Prolungamento della metropolitana M5: mancano i soldi

Il prolungamento della metropolitana M5 da Milano Bignami a Monza Nord è una delle opere più attese nella rete del trasporto pubblico lombardo. La nuova tratta, lunga 12,6 km con 11 stazioni, rappresenterebbe il primo collegamento metropolitano tra due province italiane, servendo le città di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza. Oltre a migliorare la mobilità urbana, il progetto risponde a una necessità infrastrutturale che da oltre 30 anni rappresenta una priorità per il territorio brianzolo.

L’estensione della linea coinvolgerà quattro fermate a Cinisello (Testi-Gorky, Rondinella-Crocetta, Lincoln, Cinisello–Bettola) e sette nel territorio di Monza (Campania, Marsala, Monza Stazione FS, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale). A completare il progetto, la realizzazione di un deposito-officina capace di ospitare fino a 60 treni, necessario per garantire l’efficienza operativa della nuova linea.

Prolungamento della metropolitana M5: il nodo degli extracosti e lo stallo nei finanziamenti

Nonostante l’importanza strategica dell’opera, il progetto è attualmente fermo a causa di un deficit di finanziamento pari a 589 milioni di euro. L’accordo iniziale, siglato nel 2016, prevedeva un investimento di 1,296 miliardi di euro, con il contributo di Stato, Regione Lombardia e Comuni coinvolti. Tuttavia, il rincaro dei materiali e le modifiche progettuali hanno determinato un incremento del 45% dei costi rispetto alle stime iniziali, portando l’intero piano finanziario a un punto di impasse.

Attualmente, le risorse garantite ammontano a:
– 931 milioni di euro dal Governo;
– 283 milioni di euro dalla Regione Lombardia;
– 37 milioni di euro dal Comune di Milano;
– 27,5 milioni di euro dal Comune di Monza;
– 13 milioni di euro dal Comune di Cinisello Balsamo;
– 4,5 milioni di euro dal Comune di Sesto San Giovanni.

Per colmare il gap finanziario, le istituzioni locali e la Regione Lombardia hanno chiesto al Governo di intervenire con fondi aggiuntivi, evitando la suddivisione del progetto in due lotti, ipotesi paventata per garantire almeno una realizzazione parziale.

Prolungamento della metropolitana M5, Assolombarda: «Infrastruttura chiave per la crescita economica»

Tra i più forti sostenitori della realizzazione del progetto c’è Assolombarda, che ha più volte sottolineato l’importanza dell’infrastruttura per lo sviluppo economico e la competitività del territorio. Il presidente Alessandro Spada ha dichiarato: «Le infrastrutture rappresentano il pilastro dello sviluppo economico del Nord Italia. Collegare Milano e Monza con la metropolitana significa rafforzare la mobilità sostenibile, migliorare la qualità della vita e attrarre investimenti. Il ritardo nella realizzazione di queste opere rischia di compromettere il potenziale di crescita dell’intera area».

Mobilità sostenibile: i benefici per l’ambiente e il traffico

L’impatto positivo del prolungamento della M5 non si limiterebbe solo alla mobilità cittadina, ma avrebbe anche importanti conseguenze per la sostenibilità ambientale e la riduzione del traffico veicolare. Si stima che la nuova tratta potrebbe servire oltre 210.000 passeggeri al giorno, con un conseguente alleggerimento del traffico su arterie critiche come la Statale 36, tra le più congestionate d’Italia. L’infrastruttura favorirebbe inoltre una significativa riduzione delle emissioni di CO₂, contribuendo agli obiettivi di transizione ecologica della Regione.

Il mercato immobiliare e la trasformazione urbana

L’arrivo della metropolitana potrebbe avere un effetto significativo sul mercato immobiliare di Monza e dell’hinterland. L’aumento della connettività con Milano renderebbe più attrattivi quartieri oggi periferici, favorendo investimenti e valorizzazione del territorio. La realizzazione di un parcheggio di interscambio al capolinea del Polo Istituzionale di Monza permetterebbe inoltre di agevolare i flussi pendolari, riducendo la dipendenza dall’auto privata.

Prolungamento della metropolitana M5: quali prospettive per il futuro?

Con l’attuale situazione di stallo finanziario, la sfida principale è reperire i 589 milioni di euro mancanti per garantire l’avanzamento del progetto. Il Governo ha già ipotizzato un contributo di 300 milioni di euro rateizzati in 10 anni, ma il rischio di ulteriori ritardi rimane elevato. Regione Lombardia e i sindaci dei Comuni coinvolti continueranno a sollecitare un intervento rapido per sbloccare i fondi necessari e mantenere il cronoprogramma, che al momento prevede il completamento dell’opera entro il 2033.

Secondo gli esperti, per evitare il ripetersi di situazioni simili, sarebbe necessario riformare il sistema di finanziamento delle grandi opere pubbliche, semplificando la burocrazia e garantendo maggiore stabilità economica ai progetti infrastrutturali.