Il Ddl n. 738, in discussione all’ARS, rischia di favorire il business dei canili privati e penalizzare il volontariato zoofilo. Il WWF chiede il ritiro della norma e il coinvolgimento delle associazioni.
Cresce la protesta contro il disegno di legge n. 738 – proposto dall’onorevole Giuseppe Laccoto e approvato dalla sesta Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari – che introduce modifiche alla normativa sulla tutela degli animali d’affezione e sulla prevenzione del randagismo in Sicilia. Il WWF Sicilia Centrale ha inviato una lettera ai deputati regionali Nuccio Di Paola (M5S), Michele Mancuso (FI) e Salvatore Scuvera (FdI), esprimendo forte preoccupazione per gli effetti negativi che la nuova norma potrebbe avere sulla gestione del randagismo, chiedendone il ritiro.
Cosa che potrebbe diventare fatto concreto prima che domani se ne discuta anche perchè sono stati depositati molti emendamenti di modifica, è stato chiesto il ritorno in commissione, ed è stato anticipato il voto contrario all’Assemblea.
Le criticità della riforma
Secondo il WWF, il Ddl 738 rappresenta un grave passo indietro nella lotta al randagismo. Tra le modifiche peggiorative evidenziate dall’associazione, vi sono:
- Eliminazione della possibilità di reimmettere sul territorio i randagi sterilizzati, depotenziando una delle strategie più efficaci nella riduzione della popolazione randagia.
- Esclusione delle associazioni animaliste dalla gestione dei canili e dei rifugi, favorendo la privatizzazione della loro gestione.
- Rimozione della norma che impone la presenza di un operatore ogni 80 cani, compromettendo il benessere degli animali ospitati.
- Riduzione delle ore di apertura al pubblico dei rifugi, ostacolando le adozioni.
- Privatizzazione delle sterilizzazioni dei gatti randagi, senza prevedere un’alternativa chiara alla sanità pubblica.
«Le modifiche proposte favoriscono in maniera palese il business dei canili privati – denuncia Ennio Bonfanti, Presidente di WWF Sicilia Centrale –. Queste strutture, lucrando sulla pelle degli animali, ricevono ingenti risorse pubbliche grazie a convenzioni milionarie con i Comuni. Si tratta di dinamiche già diffuse nella nostra regione, tanto che l’Autorità giudiziaria è dovuta intervenire per contrastare il fenomeno del cosiddetto “business randagismo”.»
Profili di incostituzionalità e incompatibilità con le normative nazionali
Gli esperti legali del WWF hanno individuato nel Ddl n. 738 profili di incostituzionalità e incompatibilità con la normativa nazionale, in particolare:
- Violazione del principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118 Costituzione), che garantisce alle associazioni il diritto di svolgere attività di interesse generale.
- Contrasto con il Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) e con il Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), per quanto riguarda la concessione di beni pubblici e l’affidamento della gestione dei rifugi.
- Possibili maggiori oneri finanziari per i Comuni, che sarebbero costretti a destinare più risorse alla custodia dei randagi in strutture private convenzionate.
Proteste delle associazioni animaliste e dell’opposizione politica
Oltre al WWF, anche altre associazioni animaliste come ENPA, LAV e OIPA hanno espresso forte dissenso, denunciando la trasformazione del randagismo in un business che compromette il benessere degli animali. «Eliminare il ruolo del volontariato significa affidare il destino di migliaia di animali a logiche di mercato, dove il guadagno prevale sulla tutela» ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA.
L’opposizione politica ha presentato numerosi emendamenti per modificare la legge. Il vicepresidente del gruppo parlamentare del PD, Mario Giambona, ha chiesto di riportare il Ddl in commissione per una revisione più attenta, mentre Antonio De Luca (M5S) ha definito la norma “un obbrobrio da fermare a tutti i costi”.
Anche Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente, ha espresso preoccupazione: «Con questa proposta assistiamo increduli a uno smantellamento delle tutele per gli animali randagi».
Il WWF chiede il ritiro del Ddl e un confronto con le associazioni
Il WWF ha chiesto ai deputati Di Paola, Mancuso e Scuvera di attivarsi per il ritiro del Ddl 738 e di riportarlo in VI Commissione “Salute, Servizi Sociali e Sanitari” per una revisione approfondita con il contributo delle associazioni animaliste.
Proteste in programma
Nel frattempo, le associazioni animaliste stanno organizzando una grande manifestazione di protesta a Palermo per fermare l’approvazione del Ddl. Il rischio, secondo gli attivisti, è che i cani e gatti randagi della Sicilia diventino ostaggi di un sistema basato sul profitto, piuttosto che sulla tutela del loro benessere.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link