Caso Geal in consiglio comunale. Tariffe: il rischio è un più 30%

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LUCCA. Il caso Geal va in consiglio comunale. E il Comune chiama i cittadini a raccolta invitandoli alla partecipazione. Mercoledì 19 marzo alle 15 a Palazzo Santini, durante una seduta aperta dell’assemblea cittadina, si discuterà infatti di “Scadenza della concessione di Geal Spa: iniziative da assumere relativamente alle sue dinamiche future, anche in considerazione del completamento della rete fognaria su tutto il territorio comunale, con particolare attenzione alle zone dell’Oltreserchio”. Dunque investimenti, da parte della quasi ex società dell’acqua lucchese, destinata a sparire “passando” a Gaia la gestione dei servizi. Ma certo non solo quelli. Perché la scadenza avrà molteplici effetti sul servizio, sui lavoratori e sulle tasche dei lucchesi.

Il consiglio comunale

Il consiglio comunale aperto di mercoledì 19 rappresenta «un’importante occasione di confronto per discutere il futuro della gestione del servizio idrico integrato e delle infrastrutture fognarie, coinvolgendo cittadini, istituzioni e realtà del territorio – si legge in una nota del Comune – I cittadini interessati sono quindi invitati a partecipare attivamente alla seduta, presentando la propria candidatura per intervenire nel dibattito. Le richieste dovranno essere inviate via email all’indirizzo ufficiopresidenzaconsiglio@comune.lucca.it entro e non oltre mercoledì 12 marzo 2025, fino alla mezzanotte».

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Le tariffe

Ed è probabile che l’aula registri un tutto esaurito perché, a prescindere dal merito della vicenda (se sia cioè legittimo o meno andare a chiudere Geal) gli effetti si annunciano importanti. Partendo dal tema delle tariffe sono i dati degli ultimi anni della società lucchese, messi a confronto con quelli di Gaia, a parlare da soli. Dalla relazione annuale 2023 del direttore dell’Autorità idrica toscana, organo di vigilanza delle società che si occupano del servizio idrico integrato in regione, quello che è in prima battuta evidente è la differenza di costi, per i cittadini, dell’acqua. A Viareggio una famiglia di tre persone spende mediamente 530 euro l’anno contro i 402 di un analogo nucleo familiare lucchese (a parità di consumi). Il 31,8% in più. Quella di Geal è la cifra più bassa in Toscana, pur avendo subito i maggiori aumenti, nel corso degli anni, rispetto alle altre aziende del servizio idrico.

Non solo. Rispetto alle componenti di costo che vanno a definire la tariffa c’è un altro aspetto da sottolineare: la struttura societaria e l’erogazione dei servizi (i così detto costi operativi) a Lucca sono finanziati con poco più della metà di quello che viene incassato dai cittadini (51,6%) e questo consente di aumentare la percentuale di risorse provenienti dalle tasche dei contribuenti per gli investimenti: il 29,6%. Situazione diversa da quella di Gaia che dalla tariffa “prende” il 61,7% degli incassi per finanziare i costi operativi e il 17,1 per gli investimenti.

Investimenti

Anche il capitolo investimenti è uno di quelli sui quali fanno leva i contrari all’ingresso in Gaia. Le ragioni sono abbastanza intuitive: Lucca non deciderà più in autonomia cosa fare e dove ma sarà uno dei Comuni (attualmente 45 ma destinati appunto a diventare 46) nel piano di investimenti di Gaia. Le dimensioni della società versiliese, però, consentono – stando ai numeri di Ait sempre relativi al 2023 – una maggiore operatività che si traduce in 103 euro annui di investimenti pro capite contro i 66 di Geal. Basta questo a convincere Lucca? Pare di no, almeno parzialmente come dimostra il dibattuto degli ultimi mesi incentrato sul rischio stallo (o peggio) anche delle opere finanziate con fondi Pnrr per la Lucchesia. E non a caso in consiglio comunale si parlerà proprio di lavori di completamento della rete fognaria sul territorio.

Il dibattito

Va detto che a circa 10 mesi alla scadenza delle concessioni di Geal, sfumata la possibilità di una intesa bipartisan (proposta dalla Lega in Regione e parzialmente sostenuta anche dal Pd) su una proroga di due anni, la “fine” non indolore della società lucchese appare inevitabile. Resta, sullo sfondo ma non troppo, la possibilità di revisione degli ambiti entro i quali andare a gestire risorse e servizi idrici: anche in questo caso una proposta sostenuta dalla Lega in Regione alla quale strizza l’occhio una parte dei dem locali perché consentirebbe di unificare territori come Lucca e la Piana fino ad oggi affidati ad aziende differenti.

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