver avviato un procedimento penale per incitamento all’odio e all’inimicizia con la minaccia di violenza contro armeni, russi e abkhazi che vivono nella Repubblica di Abkhazia e hanno la cittadinanza della Federazione Russa. Hanno invece perso il passaporto russo nei mesi passati membri dell’opposizione, uno dei tanti segnali mandati da Mosca.

Le elezioni si sono concluse con Gunba al 55% e Ardzinba – apertamente vituperato da Mosca per tutta la campagna – al 42%, i restanti voti “conto tutti”, in una giornata carica di tensioni, problemi con le schede elettorali e un seggio preso d’assalto da uomini mascherati.





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