Nelle piazze di tutta Italia oggi ci sarà anche la voce delle attiviste palestinesi, parte del progetto di aiuto mutualistico Women with Gaza, nato per tutelare la salute femminile nella Striscia. “Grazie ai messaggi audio ricevuti dalle donne e dalle ragazze che vivono a Gaza faremo sentire le loro voci nei cortei di Non Una di Meno in diverse città italiane,” racconta Valentina, attivista di Women With Gaza.
Il progetto ha preso il via nel settembre 2024, promosso da diverse collettività italiane tra cui le milanesi Gaza Free Style e ACS-Associazione Cooperazione e Solidarietà in collaborazione con comitati, sindacati e organizzazioni di donne gazawi, tra cui lo storico Union of Palestinian Women Committees, e sta proseguendo anche durante il fragile cessate il fuoco attuale.
Dallo scorso autunno, i fondi raccolti online in Italia da Women With Gaza tramite il GoFundMe vengono inviati in piccole tranche tramite bonifici bancari alle attiviste palestinesi e usati per comprare localmente assorbenti e beni di prima necessità sanitaria femminile. È stata evitata la spedizione di aiuti per scongiurare che rimangano bloccati al valico con l’Egitto, come è successo nella prima fase del progetto.
Dopo l’acquisto in loco, i kit sanitari vengono distribuiti in tende ubicate in diverse parti della Striscia di Gaza, con la presenza di professioniste dedicate all’ascolto psicologico. Si tratta di veri e propri punti di aiuto itineranti che durante questi mesi si sono spostati con le famiglie di sfollati per sfuggire ai bombardamenti israeliani. In questi mesi la tenda delle attiviste di Women With Gaza è stata montata nei campi profughi di Nuseirat, Al-Zawaida, Deir al-Balah e Bureij e nelle zone di Al-Zaytoun e Al-Shuja’iya nella città di Gaza.
“La violenza del genocidio si è abbattuta con ancora più forza sulle donne dalle violenze e gli stupri causati dalla guerra alle violenze domestiche esacerbate dal conflitto,” spiega Valentina di Women With Gaza, “Le donne sono state il 70% delle vittime con i bambini e le bambine e sono state prese di mira come soggetto forte che può portare avanti la longevità e la resistenza di un popolo.”
E anche la salute femminile è stata messa a rischio dagli altissimi prezzi dei prodotti igienici, infatti durante il conflitto un pacco di assorbenti era arrivato a costare fino a 100 euro. Poi, dopo il cessate il fuoco i prezzi sono scesi, ad oggi un pacco di assorbenti si acquista con circa 7 euro. Prezzi che sono stati inarrivabili per le oltre 690 mila donne e ragazze della Striscia che, durante il ciclo mestruale e in assenza di acqua corrente, hanno dovuto sopperire alla mancanza di assorbenti usando parti delle tende o stando accovacciate nel mare esposte all’aumento del rischio di infezioni e altre complicazioni mediche.
Per cercare di migliorare le loro condizioni di vita, Women With Gaza ha distribuito kit sanitari e ha portato avanti un impegno di supporto e sorellanza anche tramite l’appoggio psicologico, con professioniste locali e online anche dall’Italia, grazie alla loro presenza nelle tende montate per il progetto, che offrivano una possibilità di ascolto e aiuto reciproco. Tra le attiviste gazawi che hanno collaborato sul campo c’è anche Randa Harrara, 27 anni, parte del Palestinian Women’s Committees Union, associazione femminista nata quarant’anni fa a Gaza per promuovere uguaglianza e giustizia sociale.
“La situazione attuale a Gaza è quella di una distruzione massiccia e spaventosa intorno a noi. Le donne e le ragazze sperimentano enormi difficoltà dal punto di vista sociale, economico e sanitario,” dichiara Harrara, intervistata per telefono mentre si trova ad Al Nuseirat dopo essersi ricongiunta con il marito. “È appena iniziato il Ramadan, per quanto ci è possibile stiamo portando avanti le tradizioni: cuciniamo piatti tipici, decoriamo con le lanterne costruite con materiali di fortuna e ci troviamo con le famiglie di amici e vicini, supportando sempre le persone più bisognose della comunità.” Randa Harrara è la responsabile delle attività per le giovani donne del Union of Palestinian Women Committees da 8 anni, parte di un lavoro di lungo corso dell’organizzazione.
“Il tema dell’autodeterminazione delle donne è molto presente nella Striscia di Gaza da decenni,” aggiunge Valentina. ”L’impegno delle nostre compagne di Gaza come Randa è stato fondamentale per distribuire il materiale delle donne nel genocidio e continua ad esserlo anche oggi.”
Durante questo momento di estrema incertezza, il cessate il fuoco attuale nella Striscia di Gaza che coincide con il Ramadan, la preoccupazione per le violenze in Cisgiordania, le negoziazioni e le dichiarazioni del Governo americano, il progetto Women With Gaza vuole essere una realtà presente per supportare le donne gazawi. E per il futuro continuare a immaginare l’idea della Casa Internazionale delle Donne di Gaza, un progetto lanciato nel 2022 con il Centro Vittorio Arrigoni per promuovere la cultura palestinese con libri, arte e formazioni per le più giovani e svolgere attività fisica.
La resistenza di tutte le attiviste è uno sguardo rivolto al futuro come conclude Randa Harrara: “Ci auguriamo di avere la capacità di adattarci alle mutevoli circostanze, il nostro impegno è garantire che le donne e ragazze a Gaza siano sempre protette e sostenute.”
Monica Pelliccia è giornalista freelance. È specializzata in questioni sociali e ambientali, specialmente su tematiche come la tutela della biodiversità, i diritti delle donne, le migrazioni climatiche, le popolazioni indigene e i movimenti sociali. Ha realizzato reportage, fotoreportage e video, in particolare dal Centro e Sud America, come Honduras, Guatemala, Messico, Costa Rica, Brasile, Ecuador; dalla Palestina e da diversi paesi asiatici come Cambogia, Sri Lanka e India e dall’Europa pubblicati su testate italiane e internazionali come Mongabay, The Guardian, El Pais, L’Espresso e Altreconomia.
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