08 Marzo 2025
Storica serata azzurra agli Europei indoor di Apeldoorn: il triplista trionfa con 17,71, bronzo Dallavalle (17,19). La lunghista è regina con 6,94, il diciannovenne Sioli di bronzo nell’alto (2,29)
Meravigliosa serata per l’Italia agli Europei indoor di Apeldoorn con due magnifici ori e due bronzi. Nel lungo trionfa Larissa Iapichino che atterra a 6,94 per conquistare il titolo 27 anni dopo mamma Fiona May. La 22enne fiorentina, argento nell’ultima edizione di due anni fa a Istanbul e nella scorsa stagione a Roma all’aperto, firma il capolavoro con il terzo salto, ad appena tre centimetri dal suo primato, davanti alla svizzera Annik Kalin (6,90) e alla fuoriclasse tedesca Malaika Mihambo (6,88). Due azzurri sul podio nel triplo dominato da Andy Diaz con uno strepitoso 17,71 che vale la migliore prestazione mondiale dell’anno, soltanto quattro centimetri in meno del proprio record italiano di 17,75 outdoor. Il bronzo olimpico di Parigi si prende il titolo continentale a sedici anni e un giorno dal successo del coach Fabrizio Donato. Esulta anche il ritrovato Andrea Dallavalle, al terzo posto con 17,19 dopo l’argento europeo all’aperto di tre anni fa, alle spalle del tedesco Max Hess (17,43) superato da Diaz nel quinto e penultimo turno di gara. Alla festa azzurra si unisce il più giovane della squadra, il 19enne Matteo Sioli, fantastico bronzo nell’alto con il personale di 2,29 a pochi mesi dall’argento ai Mondiali under 20. Podio sfiorato invece da Manuel Lando, quarto con 2,26, che eguaglia il suo primato. Nell’asta è da applausi Roberta Bruni, quinta con 4,70 alla terza prova nel giorno del compleanno pareggiando il suo miglior salto italiano di sempre al coperto e vicina alla medaglia che sfugge solo per un errore in più, settima Elisa Molinarolo (4,55). Nei 400 metri sesta Alice Mangione in 51.84, di nuovo sotto i 52 secondi. Si qualificano per la finale negli 800 metri Eloisa Coiro, terza in semifinale con 2:02.02, e Catalin Tecuceanu, stesso piazzamento in 1:46.12. Quattro medaglie azzurre dai salti, cinque con quella di venerdì nel lungo di Mattia Furlani, in attesa della quarta e ultima giornata di domenica in Olanda.
MAGICA LARISSA – È la regina d’Europa nel lungo. Brilla d’oro Larissa Iapichino, dopo due titoli giovanili (under 20 nel 2019 quando era ancora allieva e under 23 nel 2023) e due argenti assoluti. Ha soltanto 22 anni, ma ormai un’esperienza quasi da veterana e la dimostra in una gara che riesce a gestire al meglio, trovando la rincorsa giusta. Dopo il primo turno è terza con 6,71 mentre sorprende Annik Kalin: primato nazionale a 6,90 per la svizzera, già quarta nell’eptathlon alle ultime Olimpiadi. Seconda è la serba Milica Gardasevic (6,75), per il momento quarta la campionissima tedesca Malaika Mihambo (6,45). Sembra decisamente lungo il secondo salto dell’azzurra, ma nullo per poco più di un centimetro. C’è solo da sistemare qualcosa e il momento arriva al terzo tentativo. La fiorentina, quarta nella scorsa stagione alle Olimpiadi di Parigi, balza al comando: 6,94 con la sua azione elegante e una pedana millimetrica (0,4 centimetri allo stacco). Prosegue la sua finale con 6,78 e 6,69, sempre in testa. Soltanto la plurimedagliata Mihambo si avvicina, 6,88 all’ultimo turno. Da neocampionessa europea chiude con un nullo, poi c’è da festeggiare: il sorriso liberatorio, mentre si lascia cadere all’indietro sulla sabbia, e la felicità da condividere con il papà-coach Gianni Iapichino e la mamma Fiona May, oro agli Euroindoor di Valencia nel 1998, a gioire in tribuna.
“Ci ho creduto fino in fondo all’oro – sorride Larissa Iapichino – e sono fiera di me stessa. È stata una finale complicata per tutte, con ritmi serrati, ma non mi sono tirata indietro. È il mio primo titolo da grande, per me è un punto di partenza e voglio divertirmi. Lo dedico a chi non smette mai di provarci, ai resilienti”.
