La Fiorida in Valtellina. L’allevamento e i prodotti dell’agriturismo

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A chiamarlo agriturismo sembra quasi di fargli un torto. Perché La Fiorida è la versione meno consueta e più perfezionata del vecchio agriturismo di campagna all’italiana. Ci troviamo nella bassa Valtellina, a qualche kilometro da Morbegno. Vicinissimo il lago di Como, Milano a qualcosa come un’ora di macchina. La posizione è strategica sia per le attività di allevamento e lavorazione di prodotti agricoli, sia per l’ospitalità.

L’agriturismo con la filiera intera

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Dietro la creazione della ramificata rete aziendale troviamo Plinio Vanini e la sua famiglia, nato e cresciuto in queste zone, il sogno di fare il veterinario, ma un lavoro dirottato verso il mercato delle auto. Diventa infatti Presidente del Gruppo Autotorino. Gli animali però sono il suo lato B, così prima comincia con un piccolo allevamento, poi diventa una struttura stabile, che nel tempo si evolve in un agriturismo con 29 camere, due ristoranti, di cui uno, La Preséf, con una stella Michelin grazie allo chef Gianni Tarabini, un caseificio e un macello interno. La produzione di formaggi è concentrata sulle tipicità valtellinesi e non solo, ed è principalmente destinata a completare la filiera dei ristoranti. Protagonista della produzione della Latteria è il Valtellina Casera, che si trova in vendita nello spaccio aziendale insieme a tanti altri prodotti della zona.

L’arrivo della stalla nello stabilimento de La Fiorida

Produzione di Valtellina Casera

Il fiore all’occhiello di tutta la struttura è, sembra strano a dirsi, la stalla dove si trovano i bovini di razza Bruna. È visitabile con percorsi guidati attraverso un camminamento sopra elevato dove si possono osservare gli animali dall’alto. La nuova stalla – situata di fronte a quella vecchia ancora utilizzata – è stata inaugurata con una grande festa nel 2022 perché l’intento della famiglia Vanini era presentarla come un modello tecnologico e innovativo di allevamento degli animali, che andasse anche nell’indirizzo del loro benessere. È un tema, quello del “benessere animale”, piuttosto spinoso e spesso sbandierato (anche dal punto di vista legislativo) con fanfare demagogiche invece che con concreti processi di miglioramento delle tecniche e delle strategie di allevamento.

L’allevamento iper tecnologico per le mucche

Le mucche all'interno della stalla

Qui a La Fiorida hanno pensato di intervenire costruendo uno spazio adeguato su ispirazione di viaggi fatti in Israele, Olanda e Centro America. Ci sono altri allevamenti in Italia che hanno caratteristiche simili, non si tratta di certo di un caso isolato, ma bisogna anticipare che può riguardare un numero contenuto di capi: qui sono 240 bovini di razza Bruna, di cui 120 in lattazione nel momento in cui visitiamo la stalla. L’estensione complessiva è di 6500 metri quadrati, tanto che ogni animale in lattazione ha a disposizione 22 metri quadrati, “un piccolo monolocale ciascuno” ci racconta Beatrice Colzani, Operatrice nel settore Didattica de La Fiorida. “Gli animali stanno sulla sabbia, un materiale che si dice ‘inerte’, perché non permette la proliferazione di batteri. Possiamo così ridurre il rischio di infezioni. La sabbia inoltre è molto comoda per le zampe. Puliamo la sabbia una volta al giorno con un macchinario attaccato al trattore che passando la solleva e lascia solo la sabbia pulita. È il principio della lettiera del gatto, funziona nello stesso modo”.

In Valtellina la stalla iper tecnologica del futuro

Il robot che cucina per gli animali

E poi ancora. “Due volte al giorno passiamo con un erpice, un macchinario che va a smuovere la sabbia in modo che non rimanga bagnata sotto. È importante che sia sempre asciutta. Le ventole in funzione servono a creare un clima ideale per l’animale in stalla, avere un continuo ricircolo d’aria e aiutarci ad asciugare la sabbia. Alle pareti è tutto aperto. Si è pensato a come potenzialmente la vacca vivrebbe in natura. Non cercherebbe una casa, più un riparo dalla pioggia e dal vento. Abbiamo delle tende che si alzano e si abbassano in funzione dell’umidità e del vento. All’interno della stalla gli animali sono divisi in questo modo: una metà dove ci sono gli animali che non producono latte, dalle vitelle agli ultimi mesi di gravidanza”.

Mucche che vanno a farsi mungere da solo dai robot

Ingresso de La Fiorida

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

“Nell’altra metà ci sono quelli in lattazione, che hanno accesso ai robot di mungitura. Grazie ad essi vanno a farsi mungere da sole quando ne sentono il bisogno. Fino a un massimo di sei volte al giorno. Al momento abbiamo una media di tre volte al giorno. Il collare che portano è un microchip che riconosce gli animali. Il latte pesa, dà fastidio, hanno imparato che per togliere questo peso devono andare dai robot. C’è stato un lungo periodo di addestramento: i miei colleghi ogni 4 ore le portavano ai robot. Anche perché in stalla vecchia le chiamavamo per la mungitura due volte al giorno. Se l’animale entra per la settimana volta, viene fatto uscire senza far nulla”. E in effetti su uno dei lati corti della stalla, c’è una piccola fila di animali che aspettano di essere munti. Qualcuno cercando anche di superare gli altri in coda.

Ascoltare la musica classica nelle stalle

Momento di pulizia della sabbia

Per quanto riguarda l’alimentazione, interviene ancora la tecnologia. C’è un robottino che corre su un binario “e ha una zona della stalla che è la sua cucina. Distribuisce il cibo dove non c’è e lo avvicina facendo da mangiare circa 17 volte al giorno. Questo modello di benessere ci permette di ridurre il rischio di farmaci e di avere più latte alla fine dell’anno”. Molto raccontata è stata anche l’introduzione della musica classica all’interno della stalla, che dovrebbe incidere positivamente sulla condizione di vita dell’animale. “Abbiamo ancora la filodiffusione ma non è sempre in funzione. Di tutta la tecnologia per il benessere animale in stalla si può considerare quella che influisce meno” ma è anche quella che suscita più curiosità, dato che sembra quasi folkloristico immaginare vacche che ascoltano Mozart. “Serve a far produrre agli animali l’ossitocina, un ormone che facilita la produzione di latte. Però abbiamo guardato anche al benessere dei nostri dipendenti. Abbiamo trovato un compromesso con i ragazzi che stanno in stalla 8 ore. Prima avevamo la musica accesa tutto il giorno, oggi dipende”.

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