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Questa settimana la Regione Piemonte, tramite bando, ha messo a disposizione delle aziende produttrici di vino altri 4 milioni e 252 mila euro per finanziare gli investimenti materiali o immateriali finalizzati alla realizzazione di punti vendita aziendali e adibiti prevalentemente alla commercializzazione dei prodotti vitivinicoli, localizzati all’interno o all’esterno delle unità produttive di trasformazione e conservazione, comprensivi di sale degustazione. Sono ammissibili opere edili e impianti, acquisto immobili, acquisto di attrezzature, acquisto di attrezzature informatiche e relativi programmi e piattaforme. Il temine per la trasmissione delle domande di aiuto è il 30 aprile 2025
“In generale -osserva il responsabile provinciale del Settore Finanza agevolata di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, Pietro Busso-, si tratta di una buona opportunità, perché nel caso delle micro e piccole medie imprese viene finanziato il 40 per cento della spesa ammissibile e il 20 per cento nel caso delle imprese intermedie, con limiti di spesa della domanda di aiuto che vanno da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 350 mila euro. Va prestata attenzione ai requisiti di ammissione, con una preventiva valutazione caso per caso delle reali possibilità di intervento delle singole aziende interessate, in modo da evitare successive difficoltà”.
Nello specifico, per partecipare al bando le imprese dovranno risultare iscritte all’anagrafe agricola del Piemonte, aver validato e aggiornato il proprio fascicolo aziendale, essere titolari di partita Iva e iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, essere in regola con la dichiarazione di giacenza e vendemmia/produzione e non essere soggetti all’esclusione dagli interventi di sostegno dell’Ocm vitivinicola e Ocm investimenti (mancato utilizzo di autorizzazioni su impianti e realizzazione investimenti ammessi dopo l’ammissione).
Possono beneficiare degli aiuti gli imprenditori agricoli professionali titolari di azienda agricola con Orientamento tecnico economico prevalente (codice 351 o 352 o 354), le imprese agroindustriali, microimprese, piccole medie imprese, con meno di 750 dipendenti o fatturato annuo sotto i 200 milioni.
Gli imprenditori agricoli professionali sono ammessi se svolgono attività di trasformazione, in cui almeno il 51 per cento delle uve fresche trasformate è di provenienza aziendale (ovvero provenienti dai vigneti inseriti nel proprio fascicolo aziendale).
Nell’anno precedente, l’impresa deve aver obbligatoriamente presentato la dichiarazione di vendemmia/produzione e rivendicazione D.O. (sono ammissibili aziende a causa di morte, successione anticipata, cambio dello status giuridico e della denominazione dell’azienda, purché in domanda venga specificato il Cuaa dell’azienda del subentro, in questo caso la documentazione attestante dovrà essere caricata sul fascicolo del subentrante).
Sono ammissibili anche le aziende che forniscono le uve in conto lavorazione (pari ad almeno la metà delle uve cedute o per un quantitativo minimo di 7.000 kg).
“Quanto agli investimenti -spiega Busso- sono previsti quelli per la costruzione, l’acquisto (valore max 30 per cento della spesa ammissibile), la ristrutturazione e il riattamento di fabbricati, oltre alle spese per l’acquisto di attrezzature, macchinari, elettrodomestici e impianti pertinenti alla vendita e degustazione dei vini prodotti, l’acquisto di arredi, allestimenti, attrezzature informatiche e relativi programmi e piattaforme per punti vendita aziendali. Nel caso di acquisto di immobili, il fabbricato deve subire una sostanziale ristrutturazione, non aver percepito contributi negli ultimi 10 anni e non essere già in possesso di altri soggetti collegati all’azienda e parenti. Le spese tecniche sono rimborsate fino ad un massimo dell’8 per cento”.
Non sono ammesse le spese per attrezzature ed elettrodomestici per la preparazione dei pasti, arredi “artistici”, demolizioni, trasporto, mere sostituzioni, materiali di consumo, noleggi, attrezzature usate, leasing ed opere provvisorie.
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