TRIPLO SHOW: ORO E BRONZO – Un podio per due. Si tinge d’azzurro il triplo degli Euroindoor: oro Andy Diaz che conferma la sua classe e gli fa compagnia Andrea Dallavalle, sul terzo gradino. La finale del piacentino Dallavalle inizia con un buon salto a 17 metri esatti, ottenuti senza rischiare, lasciando quasi dieci centimetri sull’asse di battuta. Fa subito paura il tedesco Max Hess con un eccellente 17,43 che incrementa la sua ‘world lead’ (era 17,41) per candidarsi a una medaglia pesante, invece Diaz si sbilancia al primo balzo e non fa meglio di 16,37, al terzo posto. È in grande condizione Dallavalle: atterra lontano al secondo tentativo, nei dintorni della misura del leader, ma è nullo di otto centimetri. Arriva una ‘X’ anche per Diaz che nel frattempo diventa quarto superato dal francese Thomas Gogois (16,51). Cresce al terzo turno Dallavalle con un pregevole 17,19, vicino al personale di 17,36 timbrato un paio di settimane fa agli Assoluti di Ancona, mentre Diaz comincia a carburare con 17,05 e torna in terza posizione, regalando ben 22 centimetri allo stacco. Entrambi gli azzurri rinunciano alla quarta prova, per risparmiare energie in vista delle ultime due, e c’è un altro nullo per Hess. È il vero Diaz quello che decolla a un clamoroso 17,71 con il quinto salto: migliore prestazione mondiale dell’anno, a quattro centimetri dal suo record italiano (17,75 all’aperto) e a due dalla misura più lunga di sempre al coperto per un azzurro (17,73 del suo coach Fabrizio Donato). Per Dallavalle la gara continua con 16,84, nulla di fatto per Hess che forza troppo e non completa il ‘jump’. Ultimo salto: Dallavalle abbozza il salto, non riesce a chiuderlo, ma si gode la medaglia: è di nuovo sul podio a tre anni dall’argento outdoor conquistato a Monaco di Baviera nel 2022. Il nullo di Hess, argento dopo quattro bronzi di fila, consegna la vittoria a Diaz che cerca di incrementare con l’oro già al collo, plana vicino al suo miglior salto, ma è nullo di appena mezzo centimetro. Terzo titolo azzurro nella storia della manifestazione, dopo Fabrizio Donato a Torino 2009 (sedici anni e un giorno fa) e Daniele Greco a Goteborg 2013.
“Volevo sentire l’inno di Mameli – racconta Andy Diaz – perché era questo il mio sogno da quando sono arrivato in Italia. Una gara difficile ma bella, abbiamo aggiustato un po’ la rincorsa e anche l’ansia per riuscire a fare il salto giusto”. “È la mia rinascita – dichiara un emozionato Andrea Dallavalle – dopo due anni tosti. Potevo fare anche qualcosa di più, mi sono un po’ incartato nei salti successivi, ma per essere la seconda gara dell’anno va benissimo”.
SIOLI NEL FUTURO – Ancora brividi azzurri sulla pedana dell’alto con la medaglia di bronzo per Matteo Sioli, a soli diciannove anni. Un talento già protagonista a livello assoluto, dopo l’argento mondiale under 20 della scorsa estate, capace del personale di 2,29 alla seconda prova per prendersi il podio. È una serata da ricordare anche per Manuel Lando, quarto con tre salti buoni in rapida successione: non solo 2,17 e 2,22 ma anche il 2,26 del personal best eguagliato, provvisoriamente al comando insieme all’ucraino Oleh Doroshchuk. Rimane in gara anche Sioli: 2,17 e 2,22 senza errori, poi 2,26 al terzo tentativo che colloca il milanese al quarto posto momentaneo dietro all’altro ucraino Dmytro Nikitin, 2,26 alla prima e un errore a 2,22. La classifica si ribalta a 2,29 perché Doroshchuk, bronzo a Roma 2024, e anche il ceco Jan Stefela lo piazzano al primo salto. È formidabile il giovanissimo Sioli: dopo un nullo si inarca a 2,29 per oltrepassare l’asticella, un centimetro in più del fresco 2,28 di Ancona. Poi sbaglia tre volte a 2,32 mancandolo di poco, mentre Lando dopo due ‘X’ a 2,29 si riserva l’ultimo errore a 2,32. Il campione europeo è Doroshchuk con un percorso netto fino a 2,34.
