all’asta la dismissione del patrimonio storico-artistico di Veneto Banca – Ottiche Parallele magazine

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Dipinti, sculture, mobili, tappeti, da Veneto Banca SpA in liquidazione coatta amministrativa e altre provenienze messe all’asta da Bonino Casa di Vendite di Toma. Prima seduta d’asta: 19 marzo 2025 ore 17.00.

Nell’ambito della dismissione del patrimonio storico-artistico di Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa, disposta dal Ministero dell’economia e delle Finanze, Bonino Casa di Vendite (Roma, Via Filippo Civinini 21-37) batte l’asta Il culto dell’arredo, in calendario per il 19 marzo (prima seduta h.17). Tutti i complementi di arredo che si possono immaginare per una grande dimora si trovano in questa asta: mobili antichi, dipinti e sculture, tappeti e lampadari.

L’arredo come arte di vivere e ospitare: il destino della bellezza
Archimede Seguso -Vetreria, Applique

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Archimede Seguso -Vetreria, Applique

Il culto dell’arredo è un’asta, determinata dai beni di Veneto Banca in vendita il 19 marzo 2025. Il focus riassunto nel titolo ci porta prima di tutto all’interno dei luoghi di produzione e delle grandi dimore da cui questi oggetti vengono: da Villa Gasparini Spineda Loredan (già Villa Benetton, a Volpago del Montello, a lungo sede di rappresentanza di Veneto Banca), a palazzo Colonna Preti a Castelfranco Veneto, dalle prigioni britanniche in India alle Manifatture di Aubusson, dalle Vetrerie Seguso a Murano alle antiche collezioni Grimod de la Reynière e Toraldo di Massa fino a quella novecentesca del mecenate milanese Senatore Borletti, da Villa Ottolenghi Wedekind, a Acqui Terme, ai Palazzi Aldrovandi Montanari, a Bologna, e Palazzo Balbani, a Lucca.
L’asta presenta suppellettili destinate a chi vive e vuole arredare all’eccellenza le grandi Ville e i palazzi storici veneti così come gli appartamenti stile City Life. C’è però anche una ampia selezione di lotti egualmente di stile ma adeguati a tutte le tasche. 

I grandi dipinti
Arturo Martini, Tobiolo, 1934

Prima fra tutti la scultura di Arturo Martini,  Tobiolo del 1934 (lotto 109), che fu pensata per decorare Villa Ottolenghi Wedekind ad Acqui Terme, con base d’asta 300.000 euro. Questo gesso raffigurante Tobia che stringe fra le mani un pesce – capolavoro della fase matura dell’artista – gli valse per la prima volta l’apprezzamento unanime della critica, fino alla consacrazione alla Mostra d’Arte Italiana a Parigi: il “Corriere della Sera” riprodusse la scultura in prima pagina nel 1935. Il soggetto è preso dalla Bibbia, in particolare dal capitolo VI del Libro di Tobia, dove si racconta come Tobia abbia trovato in un pesce il medicamento per la cecità del padre Tobi. Al corredo artistico di Villa Ottolenghi e di altri grandi contesti d’arte degli anni Trenta e Quaranta sono dedicati anche i progetti e i carteggi di Ferruccio Ferrazzi, con oltre 200, tra disegni e lettere (lotti 204, 210, 216, con basi d’asta rispettivamente di € 5.000, € 6.000 e € 4.000).

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Francesco Guardi, Il Rio dei Mendicanti al Convento dei Domenicani, 1785 ca

Da Arturo Martini a Francesco Guardi, presente in asta con il dipinto Il Rio dei Mendicanti al Convento dei Domenicani (lotto 73), del 1785 ca., con base d’asta 200.000 euro. Proveniente dalla Collezione di Senatore Borletti (1880-1939)  nipote del Feldmaresciallo Josef Radetzky e fondatore dell‘UPIM e della Rinascente –, fu esposto nella grande “”Exposition de l’art italien de Cimabue à Tiepolo”, a Parigi, nel 1935, per cura di Ojetti. L’immagine nella tela di Veneto Banca, la più geometricamente compatta e originale fra le versioni di Guardi sul tema del Rio dei Mendicanti (un’altra è conservata alla Accademia Carrara a Bergamo), presenta volumetrie architettoniche investite dalla calda luce del tramonto, con un affascinante effetto astratto. La tela è presentata in una importante cornice veneziana coeva.

