L’indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News”, realizzata da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O Stili con il contributo di Fondazione Cariplo ha coinvolto quasi 5000 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado con l’intenzione di indagare sia sul rapporto tra giovani e fake news e sia sull’approccio degli under 20 alla comunicazione digitale. Sono state inoltre prese in considerazione la frequentazione dei social, il rapporto tra genitori e figli in merito al controllo e supporto nella gestione della vita online.
I risultati
Lo studio offre una fotografia significativa del rapporto tra giovani e nuove tecnologie, della presenza sui social e delle competenze digitali degli studenti.
Nel dettaglio, a proposito delle fake news, delle10 proposte durante l’indagine, il 73% degli studenti non ne condivide nessuna, il 5% è responsabile di quattro o più condivisioni: per i like, la distribuzione è più uniforme, il 35% non ha mai messo like, mentre il 34% ne ha messi quattro o più.
Tra i fattori che influenzano maggiormente la possibilità di contribuire al diffondersi delle fake news, il principale è il tempo che si trascorre sui social media, infatti, chi li usa 3-4 ore al giorno condivide 5,5 volte più fake news e mette 12 volte più like rispetto a chi invece li usa meno di un’ora. Inoltre, neanche una maggiore competenza digitale mette al riparo dalla diffusione delle fake news, dal momento che, sulla base dei risultati della ricerca, gli studenti che si dichiarano più competenti tendono a condividere e apprezzare più contenuti falsi.
I social più frequentati dai giovani sono WhatsApp, il 94% ha un account, Instagram, (74%) e TikTok con il 68%. Meno di un giovane su due ha accesso ad altri canali social, infatti solo il 31% dichiara di avere un account su Telegram, il 28% Snapchat, 26% Twitch.
Le ragazze sono più presenti su TikTok e Snapchat, mentre i ragazzi su Telegram, X e Twitch.
9 studenti di scuola media su 10 hanno un account social, mentre il 46% è presente su TikTok e Instagram, percentuali che raddoppiano con il passare dell’età.
Il canale social sul quale i ragazzi passano più tempo è Tik Tok con una media di 2,4 ore al giorno, seguito da Instagram, WhatsApp (1,8 ore) e Threads (1,6 ore).
I giovani del campione hanno dichiarato di usare i social soprattutto per conversare con i loro amici e informarsi: il 74% dei ragazzi ricorre ai social per rapportarsi ai propri amici e conoscenti e nel 69% dei casi per leggere i post dei propri contatti; il 51% ammette di utilizzarli spesso come canali di informazione per leggere notizie di interesse.
Poco più di un ragazzo su 3 ammette di commentare spesso i post dei suoi amici o contatti, il 28% pubblica proprie foto o video e il 21% commenta le notizie.
Sono soprattutto gli studenti del biennio (14 – 15 anni) a informarsi sui social, il 64% ammette infatti di ricorrere spesso ai social per leggere le notizie, mentre il 25% le condivide.
La percezione della tecnologia e delle competenze digitali
Nell’ambito della ricerca è stato chiesto agli studenti un’autovalutazione delle loro competenze digitali di base: 7 ragazzi su 10 si sentono competenti nel trovare informazioni su beni e servizi o da siti web di enti e servizi pubblici, con un 30% che ammette di essere poco o per nulla competente. Il 31% non sa partecipare ai social o utilizzare l’e-mail, ma si sentono, invece, particolarmente competenti nell’installazione di app e programmi (78%) nella creazione di documenti con immagini e grafici (72%) e negli acquisti online (68%). L’autopercezione delle proprie competenze tecnologiche varia a seconda del genere: il 94% di ragazzi si considera consapevole e competente rispetto all’utilizzo di questi strumenti, la percentuale scende a 92% per le ragazze.
Comunicazione digitale e rapporto genitori – figli
Lo studio ha rilevato come nonostante oltre la metà dei genitori fornisca, almeno qualche volta, consigli ai propri/e figli/e su come usare internet in modo sicuro e 1 su 2 sia pronto a supportarli quando qualcosa online li infastidisce, 1 ragazzo/a su 3 è lasciato completamente solo in questa situazione, mentre 1 genitore su 3 non affronta mai il tema di cosa fanno i suoi figli su internet e 1 su 4 non li incoraggia a imparare ed esplorare il web.
Tra i sistemi di controllo e limitazione delle attività dei figli online, i sistemi di geolocalizzazione sembrano essere utilizzati dal 40% dei genitori.
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