Lavori green, l’avvocato che difende l’ambiente: “Tante battaglie per il bene di tutti”

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Per natura, difensore della natura. Angelo Calzone è cresciuto negli anni Settanta immerso nelle campagne calabresi. Da piccolo si è riempito gli occhi di verde e i polmoni del mare poco distante dalla sua Ionadi, piccolo comune in provincia di Vibo Valentia: respiro dopo respiro si è innamorato talmente tanto dell’ambiente che da grande ha scelto di usare ogni strumento in suo possesso, soprattutto quelli offerti dalla legge, per difendere ciò che amava. La sua è la storia di un avvocato che ha dedicato una vita alla tutela dell’ambiente, trasformando la sua carriera da civilista in quella di legale specializzato in reati ambientali.

“Ho iniziato questo cammino per un amore viscerale della natura. Volevo dare un contributo e ho pensato di poterlo fare attraverso lo studio della legge perché, come ricorda Fulco Pratesi, salva più natura un avvocato che dieci naturalisti”. Dopo il praticantato e le prime esperienze in tribunale decide di specializzarsi nelle leggi ambientali. “Sono andato a Roma a studiare, poi ho fatto un corso a Reggio Calabria con i migliori avvocati che allora si occupavano di ambiente e da lì non ho mai smesso di aggiornarmi”.

Non solo una scelta di amore, ma anche “di professione” spiega Calzone, perché “mentre facevo il volontario del WWF ho iniziato a comprendere come servissero esperti di legge in questo settore, quello dei diritti ambientali, un filone che poteva essere un campo con potenziali sviluppi futuri”.

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Ci vede lungo: “Oggi è una professione che sta crescendo, siamo sempre di più i legali che si impegnano nelle battaglie ambientali. In questo lavoro siamo impegnati sia a difendere, sia ad essere di ausilio, per esempio per associazioni, cittadini o imprese che tentano di districarsi fra le norme. Mi chiamano spesso perché questo è un settore molto ampio, che abbraccia più ambiti: pensiamo alle diatribe su rifiuti, acqua, bonifiche, discariche, impianti, terreni, oppure alla salvaguardia di parchi e territori o all’attuale boom delle energie rinnovabili”. Quest’ultimo, il mondo degli impianti eolici e solari, attualmente è quello che lo vede coinvolto più spesso. “Come per altre questioni, c’è ancora poca conoscenza delle norme. Autorizzazioni, incarichi, permessi, valutazioni ambientali: ci vogliono competenze sia per aiutare chi si oppone, sia per chi vuole svilupparle. credo che le rinnovabili servano alla transizione ma bisogna sempre valutare caso per caso. Ci sono anche esempi di impianti che possono creare danni all’ambiente”.

Ne ricorda uno in particolare: “Nel 2006 fu approvato un impianto eolico con turbine alte 150 metri da installare in un bosco, in un percorso famoso di trekking chiamato coast to coast che attraversa le PreSerre calabre. Fu approvato senza nemmeno valutazione ambientale e con autorizzazioni scadute. Prevedeva il taglio di centinaia di alberi. con Lipu e Regione Calabria ci siamo battuti per fermarlo e ora credo si possa dire che è stata messa una pietra tombale sull’idea di svilupparlo”.

Dalla Calabria alla Basilicata sono decine le cause che Calzone ha portato avanti, “a volte per difendere le ragioni dei cittadini», altre per opporsi “ad abusi di multinazionali energetiche, per esempio relative all’interramento illegale di rifiuti”, altre ancora relative a progetti di bonifica, a discariche, oppure alla salvaguardia delle acque. Ha evitato che venissero realizzate centrali a biomasse ai confini del Parco della Sila, ha portato a condanna dirigenti di imprese che smaltivano rifiuti in maniera illecita, smascherato operazioni in cui c’era l’ombra della criminalità organizzata e soprattutto si è occupato di una marea di ricorsi per conto di associazioni ambientaliste o comitati, con decine di cause e ricorsi al Tar. In tanti casi è decisivo il tempismo. Ricorda ancora “quando riuscimmo ad annullare il calendario venatorio regionale, fatto male e troppo pericoloso per molte specie. l’atto fu depositato la mattina stessa dell’inizio della stagione e quel giorno mi chiamò un amico cacciatore: era stato fermato dai carabinieri proprio perché era scattato immediatamente il divieto. Mi disse: cosa hai combinato? Ci ridemmo su e per me fu una vittoria per la tutela delle specie”.

Tempismo e impegno che ora spera possano portare avanti le nuove leve, i legali ambientali del futuro. “Consiglio loro di metterci passione, studiare, formarsi e soprattutto insistere, non scoraggiarsi mai. Perché questa professione offrirà sicuramente tante opportunità, direi doppie: sia di avere soddisfazione nel lavoro, sia di contribuire davvero a difendere la natura”.



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