Ostacoli alla creazione di valore
Gli sprechi si verificano in ogni azienda, ma il vero problema è che spesso non vengono riconosciuti come tali. In Giappone vengono indicati con il termine muda e sono il primo ostacolo alla produttività di un’organizzazione.
Un processo che scorre lentamente costa di più, ha una qualità percepita più bassa e una delivery al cliente peggiore. Per rendere un processo veloce vanno rimossi gli ostacoli allo scorrimento del flusso, ottenendo così una riduzione degli sprechi e quindi un impatto positivo sui costi.
Gli ostacoli individuati dal lean system sono di tre tipi, le 3 MU:
- muda: termine giapponese che significa spreco, rappresenta tutto ciò che è inutile.
- muri: il sovraccarico – sia esso di lavoro, risorse, persone o altro. Compare quando le operazioni richieste eccedono il carico che il processo potrebbe sostenere in condizioni ottimali.
- mura: l’irregolarità. È una combinazione di muda e muri, di momenti di spreco e di momenti di sovraccarico. È nell’irregolarità che individuiamo l’origine degli sprechi, in ragione del fatto che un concetto importante nel sistema lean è la stabilità dei sistemi produttivi – tutto l’opposto del mura.
Mura, l’origine di tutti gli sprechi
Come detto sopra, i mura sono le irregolarità che danno origine agli sprechi, per combatterli e costruire sistemi produttivi stabili, con parametri di processo costanti nel tempo, è necessario comprenderne le cause.
Le 3 cause principali di mura sono:
- La non qualità, come la produzione di un output difettoso. Questo genera muda e sovraccarichi, in quanto si dovrà correre per recuperare il pezzo scartato e rimettere in pari la produzione.
- La domanda domanda, che può portare ad oscillazioni tra periodi di sovraccarico e periodi insaturi. Per gran parte dei prodotti una corretta gestione della domanda e della supply chain è in grado di limitare questa variabilità rendendola accettabile.
- La mancanza di standardizzazione dei prodotti, che all’interno dell’organizzazione amplifica le perturbazioni presenti all’esterno.
Muda: i 7 sprechi
Per riconoscere i muda è innanzitutto necessario avere la consapevolezza che in un processo esistono due tipologie di attività: VA – attività a valore aggiunto che creano valore percepito per il cliente – e NVA – attività a non valore aggiunto. I muda sono le attività che non creano valore per il cliente.
La teoria lean classica ne individua sette tipi:
– Sovrapproduzione: produrre di più di quello che serve alla fase successiva del processo, o produrre prima dell’effettiva necessità.
Per esempio: in fabbrica produrre più pezzi di quelli richiesti effettivamente dal cliente; in ufficio creare reportistica inutile.
Il muda di sovrapproduzione è l’opposto del just in time, che mira a dare quello che serve, quando serve, nella quantità e nel luogo in cui serve. È lo spreco più pericoloso perché può generare a cascata tutti gli altri: produrre pezzi in eccesso genera scorte, attese, trasporti e processi non corretti. Inoltre, è particolarmente insidioso perché contiene il rischio di propagazione del difetto nel sistema.
- Attese: inattività delle risorse in trasformazione o trasformanti (per esempio i macchinari o le persone) che può essere dovuta all’esaurimento dei materiali, a guasti alle attrezzature, a ritardi dovuti a lotti di cui si attende l’arrivo, fino alla mancanza di competenze che richiede tempo per colmare la lacuna di un operatore.
Esempi concreti: in fabbrica quando un operatore rimane inoperoso accanto a un macchinario durante il ciclo di lavorazione di un impianto automatico; in ufficio quando un impiegato deve attendere da un superiore la firma di approvazione su un documento.
- Trasporti: è la movimentazione delle risorse prima, dopo e durante la loro trasformazione. Ogni trasporto non necessario aumenta i costi senza aggiungere valore, oltre ad aumentare il rischio di danneggiare i prodotti o di perderli.
Esempi: in fabbrica il trasferimento di componenti da un magazzino alla linea di produzione; in ufficio lo spostamento di dati tramite supporti fisici, come chiavette Usb e hard disk, o tramite il web.
- Processi non corretti: è un muda poco visibile e per questo si tende a dimenticarlo; un processo pensato in maniera sbagliata è uno spreco e genera a sua volta altri sprechi.
Per esempio: in fabbrica eseguire controlli in accettazione quando un fornitore già garantisce prodotti senza difetti; in ufficio inoltrare un ordine di acquisto a un fornitore basandosi su un ordine di vendita inserito con informazioni incomplete.
- Scorte: accumuli di risorse da trasformare, in trasformazione o trasformate. Le scorte, fra l’altro, portano a nascondere i problemi, impedendo al team di affrontarli e risolverli. Accumulare scorte è il modo più semplice per difendersi da inefficienze e imprevisti di processo, quasi come fossero un’assicurazione contro errori e difetti. Per l’azienda però sono uno spreco e quindi un costo.
Esempi di scorte: in fabbrica, eccessive quantità di semilavorato tra le fasi; in ufficio, la presenza di lotti di pratiche in attesa di essere lavorati.
- Movimenti: qualsiasi movimento non necessario o compiuto nel modo sbagliato. A differenza del muda dei trasporti quello dei movimenti non si riferisce ai prodotti ma ai lavoratori e alle macchine.
Per esempio: in fabbrica una disposizione non corretta dei macchinari e delle attrezzature in una linea di produzione genera un eccesso di movimenti da parte degli operatori; in ufficio la ricerca di un file in un desktop disordinato fa perdere molto più tempo rispetto a una struttura standardizzata e chiara di cartelle virtuali.
- Difetti: la generazione di output difettosi, ossia non aderenti alla richiesta del cliente o alle specifiche tecniche. Alcuni difetti rendono necessario il rifacimento del prodotto, con un incremento del suo costo di produzione.
Un prodotto difettato consegnato al cliente porta quest’ultimo a rifiutarlo e in prospettiva può spingerlo a rivolgersi verso un’altra azienda. In ufficio sono considerati difetti i dati mancanti o errati a sistema. L’invio a un cliente di una fattura compilata in modo incompleto, per esempio, rende necessario ripetere l’operazione ritardando il pagamento della prestazione erogata.
Non tutti i muda possono essere eliminati, però vanno sempre identificati in quanto sprechi. Saper distinguere tra attività a valore aggiunto e attività non a valore aggiunto è il primo passo verso la trasformazione lean. Se non si può eliminare un muda lo si può conoscere, analizzare e limitare il più possibile.
La riduzione degli sprechi (muda), la gestione del sovraccarico (muri) e la minimizzazione dell’irregolarità (mura) sono obiettivi fondamentali per le organizzazioni che mirano ad aumentare la propria competitività nel mercato e a soddisfare le esigenze dei clienti attraverso efficienza, qualità e affidabilità dei propri processi.
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