Guido Reni, San Francesco

Un altro grande nome italiano è quello di Guido Reni (1575 – 1642), di cui in asta è presente il San Francesco (lotto 49)olio su tela il cui valore porta a una base d’asta di € 240.000, restituito con certezza all’autore da un accurato studio di Daniele Benati, professore ordinario presso l’Università di Bologna e specialista di riferimento internazionale per l’autore, che considera questa tela il capolavoro di Reni sul tema, superiore anche alla versione del Louvre. All’interno di una grotta, San Francesco s’intrattiene in meditazione davanti al Crocifisso legato con una corda al tronco di un arbusto disseccato, al di là di uno sperone roccioso che gli serve da altare e sul quale tiene aperto un libro sacro.
Ancora grande arte figurativa con le due opere – lotti 36 e 37 – attribuite a François Boucher (1703 – 1770) e dalla storia collezionistica eccezionalmente complessa, che si annoda tra la corte di Parigi, la rivoluzione francese e la corona imperiale russa: La nascita di Adone, 1726 circa, olio su tela, con base € 160.000, dedicata alla storia di Adone, narrata da Ovidio nelle “Metamorfosi”, cui fa da pendant l’altro dipinto, La morte di Adone, del 1726 circa, con prezzo di partenza € 140.000.

Altro strepitoso dipinto è il lotto 67, una grande tela Canale di Mazzorbo.
Fra gli altri dipinti, in particolare tra Settecento e Novecento, qualità e rarità comandano di citare almeno le seguenti. Una opera monumentale di Pietro Fragiacomo (lotto 6), versione maggiore del tema dei Pescatori sulla riva, 1890 circapalazzo Colonna Preti a Castelfranco Veneto e attribuite a Giuseppe Moretti, un rarissimo autore dell’entourage di Canaletto: esse infatti sono collegate a due vedute di Canaletto databili intorno al 1722, delle quali la prima, rimasta a Venezia almeno fino agli anni quaranta del Settecento, è oggi conservata nella Alfred Taubmann Collection, New York, e la seconda presso il National Museum of Wales, Cardiff. Base d’asta: € 20.000 l’una.
Se la grande imprenditoria veneta di oggi è proprio la classe che ha saputo custodire e mantenere i fasti di grandi ville storiche, creazioni di archistar del passato come Sansovino, Palladio e Scamozzi, l’asta propone proprio gli oggetti che, per qualità e presenza visiva, in esse possono trovare una perfetta collocazione.

I grandi lampadari e mobili
Manifatture Seguso, Lampadario monumentale

Dalla Vetreria Archimede Seguso proviene il lotto 30, lampadario monumentale in vetro soffiato lattescente – secondo la tecnica introdotta nell’800 – alto oltre sei metri offerto con base d’asta 24.000 euro. È il lampadario collocato nel salone maggiore di Villa Gasparini Spineda Loredan, già Villa Benetton, a Volpago del Montello. Arriva invece dall’India coloniale il lotto 79, pregiato tappeto Agra, un vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico: è un classico tappeto a palmette e nastri su fondo rosso, di enormi dimensioni, creato per grandi saloni, con una base d’asta di 60.000 euro. Per il grande salone di Palazzo Aldrovandi Montanari furono concepiti dal maggiore architetto-designer emiliano del Settecento, Alfonso Torreggiani (1682-1764), due divani in coppia (lotto 139), in legno di tiglio riccamente intagliato e dorato, con mascheroni, cariatidi e temi floreali, del 1752. Eccezionale anche il lotto 48, uno scrittoio figurato risalente all’ultimo quarto del XVII secolo, realizzato nell’ambito di Leonard van der Vinne (1659 – 1713), in legno ebanizzato, lastronato in palissandro e intarsiato in legno chiaro pirografato; il maestro fiammingo si specializzò nelle tecniche di intarsio, contribuendo a diffondere il gusto per i motivi floreali intarsiati in legno esotico, avorio e madreperla in tutta Europa. Si trasferì in Italia per lavorare nella manifattura dei Medici dal 1659 fino alla sua morte nel 1713. Base d’asta 30.000 euro.
Vero e proprio pezzo da Museo è la coppia di tavoli da muro con specchiere a doppia cornice e cartiglio a tema di animali e sirene.

