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REGGIO CALABRIA Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge del consigliere di Forza Azzurri, Pierluigi Caputo, vicepresidente di Palazzo Campanella, che prevede nuove regole per l’accesso alla dirigenza della Regione. Il testo, che aveva avuto disco verde a tempi di record nelle Commissioni, modifica la disciplina in vigore dal 1996, secondo cui l’accesso alla qualifica di dirigente avviene a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami, prevedendo in aggiunta la possibilità di bandire concorsi anche per soli esami. Inoltre si punta anche a razionalizzare e a contenere la spesa legata al personale, tanto è vero che la legge prevede «la riduzione a tre mesi, in luogo degli attuali otto, del ciclo di attività formativa, da parte dei vincitori del concorso». Infine, si dispone «l’abrogazione della norma che impone di prevedere nel Piano dei Fabbisogni il reclutamento del personale di qualifica dirigenziale nella percentuale massima del 50% dei posti disponibili mediante corso concorso». Il testo Caputo inoltre contiene anche altre disposizioni, come quella che praticamente, sempre ai fini del contenimento della spesa, impone a tutti gli enti strumentali della Regione di avvalersi dell’Oiv (l’Organismo indipendente di valutazione) dell’amministrazione «ai fini della verifica e della rendicontazione delle attività di controllo nonché della valutazione della performance», e la norma che autorizza la Sorical «a procedere all’assunzione del personale appartenente ad imprese private operanti nel settore dei servizi idrici.
Le graduatorie in sanità
L’aula oggi è anche intervenuta nuovamente sulle graduatorie relative al personale degli enti e delle aziende del servizio sanitario regionale, con l’approvazione di un emendamento (a firma dei consiglieri regionali Talerico, Straface, Mannarino, Raso) che assicura che le proroghe già adottate (ad ottobre 2024 e gennaio 2025, a firma del consigliere Talerico) sono efficaci e valide con riferimento a tutte le graduatorie prorogate ed in vigore dal 2021, sia quelle relative ai rapporti a tempo indeterminato che determinato. Approvazione anche da parte del gruppo del Pd per come annunciato dalla consigliere Amalia Bruni «in considerazione della grave situazione che si registra nella sanità calabrese con riferimento agli organici».
Proroga della liquidazione delle Comunità Montane
Il Consiglio regionale ha poi approvato una proposta di legge, di iniziativa del consigliere Crinò, che dispone la proroga al 31 dicembre 2026 della liquidazione delle Comunità Montane, proroga ritenuta necessaria perché – si legge nella relazione – «tante attività sono state definite, ma, in realtà, sono numerose le problematiche ancora da affrontare, come l’enorme contenzioso pendente, la difficoltà di quantificare le posizioni Inps relative agli ex dipendenti, l’esistenza di numerosi mutui, le procedure di vendita all’asta avviate o in corso di pubblicazione». Contrario il Pd con l’intervento della Bruni, che ha espresso «il disappunto per le lungaggini di questa procedura e per la mancata presenza del commissario liquidatore nella competente Commissione del Consiglio regionale». (a. c.)
Arrical
Inoltre, è stata approvata una proposta di legge che prevede una interpretazione autentica della legge istitutiva dell’Arrical, stabilendo che «l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria subentra nei diritti e negli obblighi, nonché nello svolgimento di compiti e funzioni spettanti alle Comunità d’Ambito di cui alla legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), e non già nelle obbligazioni gravanti in capo ai Comuni morosi che componevano le medesime Comunità d’Ambito, unici soggetti responsabili pro quota nei confronti dei gestori degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti». Anche qui contrario il Pd con in consigliere regionale Raffaele Mammoliti per il quale «con l’interpretazione autentica si considera la data di emanazione della legge a differenza di quanto avviene con una norma modificativa. Questo costituisce un espediente tra l’altro senza il passaggio in Commissione». (c. a.)
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