ecco come funziona. I dubbi nella maggioranza

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Venti di guerra sulla pace fiscale. A due settimane dalla presentazione ufficiale della proposta di legge della Lega sulla rottamazione quinquies, le posizioni all’interno della maggioranza restano distanti. Smussate le spigolosità della primissima ora, gli alleati di governo sfoderano ora il lessico più felpato della diplomazia. Se la forma cambia, tuttavia, a rimanere immutata, e con essa le posizioni lungo lo spettro delle priorità: a un estremo il Carroccio, che continua a spingere sulla nuova pace fiscale, dall’altro Forza Italia che chiede prima di tutto una sforbiciata all’aliquota mediana dell’Irpef per venire incontro al ceto medio. Tra gli ultimi in ordine di tempo a ribadire il concetto, Raffaele Nevi: «Per noi vanno bene sia la rottamazione che il taglio Irpef – ha dichiarato nelle scorse ore il portavoce nazionale di Fi – ma se Giorgetti dirà che i soldi non bastano per fare tutto, allora bisognerà fare una scelta: la nostra priorità è tagliare le tasse per i redditi fino a 60mila euro».

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Nel mezzo, in posizione attendista, Fratelli d’Italia: nel suo ruolo di azionista di maggioranza dell’esecutivo, il partito di via della Scrofa sta cercando di farsi ago della bilancia per scongiurare turbolenze sulla rotta della legislatura, giunta ormai al giro di boa. A farsi prudente interprete della linea di FdI è il suo viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. Negli ultimi mesi, il numero due di via XX Settembre – titolare della delega per la riforma del fisco e alfiere del concordato preventivo – ha cercato di tenersi lontano dal pacchetto di mischia gettando il pallone in tribuna con dichiarazioni come «dobbiamo fare un’operazione verità con l’Agenzia delle Entrate per capire esattamente quanti carichi possono dare corso a rottamazioni», o «non sono contrario ma bisogna trovare le coperture, e di questo si occupa il ministro Giorgetti».

Rottamazione quater, rata in scadenza: chi non versa perde i benefici

APERTURE

Invocato da colleghi di partito e alleati di governo, l’inquilino di Palazzo Sella si è infine espresso, seppur con toni salomonici: «D’accordo con la rottamazione? Non smentisco», aveva detto uscendo dal consiglio federale della Lega a metà febbraio. «Rottamazione e riduzione dell’Irpef sono nel programma di questo governo – ha aggiunto pochi giorni fa – l’incarico complicato del Mef è renderle entrambe possibili in una situazione di incertezza». Incassata l’autorevole sponda ministeriale, il Carroccio è così tornato alla carica allestendo, durante lo scorso weekend, centinaia di gazebo nelle principali piazze italiane per sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della nuova pace fiscale da 10 anni e 120 rate di pari importo.

Che la proposta leghista non sia una vera e propria «rottamazione» nè tantomeno, un «regalo agli evasori» lo spiega al Messaggero Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera e promotore della misura: «È un sistema completamente – sottolinea – si tratta di una rateizzazione lunga che, peraltro, va a correggere le criticità delle vecchie rottamazioni dove si aveva un anticipo del 20% e una durata di cinque anni che oggi viene portata a dieci, come fosse una sorta di mutuo».

A beneficiarne, aggiunge, «sarebbero i 23 milioni di italiani che hanno almeno una cartella, considerando che al momento ci sono 160 milioni di cartelle ancora da saldare». Il meccanismo, prosegue, consentirebbe di recuperare «tantissimi miliardi» di tasse e contributi sia pregressi sia correnti: agevolando il pagamento degli arretrati a chi è in difficoltà, dice Gusmeroli, si facilita il saldo delle imposte attuali e si ottiene un gettito strutturale che potrà servire a tagliare le tasse per tutti».

COPERTURE

Per portare a casa la nuova rateizzazione, però, servono 5,2 miliardi di euro di coperture. Missione complessa, in una fase di forte instabilità geo-economica che ha già costretto il governo a stanziare 3 miliardi per raffreddare il costo delle bollette. «Prima di quantificare le coperture bisogna aspettare la proposta definitiva – ribatte il deputato leghista – ma la cifra finale sarà molto inferiore di quella».

E come si fa, invece, a convincere gli alleati a dare corsia preferenziale alla pace fiscale accantonando l’intervento sull’Irpef? «Se si porta a casa la rateizzazione lunga, si recuperano le risorse per finanziare anche il taglio delle tasse al ceto medio: il problema non si pone, perché si innesca un circolo virtuoso».

Il tempo, intanto, scorre. E stringe. Perché Salvini è intenzionato a trovare la quadra entro la fine della primavera. Che il numero uno di via Bellerio faccia sul serio è apparso chiaro con la sua presenza di sabato al gazebo leghista di Bologna, dove ha voluto presenziare prima di rientrare a Milano per soffiare 52 candeline insieme alla famiglia. Con un desiderio: che la nuova pace fiscale sia la ciliegina sulla torta di compleanno, e non una polpetta avvelenata.

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