Federmanager Umbria, pronta la piattaforma che monitora e simula la previdenza in tempo reale

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NewTuscia  – PERUGIA  – Una piattaforma dedicata per monitorare la propria posizione previdenziale in tempo reale, con la possibilità di simulare azioni personalizzate e conseguenze prospettiche, dal punto di vista del rapporto costo/beneficio. È questa la novità presentata in occasione dell’incontro su previdenza e pensioni, organizzato da Federmanager Umbria, per dirigenti e quadri, alla luce del nuovo contratto nazionale e della legge di stabilità 2025.

Il seminario, che ha visto gli interventi di Federmanager nazionale (Mario Cardoni, direttore generale), di Confindustria Umbria (Simone Cascioli, direttore generale) e dell’INPS provinciale (Stefano Lo Re, Direttore della sede di Perugia) e AIDP, si è tenuto nella sede della Cassa edile di Perugia. Ad intervenire, anche i presidenti Federmanager di Perugia e di Terni, rispettivamente Alessandro Castagnino e Luciano Neri, che oltre a richiamare l’attenzione sulla situazione regionale, hanno evidenziato come lo strumento vada così “ad aggiungersi all’attività di assistenza tradizionale che, ovviamente, prosegue con l’ausilio di un CAF convenzionato e con l’assistenza legale per gli aspetti contrattuali. Le sedi territoriali di Perugia e Terni, in collegamento funzionale con la sede nazionale, sono già attrezzate per rendere tale servizio, gratuito per gli iscritti, fin da subito”.

Ad approfondire le questioni “calde” in materia, è stato Mario Cardoni, che ha sottolineato “come sul tema previdenziale ci sia sempre molta attenzione. Da ogni Governo, alla fine dell’anno, ci si aspetta delle sorprese, quasi mai positive, anzi, normalmente negative. Questo ha fatto sì che negli anni si sia sedimentato un quadro normativo molto complesso, farraginoso, difficile da leggere, se non per gli esperti. Per questo Federmanager ha messo in piedi un sistema articolato, diffuso sul territorio, quindi presente anche in Umbria, che lavora in termini sinergici anche con la nostra sede centrale, in modo da offrire, a qualsiasi dirigente o quadro, un servizio che gli consente di monitorare la propria posizione previdenziale, di valutare le scelte migliori quando si verificano dei cambiamenti nel corso della sua vita lavorativa, di consigliarlo al meglio sulle modalità di accesso al regime pensionistico prescelto.

La previdenza, ricordiamolo, non è un tema di cui preoccuparsi quando si è in procinto di andare in pensione, ma bisogna farlo molto prima. La lettura del conto assicurativo presso l’Inps, infatti, va controllata periodicamente in modo tale che se ci sono delle criticità si possano risolvere per tempo, per non incorrere in termini prescrizionali, né tanto meno ritrovarsi nell’impossibilità tecnica di poter poi recuperare certe situazioni”.

Una normativa, quella sul welfare e sulla previdenza, così complicata e farraginosa, spesso confusa e non adeguata e sicura nei risultati, che pone margini di manovre non facili per i manager in procinto di andare in pensione. Per questo, Federmanager, la più importante associazione di dirigenti a livello nazionale, ha deciso di scendere in campo a favore della categoria, rafforzando e rendendo capillare l’azione di sostegno e di assistenza ai propri associati nell’espletamento delle azioni migliori per valorizzare la loro posizione previdenziale e, di conseguenza, tutelare il loro futuro e quello delle loro famiglie. “Siamo dell’idea che vada un po’ riequilibrato il peso tra la previdenza pubblica e quella complementare, a vantaggio della seconda – ha evidenziato infine Cardoni – Il livello di sostenibilità del nostro sistema pubblico, evidentemente con i numeri che si stanno paventando, farà fatica a tenersi in piedi.

Per questo, nel recente rinnovo del contratto collettivo abbiamo investito molto sul nostro ente di previdenza complementare, il Previndai il fondo pensione dirigenti industriali, alimentato annualmente e contrattualmente da un accantonamento pari all’8% della retribuzione lorda imponibile di ciascun dirigente. Con il nuovo contratto nazionale di questa percentuale la quota a carico del dirigente si è dimezzata rispetto al passato passando dal 4% al 2%. Conseguentemente l’impresa, dal 1° gennaio 2025, dovrà versare il 6%, ovvero 2 punti in più. Naturalmente, questa è la contribuzione minima sulla quale si dovrebbe e ci si può investire al livello di contrattualistica aziendale. La previdenza complementare per un dirigente è fondamentale. Coloro che si trovano nel sistema contributivo (generalmente chi ha iniziato il lavoro dopo il 1996) soggiacciono a dei tetti contributivi che, a fine carriera, possono diventare un elemento assolutamente penalizzante per il calcolo della loro pensione”.

 

 

 

 

 

 



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