Storia e destino dell’Ospedale Marino di Alghero

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  Storicamente l’Ospedale Marino di Alghero è sempre dipeso dal servizio sanitario locale (ASL/ASSL Sassari) nell’ambito della sanità regionale sarda. Una svolta significativa è avvenuta con la riforma sanitaria regionale del 2020. La Legge Regionale 24/2020, approvata nella precedente legislatura, mirava a elevare la classificazione dell’ospedale di Alghero a DEA di I livello (ospedale di primo livello) e a garantirne determinati requisiti specialistici. In base all’art. 18 comma 3 di quella legge, era previsto un protocollo d’intesa tra la Regione Sardegna e l’Università di Sassari “ai fini del mantenimento dei requisiti e degli standard necessari al mantenimento del DEA di primo livello in capo al Presidio Ospedaliero Civile di Alghero”. In pratica, la riforma del 2020 disponeva il passaggio gestionale dell’Ospedale Marino (e in generale degli ospedali di Alghero) all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari (AOU), da formalizzare tramite un protocollo tra ATS/ASL e Università. 

  L’obiettivo dichiarato era migliorare l’integrazione con l’azienda universitaria per mantenere attivi reparti specialistici (come Ortopedia, Anestesia, Ostetricia, etc.) necessari a uno status di primo livello, che altrimenti un piccolo ospedale territoriale faticherebbe a garantire in autonomia.

Tra il 2021 e il 2022, con l’attuazione di quella riforma, l’Ospedale Marino è passato sotto la gestione diretta dell’AOU di Sassari. Questa integrazione ha portato a un rafforzamento del personale medico specializzato e delle attività chirurgiche nel presidio algherese. Secondo i dati ufficiali dell’Assessorato regionale alla Sanità citati da Fratelli d’Italia Alghero, da quando il Marino è gestito dall’AOU si è registrato un notevole incremento delle prestazioni, in particolare negli interventi chirurgici ortopedici, passati da 226 operazioni nel 2021 a 885 nel 2024. Tali numeri testimoniano la maggiore efficienza raggiunta con il supporto universitario. Anche il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais (al tempo esponente della maggioranza di centrodestra) sottolineava a inizio 2024 il potenziamento del Marino: “È stato possibile riprendere a pieno regime l’attività di chirurgia ortopedica… ciò consentirà di liberare le sale operatorie dell’ospedale Civile”, riferendosi all’inaugurazione di un nuovo blocco operatorio ortopedico al Marino e al potenziamento concreto della sanità locale grazie a investimenti mirati. 

  Questo progetto – dichiarava Pais – rientrava in “azioni concrete e tangibili per il potenziamento della sanità del Nord-Ovest [della Sardegna], con investimenti già realizzati e altri finanziati”.

D’altro canto, l’integrazione gestionale con l’AOU Sassari non è stata priva di criticità amministrative. Come evidenziato in sede di dibattito politico locale, il protocollo d’intesa richiesto dalla legge del 2020 ha tardato ad essere definito nei dettagli. Nel febbraio 2023, l’assessore regionale alla Sanità Carlo Doria presentò una bozza di protocollo AOU-ASL, giudicata però insufficiente dall’opposizione: “È un atto vuoto… elude il nodo del mantenimento del DEA di primo livello ad Alghero”, notavano i consiglieri, chiedendo garanzie formali sul personale (anestesisti, ortopedici, etc.) e sulle risorse necessarie per far operare l’ospedale in rete tra AOU e ASL. In mancanza di chiarezza, in questa fase è spesso l’ASL che supplisce con proprio personale alle carenze di organico dell’AOU ad Alghero, segno che la co-gestione non ha risolto tutti i problemi strutturali.

Nel 2024 il panorama politico in Sardegna è cambiato: la guida della Regione è passata a una nuova maggioranza di centrosinistra (Presidente Alessandra Todde) e, parallelamente, anche il Comune di Alghero ha visto un nuovo sindaco (Raimondo Cacciotto) di area di centrosinistra. In questo contesto, la Giunta regionale ha deciso di intervenire nuovamente sull’assetto della sanità sarda con una legge di riordino nel 2025. La legge sanitaria regionale 6 marzo 2025 – formalmente denominata “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo e istituzionale del SSR” – è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 6 marzo 2025. Secondo la Presidente della Regione Todde, questa normativa non introduce una rivoluzione del sistema, ma “ripara le disfunzioni che hanno portato allo stallo progressivo della sanità nella scorsa legislatura”. 

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  Todde ha rivendicato di aver mantenuto l’impegno di non varare una nuova riforma completa, ma di aver apportato interventi mirati sulla legge vigente del 2020, correggendone le criticità di governance che avevano prodotto inefficienze e confusioni tra le ASL e il territorio. “Da oggi la sanità sarda è pronta a voltare pagina… mettiamo un punto fermo, restituendo certezze ai cittadini, rafforzando gli ambiti di cura e ricucendo il rapporto fra ospedali e territorio”, ha dichiarato Alessandra Todde dopo l’approvazione della legge. L’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi ha aggiunto che si introducono “novità fondamentali come la definizione delle mission ospedaliere in sinergia coi territori” e la creazione di centri di riferimento per prevenzione, riabilitazione e salute mentale, sottolineando come la mancata chiarezza applicativa delle norme precedenti avesse impedito un coordinamento efficace tra le aziende sanitarie?.

Uno dei punti chiave di questa legge 2025 è proprio il riassetto di alcuni presìdi ospedalieri speciali, tra cui l’Ospedale Marino di Alghero. All’art. 6, la legge dispone l’accorpamento dell’Ospedale Marino “Regina Margherita” all’ASL n.1 di Sassari, sottraendolo quindi alla gestione dell’AOU di Sassari. 

  Una misura analoga viene adottata nel sud Sardegna, dove l’Ospedale Microcitemico di Cagliari (specializzato in pediatria e talassemie) viene accorpato all’ARNAS “G. Brotzu”. Queste scelte sono state giustificate dalla Giunta Todde come interventi di razionalizzazione: l’intento dichiarato è di “individuare le vocazioni naturali dei presidi e distribuire risorse e competenze in modo efficiente”?, riunendo gli ospedali territoriali sotto le ASL per migliorare il rapporto ospedale-territorio e lasciando alle aziende universitarie e di rilievo nazionale il compito di gestire i grandi hub regionali. In pratica, l’Ospedale Marino tornerà ad essere un presidio dell’ASL di Sassari, con la prospettiva di funzionare in rete con l’Ospedale Civile e con i servizi territoriali di Alghero. Va ricordato che proprio in apertura di legislatura la nuova Giunta aveva bloccato l’iter del nuovo ospedale di Alghero: ciò significa che, nel breve termine, la sanità algherese dovrà continuare a operare nelle due sedi attuali (Civile e Marino), cercando di massimizzarne l’efficienza attraverso questa nuova organizzazione.





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