Previdenza, risparmio e cultura finanziaria: intervista a Fabienne Figueroa, la consulente del futuro più sicuro

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Insieme a Fabienne Figueroa, consulente assicurativa e finanziaria, la cui passione per il suo lavoro affonda le radici in esperienze personali che l’hanno segnata. Cresciuta in un ambiente in cui suo padre si occupava di assistenza e tutela dei diritti dei lavoratori, Figueroa ha sviluppato una forte consapevolezza riguardo l’importanza della protezione della famiglia e dei figli. Un percorso che l’ha portata a scegliere una professione finalizzata a supportare gli altri in momenti cruciali della vita.

Tra i temi che trattano la sua attività professionale, come il risparmio fiscale, la protezione, le assicurazioni sanitarie e gli investimenti, c’è uno che le sta particolarmente a cuore: la previdenza integrativa o complementare. Un tema di crescente attualità, legato alla necessità di integrare la pensione pubblica, soprattutto in un contesto demografico in continua evoluzione. La diminuzione delle nascite e il numero ridotto di lavoratori che, in futuro, potranno contribuire alle pensioni, rendono sempre più urgente affrontare questo tema.

In questa intervista, esploreremo la sua visione sul futuro della previdenza integrativa, le soluzioni che propone e come il suo lavoro si intreccia con le esigenze concrete della vita quotidiana dei suoi clienti.

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L’educazione finanziaria è spesso vista come una competenza secondaria, ma quanto è davvero fondamentale per un individuo acquisirla? E cosa si può fare in Italia per migliorarla?

“Avere una buona base di educazione finanziaria è oggi molto importante perché permette di fare scelte in molti aspetti pratici della nostra vita con maggiore serenità e consapevolezza. Pensiamo alla scelta di un mutuo per l’acquisto di una casa, o una formula di risparmio per gestire le emergenze o costruire la pensione. Molti studi internazionali, purtroppo  hanno rilevato che nel nostro Paese i livelli di conoscenza finanziaria e assicurativa sono piuttosto modesti. Il ruolo della figura del consulente è un ruolo sociale . Il nostro dovere è quello di  aumentare il livello di conoscenze, competenze, consapevolezza e comportamenti degli italiani e dei nuovi italiani in materia di rischio, finanza e assicurazione.  Dobbiamo soprattutto iniziare con i piùgiovani portando l’ educazione  finanziaria e assicurativa in tutte le scuole, in modo da avvicinare i piuì giovani  ai temi dell’economia e della finanza , con strumenti  pratici e interattivi per una seria azione di alfabetizzazione”.

Il futuro della previdenza in Italia è un tema sempre più al centro del dibattito. Quali sono le principali sfide che il sistema previdenziale italiano dovrà affrontare nei prossimi anni e come possiamo prepararci per garantirci una pensione più sicura?

“Dobbiamo sapere che attualmente per la spesa pubblica ogni anno  il nostro  Paese spende 850 miliardi, di cui 200 miliardi per la Sanità e  350 miliardi sono invece destinati per le pensioni. Per la gestione economica della azienda Italia nasce la necessità concreta di effettuare dei tagli. Per colmare questo gap previdenziale, che sarà ancora più gravoso per  le giovani generazioni,  uno strumento molto utile è prevedere un piano di previdenza complementare, che andrà ad integrare la futura pensione, pubblica o privata che sia”.

Quali sono i principali cambiamenti che gli italiani dovrebbero considerare in relazione alla previdenza, e quali vantaggi fiscali offre la previdenza complementare, che ancora oggi molti conoscono poco?

 “Bisogna cambiare atteggiamento, non si può rimanere passivi difronte a cambiamenti che ormai sono in atto da decenni, come la riforma Dini del 1995 dove viene abbandonato il criterio retributivo per il calcolo della pensione. E’ necessario prendere coscienza e informarsi. Nella primavera del 2016 ci fu una prima corsa ai ripari, perché l’Inps inviò le famose buste arancione dove molti italiani si videro recapitare a casa una simulazione sulla propria pensione futura. Oggi sostituito da “la mia pensione” con il quale l’Inps permette  a ciascuno di accedere ai propri dati contributivi contenuti negli archivi elettronici dell’ente, di conoscere l’anno di pensionamento e simulare l’ammontare della futura rendita. Gli italiani iscritti alla Previdenza Complementare sono oggi circa 7.600.000. Ancora in pochi conoscono i vantaggi previsti per legge per chi aderisce”.

Ovvero?

