Caos fuoriquota, società in rivolta: «Il Comitato ha deciso una cosa che nessuno ha votato»

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Ogni anno è la stessa storia. L’argomento dell’obbligo dei fuoriquota, volente o nolente, è il tema più discusso e per certi versi sofferto dalle società dilettantistiche del Piemonte e della Valle d’Aosta e per l’ennesima volta l’argomento ha generato un putiferio. Sì, se state pensando al fatto che la regola è rimasta intatta per l’ennesimo anno state dicendo il vero: mentre tutta l’Italia abbandona l’obbligo degli Under il Piemonte/VdA preferisce restare ancorato alle tradizioni, giuste o sbagliate che siano. Ma questa volta l’argomento non è tanto i pro e i contro ai fuoriquota, ma l’ondata di proteste che ogni anno, nelle varie chat WhatsApp e sui social, sono all’ordine del giorno. E tanto per cambiare di mezzo c’è sempre il comitato.


IL COMITATO FA VOTARE E POI FA COME VUOLE

Partiamo dal principio. Ogni anno il comitato chiama a rapporto le 96 società di Eccellenza e Promozione in Piemonte e Valle d’Aosta per chiedere il proprio parere sull’utilizzo dei fuoriquota nelle due categorie. Infatti, da quest’anno, la LND a Roma lascia carta bianca: ogni comitato regionale può fare ciò che vuole, toglierli del tutto, metterne solo uno, due, tre o quanti se ne vogliono. Una volta c’era la tradizionale riunione in presenza, dove ci si confrontava prima di votare e dove era gradita la presenza anche dei giornalisti, che male non fa visto e considerato che chi scrive, di base, non morde. 

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Dopo il Covid si è passati alle riunioni telematiche, accolte tiepidamente: se prima si presentavano in meno della metà, adesso si presentano il 25% delle società, se non di meno. Fatto sta che a marzo è arrivato il momento tanto fatidico della scelta sui fuoriquota: prima è stata fatta la sopra citata riunione per via telematica, poi è stato presentato un modulo da compilare e firmare, che vi faremo vedere qui sotto. Si poteva scegliere tra nessun obbligo dei giovani oppure tra un giovane calciatore (con l’annata da barrare) o due giovani calciatori (con le annate da barrare).

OBBLIGO GIOVANI MODULO 25 26

Il foglio, da restituire entro il 6 marzo, è abbastanza eloquente: si può scegliere tra 0, 1 o 2 giovani obbligatori. Sabato 8 marzo, tuttavia, la sorpresa: ha vinto l’impiego di 3 giovani calciatori. Scoppia il caos: le chat WhatsApp sono in fermento, soprattutto per il fatto che nessuno ha votato per i 3 giovani calciatori, visto e considerato che, nel modulo, non si può scegliere 3 giovani. E allora come è possibile che le sapienti menti del comitato hanno deliberato i 3 giovani dopo aver consultato le società?


È DAVVERO COLPA DELLE SOCIETÀ DI TORINO?

Un altro tasto dolente. In Italia, quando qualcosa non ci piace, è sempre colpa di qualcun altro, mai nostra. Anche in questo caso, se la regola dei fuoriquota è ancora in piedi, è colpa delle società di Torino, il grande nemico da sconfiggere soprattutto per le squadre delle province del nord. Sempre nel grande nord sono certi che, durante la riunione, le società di Torino hanno spinto per 3 o 4 fuoriquota e che la decisione è stata presa per favorire loro.

Analizzando però i freddi numeri, tra le 96 società di Eccellenza e Promozione le squadre di Torino città sono 8, mentre quelle della provincia di Torino (che per la cronaca si estende per 335 chilometri quadrati) sono 36. Se la matematica non inganna, 36 società sono poco più di un terzo del totale, che sicuramente sposta ma non è così determinante come credono tante persone, che al posto di presentarsi alle riunioni (si parla di 10 società presenti su 64 in Promozione) preferiscono lamentarsi e dare la colpa al prossimo.

Adesso, la speranza delle società è che la delibera venga annullata e che le votazioni vengano rifatte. Potrebbe essere un modo per salvarsi in corner, ma il problema è decisamente più grande: bisognerebbe interrogarsi su chi sta seduto sulle poltrone e su chi manda i moduli per far votare i presidenti. Chi governa è stato votato dalle società e l’unico modo per cambiare qualcosa è scegliere un nuovo governo quando si ha la possibilità. Eppure l’occasione è sfumata miseramente qualche mese fa e ora si raccolgono i frutti con grandi dirigenti che riescono a perdersi in un bicchiere d’acqua pure con un modulo così semplice e banale. Chi è causa del proprio male, pianga se stesso.





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