Nature Restoration Law, la guida per la sua corretta attuazione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Nature Restoration Law, ecco la guida con le raccomandazioni delle principali associazioni ambientaliste europee 

“Nature Restoration Law: raccomandazioni per la redazione di ambiziosi piani nazionali di ripristino della natura è la guida stilata da quattro associazioni ambientaliste – Legambiente, Lipu, Pro Natura e WWF Italia – che dopo sei mesi dall’entrata in vigore della legge hanno tradotto in italiano le raccomandazioni elaborate a livello europeo da BirdLife International, ClientEarth, EEB (European Environmental Bureau) e WWF EPO.

Legge sul ripristino della natura in UE, più verde sulla Terra

Quest’ultime sono le organizzazioni che si sono impegnate da subito con la campagna europea #RestoreNature, al fine di giungere all’approvazione di questo importante regolamento,  che rappresenta l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’Unione europea dall’adozione della direttiva Habitat nel 1992.

Prestito personale

Delibera veloce

 

I Piani nazionali di ripristino

La redazione di Piani nazionali di ripristino coerenti e ambiziosi è di importanza fondamentale per un’attuazione di successo del Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), approvato nel 2024 dall’Unione europea”, affermano le quattro associazioni.

La guida aiuta a comprendere le disposizioni della legge, focalizzandosi al contempo sulla preparazione e stesura dei Piani nazionali di ripristino (Pnr) e descrivendo le modalità per raggiungere gli obiettivi e fissare gli obblighi, così come è previsto dal regolamento.

La legge sul ripristino della natura ha un enorme potenziale per riportare in Europa parte della natura perduta, per proteggerci da eventi meteorologici estremi e per affrontare la crisi della biodiversità e del clima. Ma è anche uno strumento di crescita economica che aiuterà settori che da anni vivono situazioni di crisi come quello agricolo”, sottolineano le associazioni.

Visto che il percorso di definizione del Piano dovrà essere condiviso con i portatori di interessi, con questo documento le quattro associazioni italiane si sono portate avanti ed hanno fornito il primo contributo fattivo. “Auspichiamo che le istituzioni che si occuperanno della redazione del Piano, ad iniziare dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, costruiscano un percorso davvero partecipato. Questo provvedimento potrà davvero cambiare in meglio il nostro futuro e quello del Pianeta se sapremo sfruttare al meglio le opportunità che ci offre”, concludono le associazioni.

Nature Restoration Law

La legge sul ripristino della natura è di fondamentale importanza perché stabilisce obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, chiamati a ripristinare il 20% sia delle aree terrestri che di quelle marine entro il 2030, oltre a tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050.

Nature Restoration Law, in vigore in tutta l’Unione europea il pilastro del Green Deal

Questo provvedimento normativo, adottato dal Consiglio europeo nel giugno 2024,  prevede pure obiettivi specifici per i vari ecosistemi ed è fortemente sostenuto da scienziati, organizzazioni della società civile, imprese, attivisti ed altri portatori d’interessi.

“Tuttavia, il successo e l’impatto trasformativo della legge dipendono dalla sua effettiva attuazione da parte degli Stati membri. La legge richiede che gli Stati membri sviluppino e adottino Piani nazionali di ripristino (PNR) che descrivano dettagliatamente come raggiungere gli obiettivi e gli obblighi della legge. La legge prevede, inoltre, il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, comprese le organizzazioni della società civile, nel processo di pianificazione, per garantire che possano fornire contributi pertinenti”, si legge nella relazione delle associazioni.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il rapporto delinea l’approccio graduale con cui gli Stati membri devono sviluppare i loro PNR, fornendo spiegazioni dettagliate che potranno essere utili a tutti gli attori coinvolti nel processo.

Le quattro fasi 

Nella fase uno, riguardante la preparazione dei PNR, gli Stati membri sono chiamati ad avviare un monitoraggio ed una ricerca per identificare le misure di ripristino necessarie e colmare le lacune conoscitive. “Ciò include la quantificazione dell’area da ripristinare, la mappatura degli ecosistemi urbani e la definizione di livelli soddisfacenti per gli indicatori relativi agli impollinatori e agli ecosistemi agricoli e forestali”, scrivono  le associazioni.

Atlante dei dati ambientali, ecosistemi urbani da ripristinare

Quest’ultime raccomandano agli Stati membri di colmare le lacune di conoscenza in coordinamento con gli esperti e la società civile, al fine di  raccogliere i dati e le ricerche più recenti sulle condizioni degli habitat e delle specie. Paesi Ue che dovrebbero pure fare il punto sulle lacune della capacità istituzionale, formare il personale interessato e individuare le sedi che consentano loro di reperire le informazioni pertinenti.

Sempre per la fase uno, la guida invita a sfruttare le sinergie con i PNR di altri Stati membri, soprattutto per quanto riguarda gli ecosistemi transfrontalieri, nonché a coinvolgere da subito gli attori della società civile e le parti interessate nel processo di preparazione.

