Roma, 8 marzo 2025 – Negli Stati Uniti e altrove, da destra a sinistra, cresce l’antipatia per Elon Musk . E Tesla e Twitter ne fanno le spese con danni ai concessionari delle auto, e abbandoni improvvisi, e motivati, del social da parte anche di Vip. Il miliardario Ceo di Tesla , dopo aver trascinato Donald Trump in campagna elettorale, si è ritagliato un ruolo di ‘contabile senza scrupoli’ nella nuova amministrazione con il temuto DOGE , il dipartimento di efficienza governativa (Department of Government Efficiency). Con l’organizzazione governativa temporanea, nata con un ordine esecutivo del presidente il 20 gennaio 2025, per “modernizzare la tecnologia ei software federali e per massimizzare l’efficienza e la produttività governativa”, Musk sta tagliando stipendi e licenziando impiegati statali senza tregua, il tutto allo scopo di ridurre gli sprechi e le spese federali come chiesto dal ‘capo’ Trump.
Elon ‘mani di forbice’: calano i posti di lavoro nel governo
Il risultato è il netto calo dei posti di lavoro nel governo federale Usa a meno 10.000 unità in febbraio rispetto al mese precedente, come conseguenza i tagli portati avanti da Musk. Ed Elon ‘Mani di forbice’ non guarda solo in casa sua, infatti Musk è andato a colpire anche le spese dei dipendenti statunitensi all’estero, gli impiegati nella base di Aviano (Vicenza), con un netto blocco delle carte di credito per 30 giorni, a partire da giovedì 6 marzo, e limitando il saldo dei conti correnti a cui sono collegate a un dollaro.
La scure di Musk sulle ambasciate
La scure di Musk è arrivata anche sulle ambasciate, invitate ad abolire ogni posizione vacante da due anni ed inviare una lista con il numero di dipendenti locali assolutamente necessari per mantenere la sede operativa. Aggiungendo l’esortazione ai dipendenti a cercare “sprechi, frodi e abusi”, in modo così da giustificare i drastici tagli al governo federale.
Stop di Trump: “Non licenziare, solo raccomandazioni”
Ma il miliardario in qualche occasione è andato oltre e Donald Trump lo ha stoppato: Elon ”dovrebbe usare il bisturi e non l’ascia” nelle misure per tagliare le spese, sottolineando che il fido alleato ”non ha l’autorità di effettuare licenziamenti”, secondo quanto ha riportato Politico citando due funzionari dell’amministrazione Usa. Trump è stato chiaro: Musk ha l’autorità di fare raccomandazioni ai dipartimenti, ma non di emettere decisioni unilaterali su personale e politica.
Tesla vandalizzata e crollano le vendite
Ma chi paga veramente l’arroganza di Musk è la sua creatura Tesla, e i suoi rivenditori. Il Washington Post ha sottolineato che dalla vittoria alle presidenziali di Donald Trump, che ha segnato l’ascesa politica dell’uomo più ricco del mondo, le strutture Tesla sono state bersaglio di decine di atti vandalici e violenti. A marzo alcuni impianti per ricaricare le auto elettriche di Tesla sono stati dati alle fiamme in Massachusetts. La scritta ‘No Musk’ è apparsa su un edificio della società in Maryland. In Oregon a febbraio un uomo ha fatto fuoco con un fucile automatico contro un rivenditore Tesla, lo stesso preso di mira alcune settimane con una molotov che aveva causato danni per 500.000 dollari. Inoltre la società sta crollando in borsa bruciando i guadagni post-elettorali, per non parlare del crollo delle vendite.
Anche in Europa le scritte sulle Tesla: “No ai nazisti”
In Europa tantissimi casi di Tesla vandalizzate con le svastiche, a ricordare il discutibile e criticatissimo saluto nazista fatto da Musk ben due volte dal palco all’insediamento del presidente Trump. Ad esempio a febbraio un autosalone Tesla in Olanda è stato imbrattato con le scritte: “No ai nazisti”. Anche gruppi impegnati nel sociale hanno come bersaglio del fondatore e Ceo di Space X, ad esempio gli attivisti britannici di Led by donkeys assieme ai tedeschi di Center for political beauty hanno proiettato l’immagine di Musk che fa il gesto nazista sulla parete della gigafabbrica di Tesla a Berlino con la parola ‘Heil’.
Elon Musk fa il gesto nazista all’insediamento di Trump
Tesla ha brucato 700 miliardi di dollari
Gli imprenditori non hanno dubbi, il gesto nazista, l’appoggio ai partiti di estrema destra europei, e il continuo intromettersi nella gestione economica e politica di altri Paesi ha aumentato il malcontento verso il miliardario. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, e dello stesso Musk: Tesla è calata del 48% dal boom avuto con l’elezione di Trump, un crollo della portata di quasi 700 miliardi di dollari mandati in fumo (Per non parlare di X). L’agenzia Bloomberg ha sottolineato che il calo delle vendite ha colpito soprattutto Cina ed Europa, e che Musk ora rappresenti un grosso problema per l’azienda di cui è amministratore delegato.
Da Bannon a Rubio, anche a destra non piace Musk
Ma l’odio per Musk non riguarderebbe solo le opposizioni, ei portafogli dei dipendenti pubblici, anche nell’entourage di Trump il miliardario non ha molti amici , a partire dal suo ex stratega Steve Bannon , che non ha mai nascosto l’antipatia per il ceo di Tesla: “Vuole solo i soldi, farò di tutto per tenerlo fuori dalla Casa Bianca”, anche se stranamente i due hanno lo stesso ‘difetto’ di braccio: fanno il saluto nazionale, Bannon lo ha mostrato a CPAC, la conferenza annuale a cui partecipano attivisti conservatori e politici da tutti gli Stati Uniti e dal mondo. E pare, anche se Trump ha subito smentito, che anche Marco Rubio, il Segretario di Stato, non abbia a cuore la sorte di Musk. I due avrebbero pesantemente litigato, ha scritto il New York Times, per i tagli chiesti dal DOGE all’amministrazione federale. Rubio avrebbe perso la pazienza perché il miliardario avrebbe rinfacciato i tagli limitati ai costi del Dipartimento di Stato, accusando Rubio di non aver licenziato “nessuno” nei primi 45 giorni dell’amministrazione. Il Segretario di Stato, il primo latino americano, ha replicato che 1.500 funzionari del Dipartimento di Stato avevano ricevuto il pensionamento anticipato, e affondato il colpo chiedendo sarcasticamente se avrebbe dovuto riassumerli solo per licenziarli di nuovo in modo più spettacolare. Musk ha quindi replicato a Rubio dicendogli che era solo “bravo in TV”, sottintendendo che non era buono a fare molto altro. Secondo i media Trump è rimasto spettatore dello scontro, poi ha salvato Rubio dicendo che sta facendo un “ottimo lavoro”, e ha invitato tutti a lavorare insieme. Prima ancora Musk era arrivato allo scontro con il segretario ai Trasporti Sean Duffy.
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