Israele spegne anche l’elettricità a Gaza, Hamas: “Un ricatto inaccettabile”

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Dopo lo stop agli aiuti umanitari, Tel Aviv usa la luce come mezzo di pressione. Proprio oggi a Doha riprendono i negoziati sulla fase due della tregua

AFP

Bambini palestinesi sfollati si mettono in coda per ottenere una porzione di cibo cucinato da una cucina di beneficenza a Beit Lahia, nella Striscia di Gaza settentrionale

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Fratoianni: “Netanyahu criminale di guerra, misure disumane contro i civili”

“Solo un criminale di guerra come Netanyahu e i suoi fanatici ministri possono pensare misure così disumane come il taglio dell’elettricità a Gaza o cominciare a predisporre un piano per deportare dalla Striscia di Gaza milioni di civili palestinesi”. Lo afferma il leader Avs Nicola Fratoianni. 

“Anche la comunità internazionale, i governi europei, il governo Meloni continuano a dimostrare – tutta la loro miserabile ignavia di fronte a tutto ciò che sta accadendo da mesi in quell’area. Abbiano un sussulto di dignità, costringano il governo israeliano – conclude Fratoianni – a smetterla con azioni così vergognose e inaccettabili. Il rispetto del diritto internazionale non può essere intermittente”.

Hamas sul taglio dell’elettricità a Gaza: “Un ricatto inaccettabile”

La decisione di Israele di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza come arma di pressione “è un ricatto inaccettabile”. Ad affermarlo è Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas. 

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“Condanniamo con fermezza la decisione dell’occupazione di tagliare l’elettricità a Gaza, dopo averla privata di cibo, medicine e acqua”, dice Izzat al-Rishq. Si tratta, aggiunge, “di un tentativo disperato di fare pressione sul nostro popolo e sulla sua resistenza attraverso tattiche di ricatto a buon mercato e inaccettabili”.

Lo stop agli aiuti a Gaza sta affamando i civili

Israele taglia tutta l’elettricità alla Striscia di Gaza

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Il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen ha firmato un ordine governativo che ordina alla Israel Electric Corporation di tagliare tutta l’elettricità alla Striscia di Gaza. In seguito alle precedenti direttive governative, l’unica elettricità che Israele forniva a Gaza era per il suo impianto di depurazione, che ora non avrà più energia. In un video che annunciava la direttiva, Cohen ha affermato che Israele utilizzerà “tutti i mezzi a sua disposizione per garantire il ritorno di tutti gli ostaggi israeliani e garantire che Hamas non rimanga a Gaza dopo la guerra”. 

La mossa del ministro arriva dopo che Israele ha annunciato di aver bloccato l’ingresso di merci a Gaza per quello che ha definito il rifiuto di Hamas di accettare una proposta di estensione della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi.

Hamas accetta di rilasciare ostaggi vivi in cambio di una proroga di due mesi della tregua

Hamas ha accettato di rilasciare alcuni ostaggi ancora vivi in cambio di una proroga di due mesi della prima fase del cessate il fuoco a Gaza, riporta la rete saudita Al Hadath citata dal Times of Israel. Secondo fonti anonime, i progressi nei recenti negoziati al Cairo hanno portato alla decisione di Israele di inviare oggi una squadra negoziale in Qatar.

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Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna dicono di si al piano arabo per Gaza

I ministri degli Esteri di Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a sostegno dell’iniziativa araba per la ricostruzione della Striscia di Gaza, adottata in un vertice d’emergenza al Cairo all’inizio della settimana. 

“Il piano mostra un percorso realistico per la ricostruzione di Gaza e promette – se attuato – un miglioramento rapido e sostenibile delle catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi che vivono a Gaza”, si legge nella dichiarazione. “Siamo chiari sul fatto che Hamas non deve più governare Gaza né essere una minaccia per Israele. Sosteniamo esplicitamente il ruolo centrale dell’Autorità Palestinese e l’attuazione del suo programma di riforme”, aggiunge la dichiarazione. Il piano arabo non escludeva esplicitamente Hamas, ma piuttosto chiedeva rapide elezioni per determinare il controllo dei territori palestinesi. Hamas ha accolto questi appelli alle elezioni giorni fa, segnalando che potrebbe accettare di abbandonare il controllo di Gaza.

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Gli Usa espellono uno studente straniero coinvolto nelle proteste pro-Palestina

Il dipartimento di Stato Usa ha revocato il visto a un primo studente straniero coinvolto nelle proteste pro-Palestina della scorsa primavera.

Lo studente, il cui nome e la cui università non sono stati rivelati, sarebbe stato collegato ai “disordini pro-Hamas”, secondo le testuali parole del dipartimento di Stato che lo definisce “alien”, cioè immigrato nella terminologia tornata in voga con Donald Trump.

L’Immigration and Customs Enforcement si occuperà dell’espulsione dello studente straniero, mettendo così in atto quanto minacciato da Marco Rubio, segretario di Stato americano.

La Ong: “Israele blocca il film premio Oscar No Other Land”

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L’organizzazione israelo-palestinese Standing Together denuncia i tentativi del governo israeliano di impedire la proiezione di No Other Land, il documentario sulla distruzione di Masafer Yatta nella Cisgiordania occupata, che ha appena vinto l’Oscar. 

“Da quando No Other Land ha vinto l’Oscar, il governo israeliano ha iniziato ad attaccare i suoi creatori e ha inviato una minaccia diretta ai cinema e agli istituti culturali affinché non lo proiettassero in Israele”, ha detto Alon-Lee Green, co-direttore del collettivo. “In risposta, Standing Together sta organizzando decine di proiezioni pubbliche in tutto il paese con migliaia di ebrei e palestinesi che si iscrivono. Non ci metteranno a tacere. Non cancelleranno la lotta contro l’occupazione.”

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