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Si studia la biodiversità nascosta dell’isola.
Ha preso ufficialmente il via la prima fase del progetto di ricerca “Elba Sotterranea”, un’iniziativa scientifica volta a esplorare e documentare la biodiversità ipogea dell’Isola d’Elba.
L’obiettivo è indagare gli ambienti sotterranei naturali e artificiali dell’isola, per comprendere meglio la fauna che li popola e le condizioni ambientali che li caratterizzano.
Le operazioni sul campo sono condotte da un team di esperti dell’Università di Torino, sotto la guida del Prof. Marco Isaia, e dalla World Biodiversity Association onlus, con il coordinamento di Leonardo Forbicioni (curatore del Nat-Lab).
Il progetto si avvale del supporto del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, che riconosce l’importanza di queste ricerche per la conservazione della biodiversità locale.
UNA BIODIVERSITÀ ANCORA POCO STUDIATA
Nonostante la ricchezza di ambienti naturali presenti sull’Isola d’Elba, la fauna sotterranea è ancora in gran parte sconosciuta.
Finora, gli studi condotti si sono limitati a segnalazioni sporadiche di alcune specie ipogee, tra cui il ragno Protoleptoneta baccettii, un relitto della foresta boreotropicale giurassica della Laurasia, e alcune specie di coleotteri sotterranei come Otiorhynchus bartolozzii, Otiorhynchus giustii e Lathrobium lottii, note per singole località ipogee o sotterranee superficiali.
Ad oggi, non esiste un’indagine complessiva sulla biodiversità sotterranea dell’isola, né tantomeno studi mirati sul cosiddetto MSS (Milieu Souterrain Superficiel), ovvero l’ambiente sotterraneo superficiale, né sulle cavità artificiali come miniere e tunnel.
L’obiettivo del progetto è dunque quello di fornire un quadro preliminare della composizione faunistica ipogea dell’Elba, studiando le tre principali tipologie di habitat sotterranei: grotte naturali, cavità artificiali e MSS.
UNA PRIMA FASE OPERATIVA SUL CAMPO
Il progetto è entrato nel vivo con la messa in sede delle trappole per il monitoraggio della fauna ipogea, un passaggio cruciale per raccogliere dati sulla presenza e distribuzione delle specie sotterranee. La metodologia prevede l’utilizzo di diverse tecniche di campionamento, tra cui:
– Pitfall trapping, ovvero trappole a caduta con attrattivo e soluzione preservativa, posizionate in grotte e miniere per intercettare una vasta gamma di organismi;
– Ricerca visiva, attraverso la raccolta manuale degli artropodi mediante strumenti come aspiratori e pinzette;
– Trappole MSS, dispositivi specifici per l’ambiente sotterraneo superficiale, posizionati in zone di rocce fratturate o nei pressi di cavità naturali per intercettare fauna poco conosciuta.
I dati raccolti in questa fase saranno fondamentali per caratterizzare la biodiversità sotterranea dell’Elba e valutare le condizioni ambientali degli habitat studiati, grazie anche al monitoraggio di temperatura e umidità con l’ausilio di datalogger programmabili.
UN’INDAGINE DI LUNGO PERIODO
Le attività di campo proseguiranno per i prossimi mesi.
Il campionamento avverrà tra marzo e luglio 2025, con almeno due spedizioni principali: la prima dedicata alla predisposizione delle trappole e alla valutazione preliminare dei siti, la seconda destinata alla raccolta dei campioni e all’analisi della fauna rinvenuta.
A seconda dei risultati ottenuti, si valuterà la possibilità di un ulteriore monitoraggio nel corso dell’anno successivo.
Tutto il materiale raccolto sarà analizzato nei laboratori dell’Università di Torino e presso il Nat-Lab, dove verrà identificato da specialisti in diversi gruppi tassonomici, tra cui ragni, pseudoscorpioni, coleotteri e ortotteri.
I risultati della ricerca verranno poi utilizzati per future attività di divulgazione scientifica e conservazione, contribuendo a una maggiore tutela degli ecosistemi sotterranei dell’Elba.
Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per far luce su una biodiversità ancora sconosciuta e per rafforzare la consapevolezza sull’importanza della conservazione degli habitat ipogei, veri scrigni di vita nascosta.
Per informazioni e aggiornamenti:
Università di Torino – Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi
World Biodiversity Association onlus
Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano
Foto di Collu Monica
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