“Esempio, il  TFR spostato in previdenza complementare  beneficia di un’importante agevolazione fiscale sulla tassazione finale a scadenza: un risparmio che può arrivare fino al 34% sulla futura liquidazione; oppure i versamenti volontari in un fondo pensione sono annualmente deducibili dal proprio reddito fino all’importo di oltre 5 mila euro. Spesso si viene a conoscenza tramite un passaparola od una conoscenza. In pochi approfondiscono la riforma del 2005 e il decreto legislativo 252, che disciplina forme pensionistiche complementari”.

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Gli italiani sono spesso considerati un popolo di risparmiatori. Qual è la sua opinione su questa abitudine e come pensa che possa evolversi la mentalità degli italiani riguardo alla gestione del risparmio nei prossimi anni?

“Si, effettivamente gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori, infatti ammonta a circa  1.153 miliardi di euro la ricchezza degli italiani ferma sui conti correnti. Dovremmo riflettere su questa abitudine che oggi non porta  nessun genere di vantaggio. La paura di scegliere o fare scelte sbagliate la fa da padrone. Esiste la Finanza Comportamentale che studia gli atteggiamenti dell’uomo davanti a scelte finanziarie e assicurative. Tutti abbiamo una profonda ‘avversione alla perdita’, ma ancora in tanti non mettono al sicuro i propri risparmi, lasciandoli in balìa di imposte,  tasse, inflazione e carovita. Non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo di una pubblicità, ma informarsi e farlo bene. Non tutto è adatto a tutti. La gestione del proprio patrimonio e dei propri risparmi va affidata a consulenti professionisti che con coscienza e professionalità devono fornire una consulenza che, non miri al rendimento facile e veloce, ma supporti il cliente nei propri obiettivi di vita e finanziari, con strategie mirate e personalizzate in base alle necessità del cliente stesso”.

Dato il problema dei salari bassi in Italia, che consigli si sente di offrire ai giovani, che spesso non hanno ancora sviluppato una mentalità orientata al risparmio o che non vogliono rinunciare alla loro liquidità? Perché è importante iniziare a investire sui propri risparmi?

“La risposta a questo atteggiamento molto comune soprattutto fra i più giovani, la troviamo nella finanza comportamentale, infatti l’economista Shclomo Benartzi, guru della giovane scienza che applica all’economia i precetti della psicologia,  ci dice che l’essere umano come anche l’animale ha una profonda  ‘avversione alla perdita’. Il rischio può avvincere, ma la perdita proprio no. Una scimmia che riceve una mela esprimerà con un ghigno la sua felicità. Ma se invece gli date due mele e poi gliene togliete una sarà arrabbiatissimo”.

Ma questo cosa c’entra con la previdenza complementare e con la propensione al risparmio?

“Le persone a livello emotivo e mentale considerano il risparmio una perdita che riduce il potenziale di spesa; spendere invece dà una gratificazione immediata”.

Si, per questo c’è anche chi è avvezzo allo shopping compulsivo..

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“I giovani non devono nascondere la testa sotto la sabbia. Devono risparmiare adesso e sottoscrivere per tempo un piano di previdenza complementare. A loro favore hanno il tempo e devono assolutamente scardinare i vecchi meccanismi mentali dove si lasciava in mano ad altri  il proprio futuro.  Anche se oggi non si hanno grandi disponibilità economiche, bisogna imparare a fare un risparmio forzato. Solo cosi potrà affrontare con maggiore serenità il proprio futuro e quello dei propri cari”.

A proposito, con l’aumento dei fondi privati, quale sarà il futuro dei fondi di investimento? Prevede una crescita dei fondi alternativi o una diversificazione maggiore?

“Negli ultimi due anni i mercati sono stati in crescita, ma è importante ricordare che questo successo è spesso legato all’ottimismo. Non dobbiamo lasciarci travolgere troppo dall’euforia del momento, perché può portarci a prendere decisioni sbagliate. La diversificazione, cioè distribuire i nostri investimenti su diverse aree, è fondamentale per ridurre il rischio. Anche se non protegge dalle perdite in un mercato specifico, aiuta a bilanciare il rischio tra diverse tipologie di investimento. Quando si sceglie la linea di investimento di un fondo pensione, un piano di risparmio o un prodotto d’investimento scegliamo bene qualcosa che sia  congruo ai nostri obiettivi e alle nostre capacità di sostenere le oscillazioni e la volatilità dei mercati”.

In parole povere..

“Consulenza di servizi e non mera vendita di prodotto. La sottoscrizione di una proposta da parte di un mio cliente e la conseguenza diretta di una consulenza ad hoc sui suoi bisogni”.

Grazie per il suo tempo.

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“Grazie a voi”.

R.F.



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