8 milioni tra Melendugno e Vernole

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Circa 6 milioni di euro per Melendugno e 2 e mezzo per Vernole. La bozza d’accordo è arrivata e adesso i comuni interessati dalla realizzazione del gasdotto Tap dovranno solo decidere se sottoscriverla, rinunciando a ogni altra pretesa e uscendo dalla costituzione di parte civile nel processo per danni ambientali, oppure rifiutare e proseguire al fianco della Regione Puglia nella direzione della legge per le compensazioni energetiche
Un dilemma non da poco per i due piccoli comuni salentini che da anni si ritrovano al centro di equilibri economici internazionali, ospitando per diversi chilometri il tracciato dell’infrastruttura attraverso cui il gas azero raggiunge l’Italia e l’Europa.Nel caso di Melendugno, anche la centrale Prt e l’aggancio alla spiaggia di San Basilio, collocazione che in tempi ormai lontani fece gridare al danno ambientale e di immagine, finendo al centro delle proteste di piazza e poi delle aule giudiziarie. 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

La bozza di accordo: via dai processi e stop ai negoziati

Nella bozza di accordo con il Comune di Melendugno, che dovrà essere portato in commissione consiliare il 10 marzo, cioè dopodomani, proprio nel giorno della nuova udienza del processo, si legge infatti che l’ente «procederà senza ritardo a revocare la propria costituzione di parte civile nel procedimento penale entro la prima udienza dibattimentale successiva alla sottoscrizione». 
Ma nell’accordo entra anche la legge regionale sulle compensazioni. Tap chiede infatti che «fermi restando gli eventuali effetti in suo favore, il Comune si impegni espressamente a non costituirsi nel ricorso contro la Regione Puglia innanzi al Tar Lazio». Il Comune si impegna inoltre a «non partecipare ai negoziati che la Regione Puglia dovesse intraprendere e a non farsi promotore di alcuna iniziativa e a non partecipare ad eventuali negoziati intrapresi da altri enti con riferimento ad eventuali misure di compensazione e riequilibrio ambientale». 
Un tavolo negoziale fu infatti provatabbozzato anche dalla Provincia di Lecce.
Nell’articolo 9 si ribadisce poi che «in virtù della corretta esecuzione dell’accordo, e nell’ottica dell’avviata collaborazione istituzionale, il Comune, anche nei confronti dei dirigenti e degli ex dirigenti di Tap, rinuncia ad ogni diritto, pretesa, ragione, domanda, azione». Un “null’altro a che pretendere” insomma che all’articolo 10 stabilisce anche che ciascuna parte si faccia carico delle spese legali. 

L’obiettivo dell’azienda, il dilemma dei Comuni

Nonostante l’andamento del processo sia al momento favorevole nei confronti dei suoi dirigenti, Tap sembra quindi decisa a portare a casa l’accordo che oltre a sanare una ferita col territorio finirebbe indirettamente per indebolire la posizione della Regione nell’applicazione della legge sulle compensazioni. 
Una legge che a Melendugno, secondo i primi calcoli, potrebbe portare la cifra monstre di 24 milioni l’anno, ma che deve ancora fare i conti con la scrittura del regolamento e con la negoziazione, un tavolo cui Melendugno e, se accetterà, anche Vernole, non potrebbero più sedersi. 
Nelle prossime ore i sindaci coinvolgeranno le assemblee cittadine per prendere una decisione, scegliendo se è meglio il fatidico uovo oggi oppure sperare di avere la gallina domani. Ma quanto pesa davvero quest’uovo? La cifra stabilita nella bozza è comprensiva di Iva e nel caso di Melendugno, ad esempio, si arriverebbe a poco più di 5 milioni. I fondi sarebbero versati in due tranche: prima dopo 14 e la seconda dopo 30 giorni dall’accordo e si potrebbero utilizzare esclusivamente per la realizzazione di progetti ambientali e sociali che la stessa Tap valuterà perché dovranno essere in linea con il programma di investimenti ambientali SEI. (Nella vicina Calimera i progetti di compensazione per la centrale a biomasse furono ritenuti incongruenti dall’azienda). 
Sull’accordo, infine, le amministrazioni sono tenute alla riservatezza, ma di fatto la bozza circola da giorni tra gli amministratori e i legali. La prospettiva che i Comuni accettino è concreta. Soprattutto Melendugno, dopo il cambio di amministrazione passata dalla guida del No Tap convinto Marco Potì al più dialogante Maurizio Cisternino, ha più volte lamentato lo stallo delle trattative portate avanti dagli enti. Tanto che con gli stessi esponenti regionali ci sarebbe qualche tensione. 
Differente la posizione di Vernole, il cui sindaco Mauro De Carlo ha vissuto in prima persona l’epoca delle contestazioni e oggi sarebbe meno convinto che la cifra offerta al suo Comune possa bastare a risarcirlo dalla presenza del Prt, in linea d’aria più vicino al suo abitato che a Melendugno. 
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link