i dettagli e le possibili conseguenze


Purtroppo, i Mondiali di sci nordico di Trondheim 2025 non saranno ricordati per l’epocale impresa di Johannes Høsflot Klæbo nello sci di fondo (sei medaglie d’oro in altrettante gare, comprese tutte le quattro competizioni individuali, dalla sprint alla 50 km). Passeranno alla storia per il clamoroso “Scandalo Tute” del salto con gli sci. Triste e ingiusto, ma quanto accaduto è sconvolgente.

I FATTI

I fatti sono i seguenti. Sabato 8 marzo, durante la gara su trampolino grande, la televisione tedesca ARD ha mostrato dei video ripresi con degli smartphone in cui si vedono membri dello staff tecnico norvegese andare ad agire sulle tute degli atleti fra una serie di gara e l’altra. Le tute sono fondamentali per le performance in uno sport dove l’aerodinamica è cruciale. Sostanzialmente, equivalgono al mezzo meccanico in uno sport motoristico.

Le riprese hanno mostrato come i norvegesi stessero spostando i microchip identificativi degli indumenti (una sorta di punzonatura informatica),dalle tute legali ad altre cucite e tessute in maniera da avere vantaggi illeciti. Non solo. Gli addetti al materiale stavano aggiungendo un filo rinforzato con l’obiettivo di migliorare le prestazioni in fase di volo. Stavano, inoltre, innestando materiale rigido sulle gambe, sempre allo stesso scopo.

Posizione indifendibile, quella dei nordici, perché i video hanno pizzicato il capo allenatore della squadra maschile Magnus Breivig supervisionare tutte le operazioni. Operazioni pianificate con dovizia di particolari, poiché i filmati mostrano anche pantaloni ancora da cucire. Autentici “pezzi di ricambio” pronti a essere aggiunti per manomettere ulteriormente gli indumenti.

Evidentemente, gli scandinavi stavano venendo marcati dai rivali da tempo, perché altrimenti non vi sarebbe stato “il segugio” in grado di immortalare la frode, non vi sarebbero stati i ricorsi avanzati da altre nazioni alla Federazione Internazionale proprio durante la gara, non vi sarebbe stata la trasmissione dei video in diretta TV. Insomma, una epocale “figura di palta” da cui la Norvegia non può uscire pulita.

LE CONSEGUENZE

Nell’immediato, Marius Lindvik ha perso la medaglia d’argento conquistata nella gara su trampolino grande, venendo stoppato prima ancora della premiazione. Allo stesso modo, Johann Andre Forfang è stato squalificato, perdendo il quinto posto. Dopodiché, durante una conferenza stampa, il direttore agonistico Jan-Erik Aalbu ha ammesso la frode.

Ovviamente, le conseguenze saranno ancora più ampie. In Norvegia si sta vivendo l’accaduto come una vergogna assoluta. C’è da scommettere che, ben presto, verranno stracciati contratti di sponsorizzazione e la reputazione del salto con gli sci non si riprenda tanto facilmente. Si sta cercando di salvare la faccia degli atleti, ma è difficile pensare che non ne sapessero nulla.

LE OMBRE SU ALTRI RISULTATI A RISCHIO

Ora però ci si domanda quale valore possano assumere tutti i risultati conseguiti a Trondheim, in particolare la medaglia d’oro conquistata dallo stesso Lindvik domenica 2 marzo nella gara su trampolino piccolo, senza dimenticare il bronzo nella prova a squadre. Inoltre, Lindvik e Forfang sono stati parte integrante del quartetto fregiatosi della medaglia d’oro nella prova a squadre miste.

SI GENERERA’ L’EFFETTO DOMINO?

Lo scandalo ha travolto solo ed esclusivamente la squadra maschile, ma a questo punto il rischio è che possa innescarsi il proverbiale “effetto domino”, allargandosi ad altri ambiti. Il team femminile, per esempio, era immune alla dinamica della frode? Lo staff tecnico è diverso, ma chi esclude la possibilità di “vasi comunicanti nel know-how”? Nell’altra metà del cielo sono arrivate due medaglie di bronzo individuali (Anna Odine Strøm sul trampolino piccolo e Eirin Maria Kvandal sul grande), ma soprattutto l’oro nella prova a squadre.

Inoltre, il discorso potrebbe applicarsi anche al settore combinata nordica, affine al salto con gli sci (visto che si salta comunque dal trampolino). Da quelle parti, il giorno prima allo “Scandalo”, la Norvegia ha patito una clamorosa squalifica nella prova a squadre a causa di una millimetrica discrepanza nell’attrezzatura di Jørgen Graabak (fregiatosi dell’argento nella gara individuale proprio sabato 8 marzo). Non c’entra nulla con quanto accaduto nel salto, ma di sicuro non aiuta la reputazione di chi è nel centro del mirino.

Banalmente, starà alla federazione norvegese fare chiarezza sull’accaduto, per capire quanto diffusa era la frode. Muoversi in tal senso è doveroso, prima ancora per questioni d’immagine che per ragioni di equità sportiva. Quella viene di conseguenza.

L’EQUIVOCO DELLA DEMONIZZAZIONE

Esposti i fatti e le possibili conseguenze, è necessaria una chiosa finale. Il salto con gli sci è una disciplina dove la ricerca sui materiali è estrema, si tratta letteralmente dell’equivalente della Formula 1 degli sport invernali. In Italia, dove il salto è seguito in maniera minima, non c’è percezione di quale know-how vi possa essere dietro alle tute (e non solo).

I Paesi che investono i capitali maggiori (Austria, Germania, Norvegia) hanno autentici laboratori di ricerca dedicati, dove si studia approfonditamente la materia, allo scopo di performare al massimo delle potenzialità. Altre nazioni, come Slovenia, Polonia e Giappone si prodigano per tenere il passo, spesso riuscendoci. Però si viaggia sempre al limite.

Non deve, dunque, passare il messaggio che i norvegesi siano “i lupi cattivi” e gli altri siano “agnellini immacolati”. Gli scandinavi l’hanno ‘fatta fuori dal vaso’, perché hanno davvero esagerato nel cercare la prestazione. Cionondimeno, tutti sfidano i confini del regolamento in maniera costante e scientifica, proprio perché si tratta di un habitat spietato. Non a caso, si è arrivati al dossieraggio pur di smascherare chi stava osando troppo.

La Federazione Internazionale dovrà prendere atto di quanto si sia estremizzata la sfida tecnologica, valutando come agire per evitare che episodi del genere si possano ripetere nell’immediato futuro.

I RISULTATI CANCELLATI

Marius Lindvik, secondo nella gara su trampolino grande dell’8 marzo, è stato immediatamente squalificato. La sua medaglia d’argento non si è dunque neppure concretizzata, poiché è stato tolto di classifica prima dell’ufficializzazione del risultato. Lo stesso concetto si applica a Johann Andre Forfang, quinto.

I RISULTATI A RISCHIO

Gara Individuale Trampolino Piccolo (2 marzo)
Marius LindvikMedaglia d’oro

Gara a squadre miste (5 marzo)
La Norvegia si è fregiata della medaglia d’oro, ma nel quartetto erano inseriti sia Lindvik che Forfang.

Gara a squadre maschili (6 marzo)
Medaglia di bronzo.



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