Napoli, Bagnoli in protesta: occupata la sede municipale

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Richieste urgenti per la sicurezza e il controllo degli edifici

La tensione è salita alle stelle sui territori dei Campi Flegrei. Un gruppo di attivisti dell’Assemblea Popolare di Bagnoli ha occupato la sede della Decima Municipalità di Napoli, lanciando un messaggio forte e chiaro alle istituzioni: Non andremo via finché non ci daranno risposte concrete sulla nostra sicurezza”. La causa di questa protesta è la crisi sismica dovuta al bradisismo che da anni minaccia la stabilità del quartiere e l’incolumità dei suoi abitanti.

Le richieste degli attivisti

Durante l’occupazione, gli attivisti hanno elencato una serie di richieste urgenti per garantire la sicurezza dei residenti. In primo piano c’è la necessità di controlli sulla stabilità degli edifici. Le scosse sismiche sono frequenti in questa zona, e l’incertezza su quali strutture siano sicure e quali no crea un clima di paura tra i cittadini. I manifestanti chiedono quindi che venga effettuato un controllo approfondito su tutti gli edifici e che venga stilato un piano per tutelare gli eventuali sfollati.

Un altro punto fondamentale riguarda le persone più vulnerabili. Gli attivisti propongono una mappatura delle persone non autosufficienti per garantire che, in caso di emergenza, vengano presi provvedimenti tempestivi, come interventi domiciliari in caso di scosse. Una richiesta che punta a tutelare chi, a causa della propria condizione fisica, potrebbe trovarsi in grave difficoltà in caso di evacuazione.

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Inoltre, viene chiesta una migliorata organizzazione delle vie di fuga. Se una scossa potente dovesse colpire Bagnoli, la popolazione avrebbe bisogno di percorsi sicuri per mettersi in salvo. Gli attivisti propongono di attrezzare aree sicure, come l’ex base Nato e l’ex Italsider, per diventare punti di raccolta e ristoro dove i residenti possano rifugiarsi in caso di emergenza.

I cittadini del quartiere: “non vogliamo contare i morti!”

Il clima di rabbia tra i residenti è palpabile, e la protesta ha assunto un carattere sempre più deciso. Tra gli striscioni esposti all’interno della sede occupata, uno in particolare ha attirato l’attenzione: Non vogliamo contare i morti!”. Un chiaro riferimento alle dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, che sono state interpretate come troppo ottimistiche e insensibili nei confronti delle reali preoccupazioni della comunità.

L’occupazione come grido di allarme

Questa occupazione non è un atto improvviso, ma il culmine di una lunga serie di manifestazioni che, negli ultimi anni, hanno visto gli abitanti di Bagnoli chiedere maggiore attenzione per la loro sicurezza. Gli attivisti, infatti, non chiedono solo risposte, ma anche un impegno reale da parte delle istituzioni. Vogliono che la politica si faccia carico della situazione con azioni concrete, e non con parole vuote o promesse non mantenute.

Il quartiere di Bagnoli è da tempo in bilico. La sua vulnerabilità, dovuta al bradisismo e ai rischi sismici, è un tema costante, ma troppo spesso ignorato. Non è la prima volta che la comunità si mobilita, ma ora la situazione è diventata insostenibile. I cittadini vogliono sapere quali sono i piani concreti per la sicurezza, come verranno gestiti gli sfollati e quali azioni vengono intraprese per garantire la protezione dei più fragili. Le risposte finora ottenute sono state insufficienti, e questa occupazione è un segnale che la pazienza è finita.

La speranza di un futuro sicuro

Il futuro di Bagnoli non può essere affidato solo alla buona volontà della comunità. È il momento che le istituzioni prendano sul serio la situazione, con decisioni rapide e misure adeguate. La protesta, seppur dura, è anche un’opportunità per avviare finalmente un dialogo concreto tra cittadini e istituzioni.

Gli attivisti chiedono solo di essere ascoltati, di avere la certezza che la loro sicurezza venga messa al primo posto. Le risposte devono arrivare subito, prima che una nuova scossa o una nuova tragedia costringa la città a fare i conti con danni irreparabili. La comunità di Bagnoli vuole vivere senza paura, senza il costante timore che ogni scossa possa essere quella fatale. Ora, più che mai, le istituzioni devono rispondere a questa richiesta urgente di protezione.

Red



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