Coppia di tavoli da muro con specchiere

Caratteristici e particolarmente preziosi fra i mobili anche i seguenti. Un raro cassettone vicentino (lotto 7) sagomato in pregiata radica di tuia e legno di frutto con filetti in acero su struttura in abete, risalente al II quarto del XVIII secolo, con base d’asta 10.000 euro. Una libreria emiliana del XVIII secolo (lotto 78), in legno di noce, pioppo e abete, di grandi dimensioni, con base d’asta 8.000 euro; un gruppo di quattro poltrone (lotto 124), in legno di tiglio intagliato e dorato con campi bulinati e laccati, datate XVIII secolo, con base d’asta 16.000 euro. Soprattutto, una coppia di divanetti veneziani del Settecento (lotto 156), in legno ebanizzato, con schienali a fasce con intagli ad otto, che sono gustosi come gli scritti di Goldoni e hanno l’eleganza di una dimora dogale. Base d’asta: € 12.000.
Dalla francese Manifattura reale di Aubusson (1730–1750) arriva il maestoso arazzo in lana e seta con l’effigie di Flora e Zefiro o La Primavera, 1730 circa (lotto 12). Base d’asta 16.000 euro. Il soggetto dell’arazzo in asta è liberamente ispirato ai Fasti di Ovidio, dove è descritto Zefiro che insegue la ninfa Clori e la ghermisce; ed ella si trasforma in Flora, divenendo sposa del dio e signora dei fiori e della primavera. La scena intessuta rappresenta il tempo successivo di Clori, quando è ormai insediata nel suo regno naturale. Flora, infatti, compare al centro dell’arazzo, in atto di confezionare una lunga ghirlanda di fiori, mentre lo sposo Zefiro, con ali di farfalla, le porge un cesto. Intorno alla coppia molti amorini, a rafforzare il tratto galante della composizione. 

Un’asta per tutte le tasche
Felice Casorati, Il bacio di Giuda

Ma l’asta propone anche lotti di qualità per tutte le tasche, come l’opera di Felice Casorati (1883 – 1963) Il bacio di Giuda (lotto 38), incisione su tavella di gesso su carta da spolvero, che ci si può aggiudicare partendo da una base interessante di 200 euro. Nonché molte sculture, in marmo ed altri materiali, firmate e anonime, con basi d’asta tra alcune centinaia e poche migliaia di euro, tra cui un importante ritratto neoclassico di Vittorio Alfieri, con base d’asta € 6.000. E inoltre, moltissimi oggetti di arredo inaspettati, colonne in marmo e alabastro, miniaturecandelabri, pergamene (rarissima una pagina della Bibbia ebraica del XVIII secolo, lotto 17, base d’asta € 1.400), elmi spade (lotti 1 e 31, rispettivamente basi d’asta € 200 e € 1000), stampe e disegni, servizi da tavolapiatti e appliques, nonché opere di autori del ‘900, dal veneto Enrico Benetta (lotti 41, 47 e 63, tutti con base d’asta € 1.400), a Giulio Turcato (lotto 89, base d’asta € 1.600) e Franco Gentilini (lotto 100, base d’asta € 300). 

Insomma, la festa e il trionfo del grande Arredo!

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Contributi per le imprese

 

Casa di Vendite Claudia Bonino
Roma, Via Filippo Civinini 21 – 37
Tel 068075228

Mail: info@bonino.us - info@goforarts.com
www.goforarts.com



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