GUIDONIA – Cave con fideiussioni fasulle: 8 imprenditori rischiano il processo

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Di primo acchito le quietanze sembravano originali, tant’è che nessuno tra gli imprenditori e i funzionari comunali le aveva “sgamate”.

A guardarle bene, però, qualche sbavatura c’era.

Si trattava di Polizze fideiussorie ritoccate con photoshop, “tarocchi” realizzati da uno stimato broker per conto delle aziende del settore estrattivo e presentati al Comune di Guidonia Montecelio a garanzia delle opere di ritombamento delle cave di travertino.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

A luglio 2020 il caso fu portato alla ribalta dal quotidiano on line Tiburno.Tv e suscitò scalpore (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Ora, a distanza di quasi 5 anni, la Procura di Tivoli ha chiuso le indagini e ipotizza che il broker abbia agito su commissione degli industriali.

Per questo sono stati notificati gli avvisi di garanzia a 8 imprenditori del travertino nei confronti dei quali il pubblico ministero Giuseppe Mimmo ipotizza a vario titolo i reati di truffa aggravata, falso materiale in atto pubblico e contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione.

Protagonista della vicenda è un 50enne stimato broker di Tivoli, punto di riferimento per molti imprenditori delle cave, agente di compagnie come “Groupama” ed “Elba Assicurazioni”, titolare di “Assigroup 2015 srl” e “Alpha Group”.

Dall’inchiesta condotta dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Tivoli è emerso che il professionista – indagato per truffa aggravata, danneggiamento fraudolento di beni assicurati, uso abusivo di sigilli e strumenti veri e perfino per sostituzione di persona – tra agosto 2017 e novembre 2019 sfornò una fideiussione fasulla dopo l’altra scucendo agli imprenditori i premi annuali e incassando bonifici da un minimo di 20 a un massimo di 40 mila euro.

Ad assicurarsi col 50enne erano le aziende “Fratelli Pacifici Spa”, “Degemar Cave Srl”, “Travertino Conversi Srl”, “Travertini Pirandola Srl”, “Conversi Anna srl”, “GB Travertini Srl” e “CM Caucci Mario Itr – Industria Travertino Romano Spa”.

Le stesse aziende finite nel vortice giudiziario della Procura di Tivoli.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Giuseppe Mimmo, gli amministratori delle società avrebbero incaricato il broker di realizzare le polizze false presentate al Comune di Guidonia Montecelio, inducendo così in errore i funzionari pubblici per il rilascio e il rinnovo delle concessioni estrattive.

Conto e carta

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A “scoperchiare” tutto nell’estate 2019 era stata la compagnia “Groupama” che, entrata in possesso di una polizza palesemente contraffatta stipulata dal broker tiburtino ad un imprenditore del travertino, aveva presentato denuncia alla Procura di Roma.

Pare che a mettere la pulce nell’orecchio della Compagnia furono altri agenti che non riuscivano più a chiudere contratti con gli imprenditori del travertino di Guidonia e Tivoli, ai quali veniva richiesto di versare a garanzia le obbligazioni personali pari al valore della cava assicurata.

Valori oscillanti da un minimo di un milione a un massimo di dieci milioni di euro.

Fatto sta che alla segnalazione della “Groupama” seguirono le denunce di altri cavatori che scoprirono l’impiccio casualmente.

A dicembre 2019 a denunciare il broker furono le sorelle Anna ed Elisabetta Bernardini, titolari della “Giansanti Anna srl”, e a giugno 2020 un’altra denuncia nei confronti dell’assicuratore fu sporta da Fabio Di Marco, 46enne di Frascati amministratore della “CM Caucci Mario”.

Dall’analisi della documentazione sequestrata, i poliziotti hanno scoperto il “trucchetto” utilizzato dal broker tiburtino.

Con 5 degli 8 industriali indagati dalla Procura, l’assicuratore ha stipulato polizze “Groupama” con numeri inventati firmando i contratti a nome di altri agenti della compagnia assicurativa denunciante.

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per le aziende

 

Non solo.

Il professionista arrivò addirittura a falsificare sia i sigilli che le firme del notaio per autenticare gli atti da consegnare al Comune.

Reati che, secondo la Procura di Tivoli, il broker avrebbe commesso su commissione.

A stabilire come sono andati i fatti sarà il Tribunale, ammesso e non concesso che non intervenga prima la prescrizione di molti dei reati contestati.



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