l’appello lanciato da accademici e politici

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«I cittadini europei sono preoccupati e scioccati dalla nuova situazione internazionale. Il Presidente degli Stati Uniti Trump si allea con Putin, pone fine al suo isolamento internazionale, non condanna la sua aggressione all’Ucraina. La politica globale è a un punto di svolta. Mentre gli Stati Uniti hanno altre priorità, gli europei devono finalmente assumersi la responsabilità della propria sicurezza». Si apre con queste l’appello redatto da un gruppo di accademici di vari Paesi dell’Ue, tra i quali figurano i professori Roberto Castaldi (anche direttore del Centro internazionale per la governance europea e globale), Francisco Aldecoa Luzarraga (anche presidente del Movimento europeo in Spagna), Stefan Collignon (anche ex direttore dell’Associazione per l’Unione monetaria dell’Europa), Danuta Hübner (anche ex commissario ed europarlamentare) e Nuno Severiano Teixeira (anche ex ministro della Difesa). 

Il documento (consultabile interamente nel Pdf alla fine di questo articolo) è ora aperto ad altre adesioni sul sito www.cesue.eu, dove si trova anche l’elenco delle adesioni, ma in un breve periodo di diffusione riservata ha già raccolto il sostegno di oltre 150 accademici, rettori, personalità del mondo della cultura, leader di Ong e personalità politiche, tra cui il Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa, molti ex ministri (come Lorenzo Guerini, Marcin Święcicki e molti altri), ex commissari (come Elisa Ferreira e molti altri), presidenti delle istituzioni europee (come Enrique Baron Crespo e molti altri), ex presidenti di Regione e sindaci di città capitali (come Mercedes Bresso e Carlos Moedas), presidenti di partiti europei (come Sandro Gozi), ex leader sindacali (come Marco Bentivogli), il presidente del Gruppo Spinelli Lukas Mandl e molti altri europarlamentari e deputati.  

«I cittadini vogliono che l’Unione europea rafforzi la sua coesione nel campo della difesa e agisca con determinazione e coerenza», si legge nel testo sottoscritto. «Solo un’Unione europea unita può sostenere il diritto internazionale, promuovere una pace giusta e duratura in Ucraina e un ordine multilaterale cooperativo. L’Ue è un progetto di pace e parte della difesa europea dovrebbe essere messa a disposizione delle Nazioni Unite»

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Tra i primi firmatari figurano anche Franco Bassanini (ex ministro), Luca Jahier (ex presidente del Comitato economico e sociale europeo), Tiziano Treu (ex ministro), Áugusto Santos Silva (ex ministro degli Esteri e presidente del Parlamento portoghese), Elsa Fornero (ex ministro), Domènec Ruiz Devesa (presidente dell’Unione dei federalisti europei), Guillaume Klossa (presidente EuropaNova), Enzo Siviero (rettore Università eCampus), Christophe Leclerq (presidente di Europe MédiaLab),  Joxe Ramon Bengoetxea Caballero (Rettore dell’Università dei Paesi Baschi), Mario Renzo Deaglio (professore emerito), Łukasz Zamęcki (rappresentante del Decano dell’Università di Varsavia), Jerónimo Maíllo González-Orus (Universidad Ceu San Pablo), Giancotti Fernando (generale di Squadra aerea), Fabio Masini (segretario generale della Robert Triffin International), Giuliano Cazzola (politico, giornalista, ex sindacalista) e molti altri.

Per completare l’Ue «come Res Publica democratica», i promotori dell’appello chiedono alla Commissione europea di proporre al Parlamento Ue e ai governi nazionali di adottare una serie misure urgenti, utilizzando anche le clausole passerella e le disposizioni semplificate di revisione dei Trattati. E al primo punto viene posta questa richiesta: «Rendere la politica estera, di sicurezza e di difesa una competenza condivisa dell’UE, soggetta alla procedura legislativa ordinaria, con una rappresentanza unica dell’Ue, garantita dalla Commissione, nelle organizzazioni internazionali».

Di fronte al brusco cambiamento della posizione degli Stati Uniti sull’Ucraina e sull’Europa sotto Donald Trump, l’appello invita i leader europei a raccogliere la sfida in un momento decisivo per l’Ue. Propone misure concrete e urgenti che possono essere adottate nell’ambito dell’attuale quadro giuridico dell’Ue, per dimostrare che è possibile creare una difesa europea ora, andando anche oltre quanto suggerito dalle conclusioni del Consiglio europeo. Se questo non accade, viene sottolineato, è per mancanza di volontà politica e di coraggio. «È stato il nostro modo di rispondere all’invito di Draghi a “fare qualcosa”», spiega Roberto Castaldi parlando a nome dei promotori, «vogliamo dimostrare che è possibile per l’Ue farlo e che l’opinione pubblica informata lo sostiene».

Nel frattempo anche il Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) sente, come moltissime persone, la necessità di uno scatto unitario dell’Unione Europea per affrontare una fase travagliata della storia. Per questo propone una piattaforma alla manifestazione del 15 marzo che non ne ha una.

Come spiegano i co-coordinatori Fabrizio Barca, Elena Granaglia e Andrea Morniroli hanno espresso la posizione del Forum Disuguaglianze e Diversità sulla necessità di uno scatto unitario dell’Unione Europea e sulla manifestazione del 15 marzo. “Unità attorno a cosa?”, si chiedono nell’editoriale che prosegue: “Unità attorno al riarmo e all’esplosione delle spese per le singole difese nazionali, la via irragionevole, pericolosa e militarmente improvvisata, rilanciata dalla Presidente della Commissione Europea?” ovvero, “unità attorno a una svolta che rimetta al centro i principi fondanti dell’Unione – dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, sicurezza, pace e coesione?”.

Per il ForumDD, la manifestazione ben si presta a essere strumentalizzata a favore della prima delle due linee “oggi assolutamente dominante negli indirizzi e atti della Commissione Europea e di molti leader dell’Europa”. E questo “ci trascinerebbe in un cupo gorgo”. Concludono Barca, Granaglia e Morniroli a nome dell’intera comunità del ForumDD, dopo due giorni di intenso confronto: “Molte e molti di noi saranno in piazza il 15 marzo per dare questa piattaforma a una manifestazione che non ne ha. La stessa piattaforma è condivisa da molte altre e molti altri che non saranno in piazza. Assieme, da dentro e da fuori, ci impegneremo con tante e tanti in ogni Stato dell’Unione affinché questa idea dell’Unione Europea avanzi e attorno a essa abbia luogo una mobilitazione estesa all’intera Europa”.



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