Riscossi interessi usurari per 413.000 euro con tassi fino al 177,50%

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Guardia di finanza, comando provinciale di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – La Guardia di finanza di Reggio Emilia, con l’operazione Ottovolante, ha eseguito arresti e perquisizioni per estorsione, usura e favoreggiamento reale, 5 i soggetti coinvolti. Sono stati riscossi interessi usurari per 413.000 euro con tassi usurari fino al 177,50%. Dall’alba di giovedì 6 marzo 2025, circa 60 finanzieri del comando provinciale di Reggio Emilia e di altri reparti specialistici del corpo, nonché del Servizio centrale sulla criminalità organizzata (Scico) nell’ambito di un’articolata e complessa attività investigativa condotta dall’agosto 2024, denominata convenzionalmente “Ottovolante”, coordinata dalla locale procura della Repubblica emiliana diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci, hanno dato esecuzione a un’operazione di polizia giudiziaria, nei confronti di 5 soggetti, indagati a vario titolo per aver commesso reati di estorsione, usura e favoreggiamento reale a danno di altri imprenditori locali, in condizioni di gravi difficoltà economiche.

Numerosi episodi di usura ed estorsione perpetrati a danno di imprenditori locali

Tre le misure cautelari eseguite, di cui 1 ordinanza di custodia cautelare in carcere, 1 misura degli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora in tutti i comuni della regione Emilia-Romagna. Le condotte poste in essere dall’imprenditore reggiano, insieme al suo entourage, sono emerse all’esito di complesse attività di indagine svolte dai militari del gruppo Guardia di finanza di Reggio Emilia, che hanno evidenziato numerosi episodi di usura ed estorsione perpetrati a danno di imprenditori locali e non, con la riscossione di interessi usurari per un importo pari a circa 413.000 euro, e con l’applicazione di tassi d’usura fino al 177,50% del capitale “prestato”. Le attività d’indagine traggono origine dalle risultanze investigative emerse a seguito dell’esecuzione delle 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite lo scorso 16 agosto 2024, nei confronti di due soggetti di origine calabrese, già posti al vertice del sodalizio criminale interessato dalla precedente operazione “Minefield”, unitamente a un noto imprenditore reggiano, gravemente indiziati di aver commesso reati di usura ed estorsione aggravata, avendo peraltro riscosso crediti usurari di elevato importo (con interessi di oltre 50mila euro e pari al capitale ricevuto), fatti contrarre ad un imprenditore di origine campana, in evidenti difficoltà economiche e vittima tra l’altro di minacce e violenze.

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Le vittime di usura ed estorsione avrebbero contratto debiti per oltre 150mila euro

Le successive investigazioni esperite hanno consentito di far emergere ulteriori tre soggetti vittime di usura a opera del medesimo imprenditore reggiano, che continuava a gestire i suoi affari illeciti, fornendo indicazioni operative al suo entourage, operante nella provincia di Reggio Emilia, nonostante fosse sottoposto alla misura dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, successivamente tramutata in arresti domiciliari. Dalle ricostruzioni emerse nel corso delle indagini, le vittime di usura ed estorsione avrebbero contratto complessivamente debiti per oltre 150mila euro a ingenti tassi usurari, a fronte dei quali avrebbero dovuto restituire circa 413.000 euro di soli interessi usurari, aggravando, pertanto, le proprie condizioni economiche con inevitabili e negative ripercussioni sulle proprie attività imprenditoriali, e turbando fortemente il proprio stato emotivo e psico-fisico. Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a 1 ordinanza di custodia cautelare in carcere, 1 misura degli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora in tutta la regione dell’Emilia-Romagna, nei confronti degli usurai, con la contestuale esecuzione di perquisizioni personali e locali, sottoponendo, altresì, a sequestro denaro e beni per un valore di circa 413.000 euro, quali profitto delle attività illecite. Da qui, l’importanza di un’azione preventiva e di contrasto “capillare e chirurgica”, da parte della Guardia di finanza, nei confronti di tutti quei fenomeni illeciti che sfociano in reati contro la persona, considerati assolutamente pericolosi e lesivi, degli stati di bisogno economico e psico-fisico.

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