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A distanza di una settimana dal ritrovamento è stata accertato che sono di Mara Favro, la donna scomparsa in valle di Susa, nel Torinese, nella notte fra il 7 e l’8 marzo del 2024, le ossa recuperate nei giorni scorsi dai carabinieri e dai vigili del fuoco in un terreno della valle. La conferma è arrivata dal test del Dna sui reperti. La donna è caduta o è stata gettata in un fosso scivolando per circa 100 metri secondo la ricostruzione investigatori che stanno lavorando al caso.
Carabinieri e vigili del fuoco hanno recuperato le ossa, che tutte insieme hanno permesso di formare uno scheletro quasi completo, insieme ad alcuni indumenti e a un paio di occhiali. Alcune presentavano delle fratture compatibili con la caduta e lo scivolamento, verosimilmente post mortem. Ora, su incarico della procura di Torino, saranno analizzate da un medico legale e da una antropologa, che mediante un particolare ‘stereo-microscopio’ cercheranno eventuali segni lasciati da uno strumento (per esempio un coltello) o da morsi di animali come topi o volpi. Come ipotesi di lavoro la procura procede per omicidio ma nell’avviso notificato agli indagati e alle ‘persone offese’ (i familiari di Mara) parla solo di “accertare le cause della morte”.
Nel registro degli indagati sono iscritti l’ex datore di lavoro, Vincenzo Milione e l’ex pizzaiolo del locale, Cosimo Esposito, dove la donna, 51 anni, lavorava. A entrambi, che hanno sempre negato ogni coinvolgimento, è stato notificato il provvedimento che dispone un’autopsia per accertare la causa della morte. Tra le ipotesi c’è quella che il corpo sia stato gettato nel dirupo, in una zona boschiva di Gravere (Torino), vicino a un fiume, dopo la morte. Le nuove ricerche erano state fatte anche in vista dell’innalzamento del livello del fiume che scorre sotto il dirupo nei boschi di Gravere (Torino) dove erano stati individuati i resti. Una zona impervia dove i carabinieri si erano dovuti calare con le corde. Altre ossa erano state rinvenute, insieme a un paio d’occhiali e un reggiseno, a febbraio.
Il fratello aveva presentato una denuncia, contro ignoti, per omicidio e occultamento di cadavere a giugno. Il primo esposto, sempre presentato da Fabrizio Favro, era per la scomparsa. La 51enne lavorava da otto giorni nella pizzeria di Chiomontea. La notte della scomparsa, a fine turno, sarebbe tornata a casa, a dieci chilometri dal locale, accettando un passaggio dal pizzaiolo come raccontato lui stesso, insieme al titolare, ai microfoni della trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto?
Sempre secondo il racconto dei due, Mara si sarebbe fatta lasciare davanti a un pub di Susa. Poco prima delle tre della notte sarebbe tornata poi alla pizzeria di Chiomonte in autostop, grazie a un passaggio di un camionista. Avrebbe detto al titolare di avere “dimenticato le chiavi di casa”. Si sarebbe infine incamminata a piedi di nuovo verso casa, nel buio della statale 24, per percorrere quei circa sette chilometri che dividono Chiomonte da Susa, con un dislivello in salita di circa 200 metri. È a questo punto che di lei non si erano più avute più notizie. Tranne che per un selfie, inviato su WhatsApp alla figlia, dove il suo volto è praticamente inghiottito dall’oscurità della notte.
“Purtroppo ce lo aspettavamo. Ora l’auspicio è che i nuovi approfondimenti tecnici permettano di compiere ulteriori passi avanti verso l’accertamento della verità” ha detto l’avvocato Roberto Saraniti, legale dei familiari di Mara Favro. L’avvocato ricorda che l’esposto che diede il via al procedimento fu presentata dagli stessi familiari espressamente per il reato di omicidio, in quanto l’ipotesi che si fosse trattato di un allontanamento volontario non era plausibile.
“Il mio assistito è dispiaciuto per la morte di Mara Favro. Ma lui non c’entra e i nuovi sviluppi, dal punto processuale, non hanno cambiato nulla” ha dichiarato l’avvocato Luca Calabrò, legale del ristoratore Vincenzo Milione, da mesi indagato per il caso della donna scomparsa nel 2024 in Valle di Susa. “Se il ritrovamento dei resti della signora Favro è stato preceduto da una ricostruzione accurata dei suoi movimenti di quella sera allora risulterà evidente che Cosimo Esposito è estraneo al decesso” ha affermato l’avvocaao Elena Piccatti, che assiste l’ex collega della donna, anche lui indagato.
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