“Questa medaglia l’ho sognata – commenta Matteo Sioli – e fino a un paio di anni fa non me lo sarei mai immaginato di arrivarci. Sarebbe stato ancora più bello con due azzurri sul podio, ci ha ispirato Gimbo Tamberi”.
GRINTA BRUNI – Comincia bene la finale di Roberta Bruni con 4,30 e 4,45 al primo tentativo, poi valica anche 4,55 con ampio margine e va a segno anche a 4,65. Per l’altra azzurra Elisa Molinarolo un ruolino immacolato fino a 4,55 ma chiude con tre errori a 4,65 ed è settima in classifica. Sei atlete ancora in gara a 4,70: la slovena Tina Sutej ok al primo colpo, la svizzera Angelica Moser al secondo come la francese Marie-Julie Bonnin e la finlandese Elina Lampela. Al terzo e ultimo ingresso in pedana ci mette tutta la sua carica Roberta Bruni che coglie l’obiettivo, eguaglia il recente personale indoor (miglior salto di sempre in sala per un’azzurra) e si accomoda in quinta posizione. Si va a 4,75 e l’asticella cade, ma la campionessa tricolore dimostra di valere la quota, poi sbaglia altre due volte e chiude quinta, a testa alta: per il podio sarebbe bastato un errore in meno a 4,70. La campionessa europea outdoor Moser è oro anche al coperto (4,80), argento Sutej (4,75), bronzo Bonnin con 4,70.
MANGIONE SESTA – Sul palcoscenico della finale europea non sfigura la primatista italiana Alice Mangione, a nove centesimi dal suo record di quest’anno in 51.84. La siciliana è sesta in una gara combattutissima con la padrona di casa Lieke Klaver (50.38) che doma l’arrembante norvegese Henriette Jager (50.45), bronzo alla spagnola Paula Sevilla (50.99).
800 – Conquistano la finale i due azzurri negli 800 metri. Bella prova di carattere per Eloisa Coiro che recupera due posizioni nel rettilineo opposto all’arrivo e poi difende il terzo posto in 2:02.02 dietro alla svizzera Audrey Werro (2:01.76) e alla francese Clara Liberman (2:01.79). Missione compiuta anche da Catalin Tecuceanu, ma con qualche brivido: il bronzo europeo di Roma 2024 parte dietro, si accoda ai battistrada quando manca un giro e mezzo senza perdere contatto, viene chiuso all’interno e riparte quasi da fermo, acciuffando la terza piazza in 1:46.12 per beffare il polacco Maciej Wyderka (1:46.17) nella gara vinta dall’olandese Ryan Clarke (1:45.65) sullo spagnolo Josué Canales (1:45.69).
60 – Si ferma al turno intermedio la corsa dei due sprinter azzurri: il 21enne Stephen Awuah Baffour, debuttante in Nazionale, settimo in semifinale con 6.67 e il campione europeo indoor uscente Samuele Ceccarelli, sesto nella sua gara in 6.68 condizionato da un crampo, entrambi meno veloci rispetto alla batteria.
LE ALTRE FINALI – Sfida stellare nell’eptathlon, a suon di record europeo migliorato per la seconda volta quest’anno dal norvegese Sander Skotheim a 6558 punti, terzo di sempre al mondo, ma va oltre il precedente primato di 6484 anche lo svizzero Simon Ehammer (6506) con il bronzo al tedesco Till Steinforth (6388). Primo titolo nello sprint per il britannico Jeremiah Azu, sceso a 6.49, e guadagna un gradino lo svedese Henrik Larsson, argento con il primato nazionale in 6.52 due anni dopo il bronzo di Istanbul a precedere l’altro ‘brit’ Andrew Robertson (6.55). Il padrone dei 400 è l’ungherese Attila Molnar in 45.25 nel duello con il polacco Maksymiliam Szwed, al primato europeo U23 di 45.31, terzo il francese Jimy Soudril (45.59).
l.c.
RISULTATI – FOTOGALLERY (Grana/FIDAL) – LA SQUADRA ITALIANA – GLI ORARI DEGLI AZZURRI – TV E STREAMING – LA PAGINA EUROPEAN ATHLETICS DEGLI EUROPEI INDOOR 2025
LE BIO DEGLI AZZURRI DI APELDOORN 2025 (PDF)
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