Effettua la tua ricerca
More results...
Oggi all’Ucraina non sono concessi passi falsi. La delegazione che incontrerà gli inviati di Donald Trump a Gedda, in Arabia saudita, dovrà convincere gli alleati a ripristinare le forniture militari e di intelligence ricucendo lo strappo che si è consumato in mondovisione a Washington.
ZELENSKY non parteciperà al tavolo previsto per questa mattina, dopo aver incontrato ieri il principe saudita Mohammed bin Salman, ma lascerà che i suoi discutano di questioni tecniche e presentino quello che è già stato definito il «piano di cessate il fuoco parziale». Le dichiarazioni della vigilia del tycoon e del Segretario di stato Usa Marco Rubio, capo-delegazione a Gedda, sono state piuttosto positive, ma la Casa bianca ha ricordato che «è importante stabilire chiaramente quali siano le intenzioni dell’Ucraina, e se questa sia pronta a fare cose anche difficili, come faranno i russi». Dal Cremlino però avvertono che non si accetteranno accelerazioni: «I negoziati con gli Usa sono ancora nella fase iniziale» e il cammino che li attende «è piuttosto lungo e difficile». Tuttavia, Mosca ieri ha rilasciato diverse dichiarazioni sul programma nucleare iraniano, dichiarandosi pronta a ogni sforzo per mediare un accordo con gli Usa, così come le era stato chiesto dagli emissari di Trump negli ultimi colloqui in Turchia.
SUL TAVOLO a Gedda ci saranno almeno tre dossier: il percorso verso la tregua, le forniture a Kiev e l’Accordo sulle terre rare. Trump aveva fatto avvertire Zelensky che gli Usa avrebbero accettato un incontro solo a condizione dell’avvio di una discussione sulla tregua. Ieri il presidente statunitense ha ribadito che «l’Ucraina non ha le carte» per procrastinare e che quindi deve essere «seria» nel percorso verso i negoziati. Kiev è stata costretta a cedere, se da un lato l’Accordo per le terre rare non basta più come strumento per tenere Washington dalla propria parte, dall’altro gli effetti dell’interruzione di intelligence e armi da oltreoceano iniziano già a creare problemi al fronte. Inoltre, la minaccia di sospendere il sistema satellitare Starlink, fatta pervenire nuovamente via X da Elon Musk, aumenta ulteriormente i rischi.
Perciò il capo di gabinetto, Andriy Yermak, con il suo vice Pavlo Palisa, il ministro degli Esteri, Andriy Sybiga, e il ministro della Difesa Rustem Umerov porteranno a Rubio e al Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz una proposta che prevede la sospensione degli attacchi con droni e missili a lungo raggio e delle operazioni di combattimento e sabotaggio nel Mar Nero. Nel frattempo dovrebbe iniziare la restituzione reciproca dei prigionieri di guerra.
È importante stabilire chiaramente quali siano le intenzioni dell’Ucraina, e se questa sia pronta a fare cose anche difficili, come faranno i russiMarco Rubio
UNA BOZZA di questo piano circola già da diverse ore e le reazioni statunitensi per ora sono state favorevoli. Donald Trump ha dichiarato che se, come spera, i risultati dei colloqui saranno buoni, gli Usa sono pronti a ripristinare le forniture di intelligence. Il presidente si è detto anche fiducioso sulla firma dell’Accordo sulle terre rare che potrebbe avvenire già durante questi giorni. Su quest’ultimo punto Rubio si è mostrato meno sicuro, dichiarando che «ci sono ancora altri dettagli da definire» e che l’Accordo potrebbe essere concluso in una fase successiva ai colloqui in Arabia saudita, che dureranno fino a mercoledì.
In ogni caso il Segretario di stato ha definito il piano di Kiev «promettente» e ha chiarito che se gli Usa saranno soddisfatti del summit «saranno prese decisioni riguardo alla pausa» delle forniture, aggiungendo che gli ucraini al momento stanno comunque «ricevendo tutte le informazioni di intelligence difensiva». Gli uomini di Zelensky, secondo quanto riportato dal Guardian ieri, sarebbero invece già pronti a firmare. L’obiettivo evidente è quello di tornare in patria con una serie di risultati positivi da presentare all’opinione pubblica interna, che dopo una prima fase di solidarietà con Zelensky dopo le sfuriate di Trump, Musk e Vance ora inizia a preoccuparsi seriamente di essere abbandonata a Putin.
PER STEVE WITKOFF, l’inviato degli Usa per il Medioriente, a Gedda Trump vuole che si metta a punto «un quadro per un accordo di pace e anche un cessate il fuoco iniziale». Zelensky ha fatto sapere che l’Ucraina è «pienamente impegnata in un dialogo costruttivo», ma si è sbilanciato meno della controparte, sottolineando che gli interessi del suo Paese devono «tenuti in considerazione nel modo giusto».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link