prima maltratta Stroppa, poi frigna

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Ci risiamo: guai a toccare il Corriere della Sera. Lo storico quotidiano che tutto può scrivere ma che non può essere attaccato, nemmeno con ironia. Lo sa bene Andrea Stroppa, il braccio destro di Elon Musk in Italia. Il trentenne è da tempo nel mirino del giornale di via Solferino, reo probabilmente di collaborare con l’imprenditore sudafricano, a sua volta colpevole di lavorare con il presidente americano Donald Trump.

Negli ultimi mesi non sono mancati gli scontri tra le parti. Tutto è partito dal caso Sogei, dove Stroppa è indagato per concorso in corruzione. L’informatico s’è detto sereno e certo della sua totale estraneità ai reati contestati, ma l’attacco del Corriere non è passato inosservato. Nell’articolo al centro delle polemiche, Monica Guerzoni ha scritto che “Stroppa sarebbe stato preso con i soldi in tasca”. Passaggio rettificato dopo l’intervento del braccio destro di Musk, ma non è bastato.

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Stroppa ha infatti denunciato il trattamento ricevuto dal Corriere: “Finite le bugie, per mesi avete chiesto interviste che ho rifiutato, quindi siete passati alle minacce velate: ‘meglio che Stroppa tenga la testa bassa’”. Spiega che la testata avrebbe messo in giro “altre falsità” sul suo conto: “Va in giro a chiedere il numero di Mattarella”. Inoltre ha aggiunto che anche il suo quartiere di periferia sarebbe stato attaccato: “‘Tor Pignattara, la suburra’. Eh, lo so, le periferie sono brutte e cattive, ci vivono le famiglie operaie…gentaccia, gentaccia”.

Botta e risposta al vetriolo proseguiti, con lo stesso Roncone protagonista di una frase denunciata in rete da Stroppa: “Qualcuno gli suggerisca di tenere la testa bassa”. E ancora: “Stroppa lo scagnozzo del miliardario”, sempre Roncone. Fino ad arrivare ad oggi, con il nuovo articolo del giornalista del Corriere che non ha utilizzato mezzi termini per apostrofare i suoi nemici. Musk? “Il miliardario che tra un cannone di hashish e una bottarella di ketamina vorrebbe deportarci su Marte”. Leggermente riduttivo, per usare un eufemismo. Poi su Stroppa, ribattezzato “il tipino riccio inseguito dalla Procura di Roma“: “Prima ha — letteralmente — minacciato il nostro Parlamento (pazzesco: eppure è successo), poi s’è inventato una curiosa serie di sondaggi su X” elencando una serie di iniziative sull’ex Twitter.

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Ed ecco “l’inaccettabile” replica di Stroppa, densa di ironia ma per qualcuno dall’alto potenziale denigratorio: “Appello alla compagna (ex?) di Fabrizio Roncone. Oggi, sul Corriere, scrive che Elon Musk ‘fra un cannone e una bottarella di ketamina vorrebbe deportarci su Marte’. Con me è andato più leggero: dopo avermi già invitato a tenere la testa bassa, oggi mi definisce solo scagnozzo. Signora, lo aiuti. So che è occupata a dirigere la comunicazione di Invitalia – ente pubblico dove è arrivata per evidenti meriti – ma trovi il tempo di aiutare questo signore. Se la ragione di questa tendenza alla violenza verbale è, come lei stessa scrive, ‘il molto alcolico’, esistono strumenti e percorsi per affrontare la situazione. Anche se non conosco il dottor Roncone, ha tutta la mia solidarietà. Può farcela, ne può uscire!“.

E qui arriviamo allo zenit dell’assurdo. Dopo attacchi di ogni tipo, il Corriere piange. Sì, le parole di Stroppa hanno spinto il giornale a esprimere solidarietà a Roncone per “gli insulti”, motivati dal fatto di “non avere argomenti per esprimere un’opinione coerente o comunque per fornire una spiegazione adeguata”. L’errore dell’informatico? Coinvolgere la moglie del cronista. Ed ecco la sparata nella nota diffusa sul sito: “È un metodo che in Italia si definisce mafioso: diffamare, alludere, coinvolgere i familiari. Il Corriere e i suoi giornalisti non si sono lasciati intimidire da minacce ben più serie e certamente molto più gravi. Non sarà un qualunque signor Stroppa ad impedirci di raccontare ciò che accade esprimendo le nostre opinioni”. Sì, “mafioso” lo hanno scritto davvero. E riesce a mettere in secondo piano anche quel “un qualunque signor Stroppa”, che evidentemente merita di subire certi assalti.

La reazione del Corriere appare a dir poco esagerata. Nelle parole di Stroppa non è rintracciabile alcun intento offensivo: un po’ di goliardia, nulla più. E in via Solferino non possono nemmeno dire di esserci andati piano con il trentenne: la critica è legittima, ma in alcuni casi si è spinta oltre, con buona pace di chi ha come unico obiettivo gettare fango su Musk e sulla sua cerchia.

Franco Lodige, 8 marzo 2025

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