200 mila posti di lavoro per i professionisti

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  • La filiera degli smart building offre nuove opportunità lavorative per professionisti: dagli ingegneri agli idraulici, dai progettisti agli installatori, fino agli operai specializzati.
  • La maggior parte dei candidati nel settore edilizio non possiede le competenze green e smart necessarie per ricoprire i ruoli innovativi, ma gli operatori sono disponibili a formare direttamente i lavoratori.
  • Le imprese faticano a trovare personale specializzato a causa delle scarse conoscenze dei candidati in materia di sostenibilità ed efficienza energetica: la sfida è colmare il gap di competenze per coprire le nuove posizioni aperte.

La necessità di rinnovamento energetico degli edifici italiani ha spinto le aziende nel settore dell’edilizia intelligente a cercare nuove figure e profili specializzati per rispondere alla crescente domanda di interventi di miglioramento energetico e riduzione delle emissioni.

L’ambito dello smart building è in forte crescita ed espansione e nei prossimi anni potrebbe offrire nuove opportunità occupazionali per oltre 200 mila liberi professionisti.

In Italia, infatti, il 72% del patrimonio edilizio ha più di 40 anni ed è responsabile del 45% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di CO2. Questi sono i dati riportati dalla Community Smart Building Teha1, una piattaforma nata con l’obiettivo di favorire e diffondere le relazioni tra gli operatori della filiera e il sistema istituzionale.

Nel rispetto della normativa europea sulle case green, ciascuno Stato membro deve impegnarsi a ridurre del 16% i consumi energetici primari del parco immobiliare entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Da qui deriva la necessità di assumere nuovo personale qualificato nella realizzazione di interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Smart building, nuovi posti di lavoro per professionisti specializzati

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Il settore degli smart building nel nostro Paese, secondo il recente comunicato stampa Teha2, ad oggi genera 174 miliardi di euro di fatturato e occupa 515 mila lavoratori (tra operai e professionisti) su tutto il territorio nazionale. Con l’approvazione della direttiva UE case green e la necessità di rinnovare gli edifici pubblici in chiave energetica, la richiesta di personale specializzato nel settore edilizio potrebbe aumentare negli anni a venire.

La filiera degli smart building, i cosiddetti “edifici intelligenti”, potrebbe creare in futuro nuove opportunità per oltre 200 mila liberi professionisti tra ingegneri, progettisti, installatori, operai specializzati e addetti alle vendite.

Emerge però un gap di competenze da colmare per fronteggiare le richieste del mercato: ad oggi infatti le difficoltà delle imprese riguardano la ricerca e la selezione di profili idonei: per 8 posizioni su 10 sono necessarie competenze green e smart, ma la maggior parte dei lavoratori non le possiede per ricoprire il ruolo.

Lo sviluppo delle competenze necessarie nel settore green sono elementi essenziali per poter completare la transizione verso un’edilizia più innovativa e sostenibile.

Smart building: i posti di lavoro e le opportunità

Nell’ottica di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, le nuove figure professionali dovranno avere competenze a tema sostenibilità, efficienza e risparmio energetico.

Secondo Teha, nei prossimi anni si potrebbero sbloccare numerose opportunità occupazionali per professionisti e operai specializzati. Tra questi:

  • 124 mila operatori specializzati, tra cui idraulici, elettricisti, muratori e serramentisti;
  • 54 mila installatori di sistemi avanzati (HVAC, domotica, automazione e fotovoltaico);
  • 14 mila tecnici esperti in manutenzione, cybersecurity e integrazione di sistemi;
  • 11 mila ingegneri elettronici, energetici e sviluppatori di software;
  • 10 mila progettisti, tra cui architetti, geometri e designer d’interni.

Oltre a queste figure specializzate, si apriranno anche nuove opportunità per addetti alle vendite in grado di comunicare e promuovere in modo efficace le soluzioni ai clienti.

Le competenze necessarie e le sfide per il futuro

Per poter fronteggiare le numerose richieste di rinnovamento energetico e riduzione dei consumi degli edifici, che nei prossimi anni sono destinate ad aumentare per l’adeguamento alle normative comunitarie, le imprese del settore edilizio devono puntare sulla formazione degli addetti al settore.

Ad oggi, le competenze informatiche, green e sostenibili dei lavoratori nell’edilizia sono piuttosto scarse e si rende quindi necessario un grande investimento in programmi di formazione o collaborazioni con Università e ITS Academy.

Il panorama occupazionale vede un settore nel quale solo il 13% degli addetti possiede una laurea, il 54% ha la licenza media, mentre il 7% degli operatori non possiede alcun titolo. L’età media degli addetti all’edilizia, inoltre, è piuttosto alta: basti pensare che solo un quinto del totale ha meno di 34 anni.

Decarbonizzazione ed efficienza energetica: il punto in Italia

Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima3(PNIEC) prevede un obiettivo di efficientamento del 3% annuo del patrimonio edilizio pubblico dal 2025 al 2030. L’Italia, stando ai dati, è in ritardo sulla tabella di marcia.

Nel nostro Paese infatti più della metà degli edifici pubblici (il 56%) si trova nelle tre classi energetiche peggiori (E, F, G), mentre solo il 4% del totale rientra nelle classi energetiche superiori (A4, A3 e A2).

A rallentare il processo di decarbonizzazione ed efficientamento energetico degli edifici sono diversi fattori: in primis, i problemi di gestione finanziaria, ma anche le modalità di selezione dei bandi di gara e le lungaggini burocratiche che spesso coinvolgono numerosi enti e allungano i tempi di realizzazione degli interventi.

Un’altra problematica particolarmente sentita dagli addetti ai lavori riguarda poi la mancanza di competenze tecniche all’interno della PA, nonché la scarsità delle risorse a disposizione.



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