La fase due riguarda invece la progettazione e presentazione dei PNR. “I PNR devono descrivere le misure di ripristino e le modalità di monitoraggio della loro efficacia, quantificare le aree da ripristinare, descrivere gli  impatti socio-economici previsti e delineare i metodi di finanziamento. Le proposte di PNR devono essere presentati alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della NRL (Nda Nature Restoration Law), con piani dettagliati per il periodo fino al 2032 e panoramiche strategiche fino al 2050, si legge nella relazione.

In questo caso le associazioni invitano a pianificare ed attuare correttamente le misure all’interno ed all’esterno della rete Natura 2000, suggerendo inoltre agli Stati membri di iniziare a monitorare le misure di ripristino il prima possibile e ad intervalli regolari. Il tutto tramite metodi di raccolta dati standardizzati, per giungere a risultati del monitoraggio trasparenti che siano pubblicati regolarmente e verificabili dalla società civile.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Altra raccomandazione è quella di sfruttare i benefici socio-economici delle misure di ripristino, al fine di mitigare il loro potenziale impatto sulle parti interessate ed ottenere il loro sostegno. Il PNR, accessibile al pubblico, deve essere molto dettagliato, fornendo pure  informazioni  relative agli obiettivi per i diversi ecosistemi.

Gli Stati membri sono chiamati ad identificare le fonti di finanziamento appropriate -specificate nella relazione – mobilitando anche finanziamenti privati e misti, per indirizzare ulteriori investimenti verso gli obiettivi di ripristino e facilitare la collaborazione con le compagnie di assicurazione, con l’obiettivo di mitigare il rischio di calamità. Infine, i Paesi Ue dovrebbero consultare, coinvolgere e sostenere i gestori/utilizzatori delle risorse della terra e dell’acqua, quali agricoltori, silvicoltori, pescatori ecc., in modo che possano contribuire all’attuazione delle misure di ripristino sul campo.

La fase tre concerne la valutazione e definizione dei PNR. Valutate le bozze, la Commissione europea fornirà osservazioni entro sei mesi, che gli Stati membri dovranno integrare nei loro piani finali. I Paesi Ue, infatti, devono attuare i piani per raggiungere gli obiettivi entro le scadenze intermedie e dovrebbero iniziare ad attuare le misure pertinenti ancor prima di presentare i PNR.

“Ai sensi dell’articolo 17, la Commissione valuterà la conformità dei PNR ai requisiti relativi al contenuto dei piani (articolo 15), la loro adeguatezza per il raggiungimento degli obiettivi dello Stato membro in questione e il loro contributo agli obiettivi dei PNR a livello dell’Unione, in particolare l’obiettivo comune (articolo 1, paragrafo 2), nonché gli obiettivi di ripristinare almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030 (articolo 9) e di piantare tre miliardi di alberi (articolo 13). Gli Stati membri devono, quindi, includere nei loro piani tutte le informazioni pertinenti per consentire alla Commissione di effettuare la sua valutazione, dimostrando sia come le misure di ripristino saranno adeguate per raggiungere gli obiettivi specifici per ogni tipo di ecosistema, sia come hanno rispettato i requisiti procedurali da includere nel piano (come ad esempio il coinvolgimento degli attori della società civile e delle parti interessate)”, si legge nella relazione.

In questa fase le associazioni invitano le ONG a svolgere il ruolo di cani da guardia nel corso dell’intero processo, facendo pressioni sui rispettivi governi affinché i PNR siano il più possibile ambiziosi.

Infine, la fase quattro (revisione dei PNR) prevede che i PNR siano rivisti e revisionati entro il 2032 ed il 2042, tenendo conto dei progressi, delle evidenze scientifiche e dei cambiamenti delle condizioni ambientali dovuti ai cambiamenti climatici. In caso di progressi insufficienti, gli Stati membri dovranno includere misure supplementari, che saranno esaminate dalla Commissione.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

“Il ripristino della natura richiede un approccio olistico per compiere progressi significativi nell’ambito delle varie politiche ambientali dell’UE, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, la qualità dell’acqua e dell’aria e altro ancora”, sottolinea la relazione, che evidenzia anche l’importanza della coerenza delle politiche. Alcune di queste, infatti, come la direttiva sulle energie rinnovabili, la politica agricola comune e la politica comune della pesca,  “potrebbero rivelarsi antagoniste con gli obiettivi della NRL se attuate frettolosamente o interpretate in modo inappropriato, senza considerare attentamente come potrebbero essere sviluppate congiuntamente per sfruttare le sinergie”.

Nature Restoration Law, 31 Associazioni chiedono al Governo italiano di sostenerla

Le raccomandazioni del rapporto mirano a facilitare un’attuazione efficiente ed efficace, tramite una preparazione tempestiva, il coinvolgimento delle parti interessate e la coerenza delle politiche. “Aderendo a queste linee guida e facendo leva sull’esperienza della società civile, gli Stati membri possono creare PNR solidi che non solo soddisfino i requisiti di legge, ma guidino anche gli sforzi di ripristino della natura in tutta l’UE”, concludono le associazioni.

[Credits foto: AlainAudet su Pixabay]

Nature Restoration Law, la guida per la sua corretta attuazione
ultima modifica: 2025-03-10T00:05:53+01:00
da Marco Grilli

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link