L’Italia riduce le emissioni di gas serra, ma non tutte le Regioni corrono allo stesso modo verso il 2030. A un anno dal lancio, Ciro – Climate Indicators for Italian RegiOns, realizzato da realizzato da Italy for Climate (centro studi della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile) in collaborazione con Ispra, traccia una mappa dettagliata del cammino delle regioni verso la neutralità climatica, mostrando come il Paese stia proseguendo nel suo impegno per la transizione ecologica. Ciro è il primo database italiano dedicato al monitoraggio e al confronto delle performance ambientali regionali. Si tratta di uno strumento che analizza e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per accompagnarle nel percorso verso la decarbonizzazione attraverso un database articolato in 26 indicatori suddivisi in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità. A questi si uniscono degli indicatori originali che offrono alle Amministrazioni locali e al dibattito pubblico una visione chiara e aggiornata sulle criticità e sulle migliori strategie da adottare attraverso best practice, progetti e performance particolarmente meritevoli. Con il 2030 sempre più vicino e in un contesto globale di grande evoluzione, l’Italia è chiamata a trasformare le ambizioni climatiche in risultati concreti partendo dai territori. A che punto siamo? L’analisi dei dati raccolti in questo primo anno evidenzia un quadro in movimento. Eccolo di seguito. Emissioni di gas serra: con 3,2 tonnellate di gas serra per abitante, la Campania si conferma la Regione con le emissioni pro capite più basse, seguita da Lazio (5 tCO2eq/ab) e Marche (5,5 tCO2eq/ab). La Liguria, grazie in particolare al progressivo abbandono del carbone, è quella che le ha ridotte più di tutte, con un -65% tra 1990 e 2024 (quindi ben oltre l’obiettivo comune europeo al 2030 del -55%), seguita da Veneto e Puglia, rispettivamente a -35 e -34%.
Energie rinnovabili: alcune Regioni, soprattutto del Nord, guidano l’installazione di nuove fonti rinnovabili per la generazione elettrica, che negli ultimi anni è in crescita, ma diverse Regioni sono ancora molto indietro e la maggior parte non è in linea con gli obiettivi fissati al 2030. La Valle d’Aosta si conferma la Regione dei record, con oltre il 96% dei consumi complessivi coperto da rinnovabili, seguita da Trentino-Alto Adige e Basilicata (53% e 43,7%). Ma a tirare la volata degli ultimi anni sono altri: guardando alle nuove installazioni di impianti rinnovabili, nel 2023 la Lombardia con oltre 39 kW/km2 ha fatto più del doppio della media nazionale, davanti a Veneto (36,8) e Friuli-Venezia Giulia (28,5). Guardando alle Comunità Energetiche Rinnovabili, potendo disporre peraltro del consuntivo 2024, guidano la classifica Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 33, 31 e 28 Cer attive. Efficienza energetica: le Regioni del Centro-Sud si distinguono per bassi consumi energetici, in parte favorite da condizioni climatiche più favorevoli. La Campania si conferma la Regione più parsimoniosa in termini di consumi di energia, con 1,2 tonnellate equivalenti di petrolio pro capite (tep/ab), seguita da Sicilia e Calabria (con 1,3 e 1,4 tep/ab). Nel quinquennio 2017-2022 è la Valle d’Aosta la Regione italiana che più di tutte ha ridotto i consumi (-13%, anche se in valore assoluto rimane una delle più energivore, anche per questioni climatiche), seguita da Piemonte (-10,5%) e Lazio (-6,7%). Nel 2022, 14 Regioni italiane sono già completamente coal-free. Agricoltura sostenibile: ancora una volta sono le Regioni del Meridione, insieme ad alcune del Centro, a presentare una maggiore diffusione di pratiche agricole sostenibili, con una buona diffusione del biologico e minore richiesta di fertilizzanti. Nel settore agricolo, la miglior performance in termini di emissioni di gas serra (non energetiche) pro capite si osserva in Liguria (0,04 tCO2eq/ab), un valore decisamente inferiore alle altre Regioni virtuose in questo settore, Toscana e Marche rispettivamente con 0,17 e 0,23 tCO2eq/ab. La Liguria si conferma essere la ‘Regione meno ruminante d’Italia’ con il minor numero di bovini in rapporto alla popolazione, con ‘solo’ 8 capi bovini allevati ogni 1.000 abitanti, seguita da Toscana e Campania che contano rispettivamente 25 e 27 capi bovini ogni 1000 abitanti. Infine, cresce la superficie agricola gestita con pratiche biologiche in tutta Italia, in particolare Toscana (37%), Calabria (36%) e Sicilia (31%) annoverano la maggior quota di superficie agricola destinata a biologico.
Edifici: Sicilia, Sardegna e Campania, presentano le emissioni del patrimonio edilizio più basse d’Italia con 0,4 tCO2eq/ab la prima e 0,5 le altre due, sicuramente almeno in parte favorite dal clima mite. Ma se guardiamo alla quota di Attestati di Prestazione Energetica presentati che certificano edifici in Classe A, a primeggiare sono di nuovo Regioni del Nord: Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Lombardia, rispettivamente con il 26,1%, il 17,7% e il 15,9%. Infine, guardando al tasso di elettrificazione degli edifici a primeggiare è la Sicilia, con il 59% dei consumi soddisfatti da elettricità, seguita da Sardegna e Lazio, rispettivamente con 48% e 42%. Industria: il Trentino-Alto Adige si riconferma la Regione d’Italia con le minori emissioni industriali per valore aggiunto, con 134 tCO2eq/Meuro, seguita a breve distanza da Campania (145) e Lombardia (171). La Sardegna è stata la Regione che più di tutte ha elettrificato le proprie industrie con la quota di elettrico sui consumi che è salita dal 55% all’89%, attestandosi come regione con le industrie più elettrificate d’Italia, seguita dalle Marche (64%) e dalla Lombardia (55%). Trasporti: Campania, Sicilia e Calabria sono le Regioni che registrano le minori emissioni pro capite legati ai propri trasporti, ciascuna con meno di 1,6 tCO2eq/ab. La Calabria, assieme alla Valle d’Aosta e alla Basilicata, sono state le regioni che hanno ridotto maggiormente le emissioni a partire dal 1990, tagliando le proprie emissioni di gas serra – del 27% le prime due e del 24% la terza – in un settore difficile che a livello nazionale le ha addirittura aumentate. Il Lazio si conferma la Regione italiana che ha immatricolato la maggior percentuale di auto elettriche (13,7% del venduto), un valore di gran lunga superiore a tutte le altre Regioni, con Trentino-Alto Adige e Lombardia che inseguono ma molto staccate (entrambe 5%).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link