Né putiniani nè trumpiani – Periscopionline.it

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Né putiniani nè trumpiani

Possiamo dialogare rispettandoci sia nelle idee che come persone. Molte cose che ci sono state narrate per vere, si sono dimostrate pura propaganda (del resto i direttori dei giornali rispondono a chi li finanzia). Se vogliamo farci manipolare basta leggere media e tv mainstream, che da anni cercano di imbonirci (ben prima della guerra Ucraina/USA-Russia).

Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti (anche geopolitici, una Nuova Yalta?) che avrà notevole influenza anche su noi europei. Questa volta saremo esclusi (per nostri gravi errori) dal nuovo ordine internazionale.

Ho spesso criticato Putin come nuovo “zar”: ha avvelenato oppositori e impedito si sviluppasse in Russia un libero confronto democratico. Mi auguro che prima o poi anche in Russia si sviluppino più libertà e diritti. Ma è facile capire le ragioni del consenso a Putin:
–  il disastro provocato per 10 anni dalle politiche liberiste dei neocon americani dal 1991 al 2000, che ha portato in miseria il 40% dei russi e svenduto a stranieri tutte le più importanti ricchezze,
–  l’enorme crescita del tenore di vita in Russia da quando c’è Putin, cioè diritti sostanziali (lavoro, salario, welfare, salute) e non formali e la speranza di vita è salita da 65 a 71 anni (mentre in Usa calava).

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Né sono un fan di Trump e lo giudicherò sulla base dei fatti, ma non ho neppure pregiudizi su uno che dice di voler chiudere tutte le guerre.

Compito di questo quotidiano credo sia dare ai lettori analisi “oggettive” di quanto sta accadendo, senza pregiudizi, senza fare sconti né a nuovi politici forti (Trump, Putin, Xi Jinping), né alla narrazione mainstream che vorrebbe le democrazie europee e i politici Dem USA difensori del Bene contro il Male.

Da quando è crollata l’URSS (1991), il neoliberismo ha avviato un progetto di dominio planetario a colpi di soft power (cambi di regime) e di guerre contro chi si opponeva a questo disegno,  guidato apparentemente dai politici (presidenti USA in primis), ma di fatto dalle élite finanziarie e dalle grandi company anglosassoni.
Non ci piacciono i dittatori, ma neppure quelli che, dietro le false buone maniere, prendono ordini dalla finanza e dalle grandi company e che lavorano per addormentare il popolo col consumismo materialista e la propaganda.

Purtroppo l’Europa ha seguito come un cagnolino gli americani neocon in questo progetto di dominio e guerre e ha stravolto tutte le speranze di una Europa umanistica e in difesa dei suoi lavoratori. Oggi si trova orfana e nuda con l’arrivo di Trump, del quale possiamo dire tutto il male, ma non che non stia facendo quello che aveva promesso. Come scrive Federico Rampini, che non è certo né putiniano né trumpiano, America First è uno slogan di tutti i precedenti Presidenti (Clinton, Bush, Obama, Biden), ma poi tutti si sono rivolti altrove, facendo guerre su guerre, che hanno regolarmente perso. Trump è il primo che prova a fare quello che ha detto: vuole chiudere le guerre, rendere più ricchi gli americani, disegnare un nuovo ordine mondiale in cui, come è sempre stato nella storia, i vincitori si accordano. A Yalta furono USA, URSS, Inghilterra. Oggi sono USA, Russia, Cina (anche se Trump vuole staccare un po’ la Russia da Cina, come fecero Nixon-Kissinger nel 1972 aprendo a Mao, che favorì dopo 17 anni il crollo dell’URSS). Facile capire come si sposterà il tenore di vita nei prossimi 20 anni: inglesi ed europei lo sanno, da qui prima la guerra per una pace “giusta” e ora il riarmo.

Sulla guerra e la pace. Io ed altri su Periscopio avevamo avvertito gli “europeisti democratici” che volevano sconfiggere il Male (la Russia, così la dipinge il mainstream da 3 anni, spargendo russofobia a gogò) che era impossibile (lo disse meglio di noi il capo delle forze armate Mark Milley nel 2022). Che era saggio cercare subito la pace (come stava avvenendo a Istanbul nella primavera 2022). Che è interesse dell’Europa dialogare con la Russia per ragioni economiche, storiche e culturali. Che solo dialogo, commerci, riconoscimento dei reciproci interessi aiuta a cambiare e non invece fare la guerra.

L’abbiamo detto in mille modi. Purtroppo chi non si arrende alla realtà vuole continuare a farsi male, cioè continuare la guerra per la pace “giusta” e il macello (degli altri però). Che durerà, così dice Zelensky “molto, molto a lungo” e Trump risponde “quel tizio non vuole la pace”.
Chi sosterrà il riarmo si farà male perché gli elettori europei (ma anche americani) sono contrari da sempre (anche se i media non lo dicono). La prossima puntata, dopo un riarmo nazionalistico, è che i partiti di estrema destra (che sono contro il riarmo) avranno una schiacciante vittoria. Purtroppo non stiamo combattendo, come ci vogliono far credere, per alcuna libertà o diritti, ma solo per far parte di un “tavolo” dove chi si siede godrà dei prossimi guadagni.

L’Europa (e dicendo Europa intendiamo l’élite europea) dovrebbe prendere atto di una sconfitta storica, perchè anziché lavorare per la guerra, avrebbe dovuto lavorare per la pace, nei suoi interessi e anche per i suoi valori. Ma prima si è sdraiata sulla politica guerrafondaia degli americani e ora, rimasta nuda, parla di riarmo a vanvera, forzando il patto di stabilità, usando i fondi russi congelati all’estero, racimolando i soldi non spesi del PNRR, usando i fondi di coesione, riformando il mercato dei capitali per la felicità dell’industria bellica. Un modo per restare ancora più soli e sciocchi, gettando al vento gli ideali fondativi di pace e prosperità per tutti che sono il vero compito dell’Europa nel mondo, non di scimmiottare politiche guerrafondaie, proprio ora che gli Usa le dismettono.

Non ci rimane che sperare in un’altra Europa, della pace e dello sviluppo umano, forse più piccola e saggia, che non esporta armi, ma i suoi valori migliori (libertà sostanziali e non solo formali, welfare, fratellanza, eguaglianza) che significa tagliare via l’ americanismo consumista che abbiam fatto crescere negli ultimi 30 anni dentro di noi e diventare esempio di buona vita nella pace nel mondo (che è la missione spirituale dell’Europa). Per questo crollò il muro di Berlino, perchè i cittadini dell’Est volevano stare all’Ovest. E’ l’unica via sia per la democrazia nella Russia, sia per migliorare noi stessi (che non stiamo proprio così bene): incontro e dialogo tra culture e popoli. Le armi portano solo tempesta e, in un mondo in cui saremo sempre più piccoli (4,5% della popolazione nel 2050), saremo percepiti come ricchi privi di valori e falsi, perché parliamo di giustizia con doppi standard.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

In copertina: immagine di Istituto di Studi di Politica Internazionale con licenza Creative Commons

Per leggere gli articoli di Andrea Gandini su Periscopio clicca sul nome dell’autore.

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri