Il dibattito sul nuovo regolamento sui suoli pubblici ad Alghero si infiamma dopo l’articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna il 6 marzo, firmato da Nicola Nieddu, che riportava la richiesta di alcune associazioni di categoria di rinviare l’approvazione del regolamento al 2026. A chiedere ufficialmente il rinvio è stato il presidente di Confcommercio Alghero, Massimo Cadeddu, che ha motivato la richiesta con la necessità di valutare con maggiore attenzione gli emendamenti proposti dalle associazioni di categoria, dai comitati cittadini e di quartiere. “Alla luce della complessità e del numero degli emendamenti presentati, nel pieno rispetto degli interessi di tutti, riteniamo opportuno e doveroso che l’amministrazione valuti con attenzione e nei tempi dovuti tutte le proposte e le osservazioni pervenute in Comune”, ha dichiarato Cadeddu.
L’articolo ha evidenziato anche il sostegno alla richiesta di rinvio da parte di esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale, tra cui Michele Pais della Lega e Alessandro Cocco di Fratelli d’Italia. Pais ha criticato il regolamento definendolo “tardivo e dannoso” per gli esercenti, soprattutto per quelli stagionali, che vedrebbero ridotte le loro possibilità di operare in piena stagione. “Un regolamento che non prende in considerazione la tipicità della realtà algherese, con tanti esercenti di carattere stagionale, alcuni per la legge come le concessioni demaniali e chioschi, subiscono una sonora punizione nonostante il grande servizio di carattere sociale ed economico che tutti riconosciamo”, ha dichiarato Pais.
Alessandro Cocco, capogruppo di FdI, ha rincarato la dose: “Un regolamento nato male e portato avanti peggio. Ogni tavolino significa fatturato, posti di lavoro e un servizio per residenti e turisti. Eppure questa amministrazione sembra considerare le imprese non come una risorsa, ma come un problema”. Secondo Cocco, il regolamento sarebbe il risultato di un’impostazione ideologica che mette in contrapposizione gli operatori economici e i cittadini: “La difesa della legalità e la lotta all’abusivismo non possono trasformarsi in una caccia alle streghe”.
Dopo la pubblicazione dell’articolo del 6 marzo, la Confesercenti Nord Sardegna ha preso posizione in modo netto contro la richiesta di rinvio, accusando chi ha partecipato ai tavoli di concertazione di aver cambiato posizione all’ultimo momento. Nel comunicato ufficiale firmato dal direttore provinciale Gianni Simula, Confesercenti afferma:
“Scoprire dalla stampa, che un’altra associazione di categoria disattende gli accordi presi fino ad ora, sventolando di soppiatto la bandiera del ‘il nuovo regolamento arriva troppo tardi’ dopo aver partecipato attivamente alle modifiche del regolamento già esistente, ci lascia basiti e increduli sulla correttezza e credibilità di alcuni rappresentanti.”
L’associazione sottolinea come il regolamento sia frutto di un lungo percorso di confronto con l’amministrazione comunale e che le modifiche introdotte non stravolgano l’impianto esistente, ma lo aggiornino per garantire maggiore equilibrio tra le esigenze delle imprese e quelle della città. “Il confronto, negli ultimi mesi, ha maturato la condivisione delle variazioni del regolamento esistente, proposte in commissione, che rispecchiano le esigenze di tutte quelle imprese che auspicano, finalmente, che le regole condivise siano rispettate e che, come assicurato dal comandante della Polizia locale negli incontri intercorsi, siano fatte rispettare, per una equa distribuzione degli spazi pubblici e della vivibilità dei cittadini.”
Il cuore del dibattito riguarda il concetto stesso di turismo e sviluppo economico. La Confesercenti critica l’idea secondo cui “più tavolini significhi automaticamente più fatturato” e invita a ripensare il modello di gestione degli spazi pubblici. “È necessario discutere di altro, considerando ad esempio, come previsto in una variazione al regolamento esistente, il coraggio di quelle attività che resistono e aprono i loro esercizi durante un periodo più lungo dell’anno, assicurando il servizio oltre il profitto, e che, secondo Confesercenti, devono essere riconosciuti come esempi da premiare”, si legge ancora nella nota.
Dello stesso avviso è l’assessore Enrico Daga, che in un post pubblicato su Facebook ha ribadito:
“Sul regolamento concessione suoli pubblici, Confesercenti offre un punto di vista molto interessante e aggiungo innovativo. Le imprese dei pubblici esercizi associati si pongono l’obiettivo di garantire l’equilibrio tra chi ha il diritto di fare impresa e quello di chi, giustamente, desidera vivere in una città accogliente.
Io aggiungo che:
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Questa amministrazione non ha assolutamente variato il piano commerciale esistente, al contrario di quanto viene affermato da chi strumentalmente agita gli animi per fare un po’ di cassa elettorale (dubito che sia una strategia vincente), salvo aver inserito alcuni correttivi non sostanziali, spesso proposti dagli uffici per una migliore comprensione.
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Il piano commerciale che sarà approvato a breve è il frutto di un meticoloso lavoro collegiale, che ha previsto decine di incontri coordinati dal Sindaco, alla presenza di numerosi assessori e consiglieri, insieme agli uffici, e al comandante dei vigili urbani, in cui la parola d’ordine è stata: “non torcere un capello a nessuna azienda, ma garantire rigorosamente l’applicazione del regolamento”, nel rispetto di una sana convivenza tra residenti e imprese, come da impegni presi durante la scorsa campagna elettorale.
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Durante gli incontri, alla presenza di associazioni datoriali di categoria, Ccn e comitati di cittadini, si è instaurato un clima sereno di collaborazione e rispetto delle posizioni reciproche.”
Daga ha sottolineato come il nuovo regolamento non voglia penalizzare le imprese, ma garantire una convivenza equilibrata tra attività economiche e cittadini, con un controllo più rigoroso del rispetto delle norme esistenti.
Il dibattito è aperto e la contrapposizione tra visioni resta netta. Da una parte, chi ritiene che regolamentare con maggiore precisione l’uso del suolo pubblico sia un passo necessario per garantire vivibilità e qualità del servizio; dall’altra, chi teme che le nuove regole possano ridurre le opportunità di business per i locali. La questione non riguarda solo il presente, ma il futuro di Alghero e il modello turistico che la città intende adottare: una meta di qualità che valorizza il decoro urbano e i servizi o una città trasformata in un’enorme distesa di tavolini e sedie, dove il servizio rischia di essere sacrificato all’incremento indiscriminato dei coperti.
La guerra dei mondi sui dehors continua e, a breve, il Consiglio comunale dovrà decidere quale direzione prendere.
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