Per il territorio di Isola della Scala hanno chiesto: l’attivazione di un punto di primo intervento h24 con automedica, un’implementazione degli ambulatori ed un servizio di radiologia pienamente efficiente. E lo hanno chiesto in tanti, qualche centinaio di manifestanti che ieri mattina, 8 marzo, hanno partecipato al presidio organizzato davanti all’ex opedale in Via Roma. Un presidio organizzato dal Comitato per l’Ospedale e dalle associazioni isolane Avis, Aido, Fevoss, Diabetici, Grida, Pensionati, Piccola Fraternità, Coop. La Scintilla, Centro Noi e dal Gruppo Alpini.
Tra gli interventi che si sono susseguiti ieri, quello della vicepresidente del comitato Maddalena Salgarelli ha ripercorso la storia della struttura ospedaliera isolana dal 2018 ai giorni nostri. «Dopo la chiusura definitiva dei reparti – ha spiegato Salgarelli – la dirigenza dell’Ulss 9 Scaligera si era impegnata ad incrementare i servizi ambulatoriali e diagnostici. Inoltre le schede sanitarie del 2019 prevedevano per Isola della Scala l’attivazione di un punto di primo intervento h24 che avrebbe dovuto essere un presidio di riferimento per casi urgenti ma non gravi. Purtroppo, nulla è stato attivato in questi anni, anzi abbiamo assistito ad una progressiva riduzione degli ambulatori di medicina, ortopedia, cardiologia, chirurgia e tanto altro. Anche il punto Avis, per i donatori di sangue, è stato drasticamente ridotto ad un solo giorno al mese. Oggi ci troviamo con una struttura che nonostante porti il nome di centro sanitario polifunzionale, garantisce solamente un punto prelievi per le analisi del sangue, una radiologia, due o tre volte a settimana e poco altro. Il cantiere avviato da molti mesi e che si dovrebbe concludere nel 2026, riguarda una ristrutturazione che dovrebbe garantire a Isola della Scala un ospedale di comunità con 24 posti letto, ma non si sa nulla dei servizi ambulatoriali e di diagnostica».
Presente all’incontro anche la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, che ha dichiarato: «In Veneto abbiamo certamente delle eccellenze a livello sanitario, abbiamo due importanti università, Padova e Verona, e siamo valutati dal Ministero della Salute come una regione che funziona, secondo i loro indicatori. Ogni regione, ad esempio, deve raggiungere l’obiettivo del 10% di assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti oltre i 65 anni, però la legge non dice quante ore siano necessarie per queste persone. Così accade che nella nostra regione sono mediamente 4 al mese contro le 5, 6, 8 e anche 10 la settimana in altre regioni italiane. Abbiamo evidentemente un problema sul territorio, acuito anche dalla carenza di medici, di infermieri e operatori socio sanitari, come certificato dalla Fondazione Gimbe. La scarsità di medici, soprattutto di famiglia, ha determinato, nello scorso anno, circa 2 milioni di ingressi nei pronto soccorso. Solo in Veneto, nel 60% si trattava di codici bianchi e quindi di problemi probabilmente risolvibili se il paziente avesse avuto il suo medico di famiglia». E in conclusione, Bigon si è detta convinta che un presidio sanitario a Isola della Scala sia fondamentale, proprio per non lasciare sguarnita tutta la vasta zona territoriale a sud di Verona.
A conclusione dell’incontro di ieri, la segretaria del comitato Claudia Tinto, dopo aver evidenziato che anche lo Sportello “Diritto alle cure” attivato da luglio 2024 a Isola presso la sede della Fevoss dal comitato stesso, sta incontrando grosse difficoltà per mancate risposte alle istanze presentate, ha letto ai presenti una lettera che sarà inviata alla Regione Veneto, alla dirigente dell’Ulss 9 Scaligera e ai sindaci di Isola della Scala, Erbè, Nogarole Rocca, Trevenzuolo e Vigasio. Un messaggio che contiene il pressante invito a fare tutto il possibile per ridisegnare la sanità pubblica nella zona e garantire i servizi sanitari indispensabili per la salute dei cittadini.
Messaggio che il sindaco di Isola della Scala Luigi Mirandola ha ascoltato direttamente dalla voce dei manifestanti, essendo presente anche lui ieri al presidio. Mirandola non è intervenuto direttamente, ma si è comunque detto sensibile ai problemi evidenziati dal comitato e pronto a collaborare per risolverli.
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