La Liguria ha registrato una crescita economica superiore alla media nazionale e al Nord-Ovest, con un incremento del PIL regionale dell’1,4%, rispetto allo 0,9% dell’Italia e all’1,0% del Nord-Ovest. La ripresa post-Covid della regione è stata più rapida rispetto al resto del Paese, con un rimbalzo del PIL reale del 17,6% tra il 2019-2020 e il 2022-2023, contro il 16,5% della media nazionale.
La Liguria presenta anche un tasso di occupazione giovanile superiore alla media italiana e una crescita significativa della digitalizzazione delle imprese private (+23,8%).
Tuttavia, il settore pubblico mostra ritardi nella digitalizzazione e l’impegno nelle politiche di sostenibilità ambientale resta limitato.
Questi i dati che emergono dal report di Deloitte ‘Why Liguria’, presentato oggi al Palazzo della Borsa di Genova da Francesco Iannamorelli, Partner Deloitte. Lo studio fornisce un quadro economico della regione, analizzando trend macroeconomici, occupazione, investimenti, internazionalizzazione e produttività settoriale. Realizzato da Deloitte Economics, il report esamina le principali tendenze di mercato, offrendo insight per strategie aziendali e crescita economica.
“La Liguria è un’economia in profonda trasformazione, negli ultimi anni ha fatto grandi passi avanti – così il vide ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi – bisogna aprisi al mondo nel momento in cui abbiamo la possibilità di invertire la rotta degli ultimi vent’anni con al Liguria che potrebbe essere regione trainante del paese nei prossimi anni. Genova è una città che può diventare una grande capitale del Mediterraneo, ma non deve chiudersi in sé stessa. I dati ci dicono che oggi gli scambi commerciali internazionali, soprattutto quelli legati al mare, sono il futuro dell’umanità, Genova è il principale porto del Paese, ha un grande know how non solo per la blue economy, non solo per il traffico commerciale e passeggeri, ma anche per la costruzione navale e la filiera della nautica da diporto. Ha la possibilità di investire sull’alta tecnologia, può accettare anche la sfida di nuove scommesse come il nucleare. Siamo una città che ha tantissime potenzialità per il futuro, ha solo bisogno di pensare in grande e tornare a relazionarsi con le grandi economie mondiali. Genova può essere un punto per l’evoluzione energetica del Paese in tecnologia, digital center. Ha tutte le caratteristiche anche con i nuovi cavi sottomarini che arrivano dall’altra parte del mondo di essere al centro dell’industria ad alta tecnologia, al mare, alla capacità di trasformare i prodotti manifatturieri”.
“I dati del nostro studio confermano che la Liguria sta vivendo una fase di crescita economica positiva. La forte redditività degli investimenti e l’accelerazione della digitalizzazione delle imprese sono fattori chiave per attrarre nuovi capitali e rafforzare la competitività del territorio” ha commentato Valeria Brambilla, Amministratore Delegato di Deloitte & Touche.
“In Liguria esistono ancora margini di miglioramento, in particolare nella digitalizzazione della pubblica amministrazione e nell’efficienza di settori strategici come l’industria alimentare e i trasporti. Intervenire su questi aspetti potrebbe consolidare il ruolo della regione come polo economico attrattivo per investitori nazionali e internazionali” ha aggiunto Eugenio Puddu, Senior Partner Deloitte e responsabile dell’ufficio di Genova.
“Questo studio, in linea con i precedenti, conferma la ricchezza e la peculiarità delle regioni italiane, ciascuna con le proprie eccellenze che contribuiscono in modo determinante all’economia nazionale. In particolare, l’analisi evidenzia come settori quali il trasporto marittimo, il commercio e diversi comparti manifatturieri siano trainanti per la Liguria, sia nel contesto del Nord-Ovest che a livello nazionale” ha sottolineato Marco Vulpiani, Senior Partner Deloitte e Head of Deloitte Economics.
Occupazione e settori trainanti
La Liguria registra un tasso di occupazione giovanile superiore alla media italiana sia nella fascia 15-24 anni (23,6% contro 20,4%) che in quella 25-34 anni (73,6% contro 68,1%). Il divario positivo si mantiene tra le persone senza titolo di studio (50,6% contro 44,7%), i diplomati (71,4% contro 66,8%) e i laureati (83,8% contro 81,6%).
Il contributo della regione al valore aggiunto del Nord-Ovest è particolarmente elevato nei settori del trasporto marittimo e costiero di passeggeri (prossimo al 100%), del trasporto per vie d’acqua (97%) e della riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni (85%).
Digitalizzazione e sostenibilità: il ruolo del PNRR
Negli ultimi due anni, la digitalizzazione delle imprese liguri ha accelerato: il numero di aziende con un livello base di digitalizzazione è cresciuto del 23,8%, un incremento superiore alla media italiana (+9,4%) e del Nord-Ovest (+10,5%). Tuttavia, la digitalizzazione degli enti locali rimane al di sotto della media nazionale, con velocità di connessione, disponibilità di fibra ottica (FTTH) e utilizzo di servizi cloud inferiori agli standard italiani e del Nord-Ovest.
Le amministrazioni locali liguri, attraverso il PNRR, hanno avviato bandi su tematiche ESG con fondi superiori alla media nazionale. Tuttavia, le imprese della regione mostrano un impegno inferiore rispetto alla media italiana (0,27% contro 0,34%) nell’adozione di politiche di sostenibilità. Un maggiore coinvolgimento in questi progetti potrebbe favorire l’accesso a nuovi capitali e rafforzare il tessuto economico locale.
Investimenti e logistica: la Liguria si conferma un polo strategico
La Liguria si distingue per un ritorno sugli investimenti (ROI) superiore alla media nazionale, con performance particolarmente elevate nei settori tessile (31,4 contro 7,8), dell’alloggio e ristorazione (27,4 contro 9,9) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (6,3 contro 2,5).
M&A: l’appeal internazionale del settore calcistico e delle infrastrutture
Negli ultimi anni, la Liguria ha attratto investimenti internazionali nel settore sportivo e in quello delle infrastrutture. Le principali squadre di calcio regionali hanno cambiato proprietà, con operazioni per un valore complessivo di quasi 100 milioni di euro. Anche il settore portuale e aeroportuale ha registrato importanti operazioni di M&A: il gruppo greco D-Marin ha acquisito il Porto Mirabello tramite l’acquisizione di ITN Industrie Turistiche Nautiche S.p.A., mentre la Provincia di Genova e MSC hanno rilevato due quote, entrambe pari al 15%, dell’Aeroporto di Genova.
Crescita del settore portuale superiore alla media nazionale ed europea
Il porto di Genova si conferma un hub strategico per il commercio internazionale, con un incremento post-pandemia del traffico commerciale (+29,4%) e passeggeri (+208%), entrambi superiori alla media nazionale (+20% e +141%). Anche il traffico container (+17,7%) ha superato la media nazionale (+9,2%), nonché quella dei porti di Rotterdam (+2,5%) e Amburgo (+5%).
Analisi della produttività settoriale
Dall’analisi condotta su oltre 4.000 imprese liguri, emerge il ruolo trainante del trasporto marittimo e del settore ‘food & beverage’, oltre a un potenziale di crescita nella filiera alimentare. Il processo di digitalizzazione rappresenta un’opportunità strategica per lo sviluppo del comparto trasporti e logistica.
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