Due assegni che ti fanno aumentare la pensione

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Questi due assegni fanno aumentare la pensione. Come cantano i Gemelli Diversi con il brano Per farti sorridere: “Con la nostra vita di corsa, con lo scatto alla risposta, con un altro aumento all’imposta e una losca cosca che imbosca. Questo mondo è freddo ma rido e mi sento fortunato perché tutto ha un prezzo ma nulla vale quanto un tuo bacio”.

Tutte le cose materiali hanno un prezzo. Non tutte le persone, però, dispongono di abbastanza denaro per poter comprare sempre e comunque tutto ciò che desiderano.

Lo sanno bene, purtroppo, i tanti pensionati che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Questo a causa dell’importo dei trattamenti pensionistici che spesso sono così bassi da rivelarsi inadeguati al caro vita. Proprio al fine di andare incontro alle esigenze delle persone economicamente in difficoltà, lo Stato mette a disposizione delle misure che permettono di aumentare l’importo delle pensioni. Di seguito vedremo assieme di quali si tratta.

Due assegni che ti fanno aumentare la pensione

I pensionati in possesso di determinati requisiti possono incrementare l’importo del trattamento previdenziale grazie a due misure, ovvero l’assegno di inclusione e l’assegno sociale. Quest’ultimo, come spiegato sul sito dell’Inps, è destinato ai soggetti aventi almeno 67 anni in stato di bisogno economico. Entrano nei dettagli, l’importo dell’assegno sociale è:

pari a 534,41 euro per 13 mensilità. Il limite di reddito è pari a 6.947,33 euro annui e 13.894,66 euro, se il soggetto è coniugato“.

L’assegno viene erogato in misura intera ai soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito e ai soggetti coniugati che hanno un reddito familiare inferiore all’importo totale annuo dell’assegno. Tale trattamento è riconosciuto in misura ridotta, invece, ai:

  • “soggetti non coniugati che hanno un reddito inferiore all’importo annuo dell’Assegno;
  • i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra l’ammontare annuo dell’Assegno e il doppio dell’importo annuo dell’Assegno”.

Chi ha diritto all’assegno di inclusione

L’assegno di inclusione è riconosciuto ai nuclei famigliari che presentano al loro interno un minore, una persona disabile oppure over 60. Il tutto a patto di presentare un Isee pari a massimo 10.140 euro e reddito familiare inferiore a 6.500 euro annui. Tale limite viene moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza e per questo può risultare più alto.

Se il nucleo familiare, è sottolineato sul sito dell’istituto di previdenza, è composto da soggetti aventi tutti un’età pari o superiore a 67 anni oppure da persone con età pari o superiore a 67 anni e altri familiari in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è pari a 8.190 euro all’anno.

Nel caso in cui il soggetto richiedente risieda in un’abitazione in locazione, la soglia del reddito familiare è pari a 10.140 euro. Tali variazioni hanno portato anche ad un incremento dell’importo dell’assegno di inclusione. In particolare, come riportato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, tale assegno prevede:

un’integrazione del reddito familiare fino a euro 6.500 annui, ovvero euro 8.190 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”. Può essere un’eventuale contributo per l’affitto “fino ad un massimo di euro 3.640 annui, ovvero 1.950 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza”.

L’importo di tale trattamento, comunque, non può essere inferiore a quota 480 euro annui. Sia l’assegno di inclusione che l’assegno sociale, ricordiamo, non sono riconosciuti in automatico. Bensì i soggetti interessati e aventi diritto devono presentare apposita richiesta attraverso il sito dell’Inps oppure rivolgersi a un Caf o Patronato.



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